Pechino: Di Martino decima, alto alla Hellebaut



L'atletica su pista chiude i battenti ai Giochi Olimpici di Pechino con una sola italiana in gara, Antonietta Di Martino che conclude prematuramente la sua avventura nella finale del salto in alto uscendo a 1,96 e chiudendo con il decimo posto a 1,93. L'azzurra, argento lo scorso anno ai Mondiali di Osaka, si è rammaricata per il terzo tentativo fallito veramente di un nulla: "E' tutto l'anno che ho problemi di rincorsa, gli errori sono derivati tutti da lì. E' tutto l'anno che ho cercato di trovare la miglior condizione fisica e tecnica e se la prima qui obiettivamente c'è nel senso che sento nelle gambe le misure dello scorso anno, manca qualcosa tecnicamente. D'altronde non voglio cercare scuse, mi spiace ma non posso pretendere di vincere sempre una medaglia, di fronte a tante campionesse i miracoli non sempre succedono". Bellissima comunque la finale, con il colpo di scena della sconfitta della croata Blanka Vlasic battuta dalla belga Tia Hellebaut, già campionessa europea nel 2006, per minor numero di errori. Entrambe le saltatrici hanno valicato la notevole misura di 2,05, con la russa Chicherova terza a 2,03.

Doppietta del Kenya nelle prove finali di mezzofondo veloce. Negli 800 il portabandiera della nazione africana, Winfred Bungei, compie una gara tutta all'attacco rintuzzando nel finale il ritorno del sudanese Ismail Ahmed Ismail, staccato di appena 5 centesimi. Tempo finale di Bungei, 1:44.65, notevole vista la tattica scelta dall'africano. Bronzo all'altro kenyano Alfred Kirwa Yego in 1:44.82. L'altro oro è arrivato dai 1500 femminili corsi con molto coraggio da Nancy Jebet Lagat, che non si è fatta intimidire dall'attacco della favorita, l'atleta del Bahrein Maryam Yusuf Jamal superandola a metà del giro finale e stroncandola sul ritmo tanto che l'ex etiope non finirà altro che quinta. La Lagat vince in 4:00.23, suo primato personale, ma sul podio c'è anche un pizzico d'Italia grazie all'ucraina Irina Lishchynska, tesserata per la Fondiaria Sai, che si aggiudica l'argento in 4:01.63 davanti alla connazionale Nataliya Tobias in 4:01.78.

Nei 5000 si è visto un Bekele inedito, che già a metà gara, insoddisfatto del ritomo proposto dai compagni di squadra, ha attaccato trascinando con sé i tre kenyani, l'ugandese Kipsiro e l'americano Lagat campione del mondo. All'ultimo giro era rimasto solamente il kenyano Kipchoge, bronzo quattro anni fa ad Atene, anche lui poi staccato inesorabilmente. 12:57.82, record olimpico, il tempo di Bekele che fa così doppietta con i 10000 ed è un tempo straordinario visto che a metà gara il passaggio era molto lento. Kipchoge ha chiuso in 13:02.80, bronzo all'altro kenyano Edwin Cheruiyot Soi in 13:06.22.

Bellissima la gara del giavellotto maschile, andata al norvegese Andreas Thorkildsen con un lancio di 90,57 che gli consente di rimanere sul trono olimpico quattro anni dopo Atene. Argento un po' a sorpresa al lettone Kovals con 86,64 mentre il bronzo va al finlandese Pitkamaki con 86,16. Nella 4x400 femminile grande sfida fra gli Usa e la Russia capace di tenere in scacco le più accreditate americane fino al rettilineo finale, quando Sanya Richards ha riscattato la deludente prova individuale portando letteralmente le compagne all'oro con 3:18.54 davanti alla Russia con 3:18.82 e alla Giamaica con 3:20.40. Nella prova maschile scontato dominio statunitense con Merritt, Taylor, Neville e Wariner primi in 2:55.89 davanti alle Bahamas (2:58.03) e alla Russia (2:58.06).

Domani chiusura ufficiale dei Giochi con l'attesissima maratona maschile. All'una e mezza di notte ora italiana Stefano Baldini quattro anni dopo il trionfo di Atene mette in palio il suo titolo fra mille dubbi dopo i ripetuti problemi fisici avuti, ultimo la distrazione al bicipite femorale nella vigilia cinese. Il corridore della Corradini Excelsior sarà comunque al via con l'obiettivo di onorare al meglio che può la sua fama di campione olimpico in carica. I favoriti sono certamente i kenyani: Martin Lel e Samuel Wanjiru primo e secondo a Londra quest'anno e Luke Kibet, il campione mondiale in carica recuperato in extremis dopo i problemi subiti durante gli scontri popolari nel suo Paese a inizio anno. Fra gli altri si segnala lo svizzero Rothlin, già sul podio lo scorso anno ai Mondiali di Osaka. Per l'Italia in gara anche Ottaviano Andriani e Ruggero Pertile in una competizione che si preannuncia difficile soprattutto dal punto di vista tattico.

Gabriele Gentili

Nella foto: Antonietta Di Martino (foto Giancarlo Colombo per Omega/Fidal)

File allegati:
- I RISULTATI DELLA GIORNATA
- LE FOTO DA PECHINO 2008



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