Palmisano: “Che panorama dal monte Olimpo!”

07 Agosto 2021

La premiazione della campionessa olimpica della 20 km di marcia: “L’inno italiano il più bello del mondo. Diventare mamma? L’istinto c’è. Dopo il trionfo di Massimo Stano ho capito che potevo farcela”

Ha messo piede a Tokyo soltanto stamattina, viaggiando da Sapporo, teatro della sua impresa a cinque cerchi. La medaglia inseguita da una vita è finalmente dove merita, intorno al collo di Antonella Palmisano, campionessa olimpica della 20 km di marcia. Suona Mameli e brillano gli occhi dell’azzurra: “L’inno è l’inno, il più bello del mondo. Però è stato emozionante anche cantare po-po-po-po-po-po insieme a tutti i compagni di squadra in tribuna”, racconta ai giornalisti dopo la cerimonia di premiazione, terminata a ritmo di “A far l’amore comincia tu” di Raffaella Carrà. Poche ore di sonno, pochi momenti per razionalizzare e capire davvero cosa sia accaduto: “Ho dormito solo due ore, ero arrivata devastata in albergo. Vagavo nella hall, ho passato chissà quante ore a chiedere ai miei compagni se tutto questo fosse vero, prima di andare in camera”.

Due ori per due compagni di allenamento: “A Massimo Stano ho sempre detto che abbiamo quasi la stessa testa - continua la 30enne tarantina di Mottola, il suo paese impazzito di gioia per lei - Abbiamo le stesse origini, veniamo entrambi da un paesino, con la stessa voglia di emergere, di dimostrare a noi stessi di poter fare qualcosa in più. Pensavo Massimo avrebbe fatto bene ma non fino all’oro. È lì che ho detto… allora posso farlo anche io”.

Ieri il suo coach Patrizio Parcesepe ha detto di volerla vedere mamma. Oggi, la domanda, è inevitabile. È nei piani? “L’istinto di diventare mamma penso lo abbia chiunque, però devo valutare bene. Il successo ti gratifica e ti entusiasma, non avresti voglia di fermarti mai. Deciderò con mio marito Lorenzo a cosa dare priorità. Patrick ha anche detto che sono una rompiscatole? È perché secondo lui non sto mai zitta e voglio sempre l’ultima parola, ma non è così. O almeno non del tutto. Siamo donne, se non rompiamo un po’ le scatole la vita è troppo monotona”. 

Un’ultimo sguardo sulla gara. Su quel break dirompente al quindicesimo chilometro: “Ci credevo ma non mi piace essere spavalda, ero più sicura dentro che fuori. L’avevo tanto visualizzata, sono stata supportata bene, c’è stato un lavoro di mesi. Quando è arrivato il momento di partire, l’ho sentito”. Ripreso lo smartphone in mano, corre (stavolta si può) a postare su Instagram il pensiero più bello: “Ehi, vi assicuro che qui sul monte Olimpo il panorama è bellissimo. Vi prego non svegliatemi da questo sogno”.

naz.orl.

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