Palmisano: ''Una vittoria nel ricordo della Sidoti''

21 Maggio 2017

La marciatrice si racconta dopo la Coppa Europa a Podebrady con un pensiero all'azzurra che prima di lei aveva conquistato il trofeo continentale. PB sfuggito di 6 secondi per raccogliere la bandiera tricolore.

di Alessio Giovannini

C'erano papà Carmine, il fidanzato Lorenzo e una squadra intera che non ha mai smesso di urlare "Forza Anto!". E lei, Antonella Palmisano, oggi ha fatto esattamente quello per cui era venuta a Podebrady (Rep. Ceca): vincere la Coppa Europa. Venti chilometri attraversati, passo dopo passo, in cui l'azzurra è stata sempre la donna da inseguire. Non è sempre così facile essere la favorita. Anche se sei stata la migliore atleta del Vecchio Continente nell'ultima rassegna globale: quarta alle Olimpiadi 2016, dopo il quinto posto iridato del 2015. Anche se hai appena sfiorato il record del mondo dei 10.000 metri su pista con un sensazionale 41:57.29 a Orvieto. Ma poi arriva anche il momento dei ricordi e il pensiero va a quel 21 maggio di due anni fa, quando lo scricciolo Anna Rita Sidoti continuava la sua marcia leggiadra verso il cielo.

Una coincidenza?
"Io ci credo alle coincidenze - esordisce la Palmisano, 25enne originaria di Mottola (Taranto) - e il fatto che la mia vittoria sia arrivata proprio oggi non penso che sia un caso. Voglio credere che da qualche parte lassù, Anna Rita abbia visto la mia gara e mi abbia regalato uno dei suoi dolcissimi sorrisi. Questo risultato lo dedico alla Sidoti nella speranza di riuscire a continuare la sua strada nell'atletica e nella vita. Sapere di essere l'unica italiana dopo di lei ad aver vinto la Coppa Europa per me è un onore e un'emozione".

Oggi, intanto, la bandiera in dirittura di arrivo ti ha combinato qualche scherzetto.
"Non immaginate nemmeno quanto fossi entusiasta solo all'idea di sventolare il tricolore. Mi era successo solo in Coppa del Mondo da junior nel 2010 e non vedevo l'ora che potesse accadere di nuovo. Qui, però, la bandiera mi è sfuggita e mi ha fatto perdere qualche secondo che forse mi sarebbe stato utile per fare il PB (1h27:51 nel 2014, ndr). Non mi importava più del tempo, in quel momento la cosa principale era soltanto la bandiera, il simbolo dell'Italia, quella su cui si giura quando si debutta in Nazionale! Poi all'arrivo me la sono ritrovata praticamente tutta in faccia mentre tagliavo la linea del traguardo (1h27:57, secondo crono in carriera, ndr). E' stato buffo, ma è come se per un attimo fossi diventata un aquilone tricolore pronto a volare".

Per andare dove?
"Ai Mondiali di Londra, ovviamente. E' questo il vero obiettivo del 2017. Secondo la programmazione stabilita con il mio coach Patrizio Parcesepe, questa è stata la mia unica 20km prima della rassegna iridata. Mi sarebbe piaciuto che arrivasse il personale, fino ad un certo punto c'ero quasi, ma non importa perché questa vittoria è un bellissimo risultato. Anche per la squadra con cui abbiamo raggiunto l'argento. Da capitana non posso che dire: grazie ragazze!".

Il fiore colorato in testa anche stavolta ha fatto il suo dovere?
"Lo sapete che è il mio portafortuna. Questo è quello che uso per le Coppe ed è lo stesso con cui ho vinto sette anni fa a Chihuahua (Messico). Li prepara mia mamma Maria che, oltre a quello per Londra, sta già pensando al mio vestito da sposa per l'anno prossimo. Vi ricordate che il mio Lorenzo (Dessi, ndr) mi ha fatto la promessa di matrimonio al ritorno dalle Olimpiadi? Ora abitiamo insieme ad Ostia con mio papà Carmine che ci sta dando una grossa mano per tutti i lavoretti della nuova casa dove viviamo con Hero, il nostro husky".

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Antonella Palmisano e il papà Carmine (foto Colombo/FIDAL)


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