Olimpiadi, Bolt illumina la serata di Rio

18 Agosto 2016

Il giamaicano vince la semifinale dei 200 in 19.78, prenotando il secondo oro olimpico. Elaine Thompson centra quello al femminile con 21.78. Bartoletta vince il lungo (7,17), Rollins i 100hs (12.48). Galvan eliminato con 20.88.

Usain Bolt monopolizza l'attenzione di Rio de Janeiro vincendo la semifinale olimpica dei 200 metri in 19.78 (-0.3); alle sue spalle, in evidenza, il canadese Andre De Grasse, che porta il record nazionale a 19.80. Eliminato a sorpresa lo statunitense Justin Gatlin, l'anti-Bolt della vigilia. Tre i titoli assegnati in serata. I 200 metri al femminile vanno alla giamaicana Elaine Thompson (21.78, -0.1, mpm 2016), che battendo l'olandese Dafne Schippers (21.88), vendica la sconfitta subita ai Mondiali 2015; ma soprattutto, fa doppietta, dopo l'oro a cinque cerchi vinto nei 100 metri. Nel lungo, oro alla statunitense Tianna Bartoletta (7,17; v. +0.6), a precedere la connazionale Britney Reese (7,15; v. +0.6), e la serba Ivana Spanovic (7,08, +0.6, record nazionale). Nei 100hs, ancora stelle e strisce: gli Stati Uniti fanno tripletta, con Brianna Rollins (12.48, vento nullo), davanti a Ali (12.59) e Castlin (12.61). 

di Marco Sicari

Nella serata di un magnifico Usain Bolt (19.78 con almeno 60 metri di puro jogging), Matteo Galvan termina il percorso olimpico con 20.88 e il 24esimo posto complessivo nelle semifinali dei 200 metri. Poco da fare per il vicentino, palesemente in riserva dopo la batteria dei 400 e la buona prova nel primo turno del mezzo giro di pista. Lo stadio Engenhao si esalta, come ormai da copione, al solo apparire di Usain Bolt. Il giamaicano regala spettacolo. Davanti a lui, allo start, in quinta corsia, il canadese Andre De Grasse, il bronzo dei 100m, garanzia di una prova di livello tecnico elevato. E infatti, Bolt, stimolato dal giovane avversario, corre 120 metri da manuale, uscendo al comando sul rettilineo; ancora una decina di appoggi dei suoi, e poi, folle pieno, la discesa, magnifica, mentre De Grasse, peraltro con leve assai più ridotte, punta sulle frequenze, cercando di recuperare l’irrecuperabile. Nei metri finali, l’ormai consueto sorriso tra i due, e il traguardo: Bolt fa segnare 19.78 (-0.3), De Grasse è lì, 19.80, record nazionale. Domani, nella notte italiana (le 3:30 di venerdì), il campionissimo andrà in caccia dell’ottavo oro olimpico, il secondo qui a Rio; difficile dire se potrà anche tentare di avvicinare il suo record del mondo (cosa promessa più volte anche in questi giorni), ma certo, nessuno può negare il fatto che Bolt si sia presentato qui al meglio della sua condizione. Tra le altre note, spiccano il 19.74 dello statunitense LaShawn Merritt (bronzo nei 400 di Rio), il 20.01 (-0.4) di Christophe Lemaitre, tempo che il francese non correva da quattro anni, e l’eliminazione di Justin Gatlin, primo degli esclusi dalla finale olimpica con 20.13 (-0.2).

Out anche lo spagnolo Hortelano, il campione d’Europa, tre centesimi più lento di Gatlin (20.16), mentre passano il britannico Gemili (20.08), il turco Guliyev (20.09) e l’olandese Churandy Martina (20.10): quattro europei sugli otto iscritti alla gara che assegnerà le medaglie.

