Olimpiadi, i 5 ori (più uno) dell'Atletica Italiana

08 Agosto 2021

Podi, piazzamenti, primati: Tokyo 2020, per l'Atletica Italiana, è una delle edizioni dei Giochi più vincenti di sempre. Al pokerissimo di titoli olimpici, si aggiunge un sesto alloro: l'apprezzamento popolare

di Marco Sicari

Un’edizione da record. I Giochi Olimpici di Tokyo segnano un risultato storico per l’Italia dell’atletica, che a Tokyo ha fatto registrare numeri da capogiro. Le cinque medaglie ottenute, tutte d’oro (grazie a Gianmarco Tamberi nell’alto, Marcell Jacobs nei 100 metri, Massimo Stano e Antonella Palmisano nei 20km di marcia, e con la staffetta 4x100 maschile composta da Lorenzo Patta, Marcell Jacobs – due ori nella stessa edizione come Ugo Frigerio ad Anversa 1920 – Eseosa Desalu e Filippo Tortu), sono il punto di partenza, perché mettono gli azzurri al secondo posto assoluto nel medagliere, alle spalle dei soli Stati Uniti. E rappresentano anche la vetta storica in fatto di primi posti: meglio si era fatto solo nelle edizioni dimezzate dal boicottaggio di Mosca 1980 e Los Angeles 1984, quando l’Italia salì sul gradino più alto del podio per tre volte (con Maurizio Damilano, Pietro Mennea e Sara Simeoni nell’allora capitale dell’Unione Sovietica, e con Alberto Cova, Alessandro Andrei e Gabriella Dorio sotto il sole della California).

Più ori a Tokyo che da Seul a Rio

Due dati per meglio inquadrare la questione: dal 1988 ad oggi avevamo raccolto meno medaglie d’oro (quattro) che nella sola rassegna giapponese, e una nostra donna torna a fregiarsi dell’oro olimpico 37 anni dopo l’ultima, la già citata Dorio a Los Angeles. Antonella Palmisano, peraltro, è soltanto la quarta donna nella storia dell’atletica italiana a riuscirci (la prima nella marcia), dopo Ondina Valla (1936), Simeoni, e Dorio. Lo “zero” nella colonna delle medaglie fatto registrare a Rio de Janeiro 2016 viene clamorosamente cancellato, rilanciando il track & field a ruolo di locomotiva dello sport del nostro Paese (la metà esatta degli ori di Tokyo 2020 sono dell’atletica). Sul campo, a conti fatti, sono dieci i finalisti (classificati tra i primi otto): le cinque medaglie d’oro, più Zane Weir (quinto nel getto del peso), Nadia Battocletti (settima nei 5000 metri), la staffetta 4x400 maschile (settima, con il quartetto composto da Davide Re, Vladimir Aceti, Edoardo Scotti e Alessandro Sibilio), Filippo Randazzo (ottavo nel salto in lungo) e ancora Alessandro Sibilio (ottavo nei 400hs, per lui doppia finale, compresa la staffetta). I 50 punti ottenuti (dodicesimo posto nella classifica) sono il terzo risultato di sempre, dopo i 97 di Los Angeles 1984, e i 54 di Berlino 1936.

Undici primati italiani assoluti

Ben undici i primati italiani assoluti collezionati a Tokyo: i tre di Marcell Jacobs nei 100 (9.94 in batteria, 9.84 in semifinale, e 9.80 in finale, gli ultimi due anche record europei); i due della staffetta 4x100 maschile (37.95 in batteria, 37.50 in finale); i due della staffetta 4x400 maschile (2:58.91 in batteria, 2:58.81 in finale); quello della staffetta 4x100 donne (42.84, con Irene Siragusa, Gloria Hooper, Anna Bongiorni e Vittoria Fontana); il 12.75 di Luminosa Bogliolo nei 100hs; il 63,66 di Daisy Osakue nel disco (eguagliato il limite di Agnese Maffeis); il 3:13.51 della staffetta 4x400 mista (con Edoardo Scotti, Alice Mangione, Rebecca Borga e Vladimir Aceti). E poi, tre migliori prestazioni nazionali under 23, due delle quali ottenute da Nadia Battocletti nei 5000 metri (14:46.29 in finale, 14:55.83 in batteria), oltre al 47.93 dei 400hs messo a segno da Alessandro Sibilio. Andando nel dettaglio analitico, nove atleti azzurri hanno ottenuto il primato personale (Jacobs tre volte, Weir e Battocletti due), e altri otto lo stagionale, esclusi quelli all’esordio (Re per due volte).

La sesta medaglia

Nel complesso, una spedizione azzurra positiva oltre ogni dubbio, in cui i risultati al di sotto delle attese (che pur ci sono stati, come ovvio) si contano sulle dita di una mano. I 76 atleti volati in Giappone hanno più che onorato il compito, sollevando un’ondata di ammirazione che, senza timore di scivolare nella retorica, ha fatto innamorare l’Italia intera e riscosso apprezzamento globale. L’entusiasmo, il diluvio social, le copertine dei giornali, gli ascolti fatti registrare in TV (il 37,8% con 5,5 milioni di telespettatori nelle due ore della domenica di Tamberi e Jacobs, con picco di quasi sette milioni e 46% durante i minuti del doppio oro; il 40,7% nei 16 minuti del successo della staffetta 4x100) rappresentano una sesta, virtuale, medaglia d’oro. Ed il punto di partenza di una fase nuova per l’Atletica Italiana.

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