GIAMAICA ANCHE AL FEMMINILE, ELAINE THOMPSON SBANCA I 200 METRI
Il giallo-nero-verde è la combinazione cromatica dell’anno anche nella velocità al femminile. Giamaica, in altre parole, a dettare tutti i ritmi, con Elaine Thompson, la potente sprinter già oro nei 100 metri, che si regala anche il titolo dei 200 metri, grazie ad un superlativo 21.78 (-0.1, miglior prestazione mondiale 2016). L’olandese Dafne Schippers, oro iridato lo scorso anno a Pechino (proprio davanti alla Thompson), è la grande battuta: il suo 21.88, con caduta (non tuffo) finale, non basta per la vittoria. Il bronzo va alla statunitense Tori Bowie (22.15), che precede per il podio l’ivoriana Ta Lou (22.21). Thompson, 24 anni e oro mondiale con la staffetta giamaicana lo scorso anno a Pechino (oltre all’argento già menzionato), sembra avere i numeri giusti per inaugurare una nuova “striscia” di successi globali. Usain Bolt, in zona mista al momento della finale della connazionale, si ferma davanti ai monitor per seguire la gara, facendo per lei un tifo indiavolato, ripreso dalle telecamere di mezzo mondo. Team spirit, lo chiamano.

BARTOLETTA-REESE, DOPPIETTA STATUNITENSE NEL LUNGO
Il lungo donne regala emozioni in serie. La statunitense Tianna Bartoletta (bicampionessa mondiale della specialità, e oro olimpico 4 anni fa con la staffetta 4x100) e la serba Ivana Spanovic (campionessa europea e bronzo mondiale) battagliano sul filo - o appena sotto – dei sette metri: entrambe atterrano a 6,95, con l’americana che guida grazie ad un secondo miglior salto di 6,94. Al quinto turno, però, si sveglia dal torpore l’altra statunitense, Brittney Reese, la campionessa olimpica in carica a favorita della vigilia: 7,09 e balzo al comando. Sembra fatta, ma è tutt’altro che finita, perché prima la Spanovic (con il record nazionale di 7,08, +0.8) e poi, soprattutto, Bartoletta (7,17, +0.6), rimescolano le carte. Si va all’ultimo round: tocca a Reese, questa volta, far tremare la connazionale. Il suo 7,15 sfiora la vetta ma non basta per l’oro; Spanovic va ancora oltre i 7 metri (7,05) ma non scalza le avversarie dalle loro posizioni, e si ferma al bronzo.

Bartoletta è già campionessa olimpica quando si avvia all’ultimo tentativo, che le regala comunque un altro risultato di grido, 7,13. La russa Dariya Klishina chiude al nono posto con 6,63.

ANCORA DOMINIO USA, GLI OSTACOLI SONO UN MONOCOLORE STARS AND STRIPES
Ai Giochi manca la neoprimatista del mondo, la statunitense Kendra Harrison, vittima più illustre dei Trials di Eugene. Ma a guardare l’ordine d’arrivo della finale olimpica, non si può dire che le ragazze a stelle strisce ne abbiano risentito. La tripletta è servita: Brianna Rollins, la campionessa mondiale di Mosca 2013, è oro in 12.48 (vento nullo), Nia Ali argento in 12.59, Kristi Castlin bronzo in 12.61. Il resto del mondo si inchina.

EATON AL COMANDO DEL DECATHLON, SPALLATA DI WALCOTT NEL GIAVELLOTTO
Ashton Eaton chiude al comando, come da facile pronostico, la prima giornata del Decathlon. Il campione olimpico di Londra (e oro negli ultimi due Mondiali, oltre che primatista del mondo con 9045 punti) termina le prime cinque fatiche con un bottino di 4621 punti, ottenuti con questi parziali: 10.46 (-0.1); 7,94 (+1.7); 14,73; 2,01; 46.07. Lo statunitense precede di 121 punti il tedesco Kazmirek (4500) e di 132 il canadese Damian Warner. Nelle qualificazioni del giavellotto, squillo di tromba del trinidegno Keshorn Walcott (l’oro di Londra, dove trionfò quando aveva solo 19 anni), capace di un sensazionale 88,68, seconda prestazione mondiale dell’anno.

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Brianna Rollins (foto Colombo/FIDAL)


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