Olimpiade Rigaudo a caccia del bis

10 Agosto 2012

Vigilia per marcia e maratona: le ultime carte azzurre a Londra, nel weekend che chiuderà i Giochi

Elisa Rigaudo, marciatrice 32enne di Cuneo, mamma (di Elena) da due anni, bronzo a Pechino 2008 nei 20km di marcia, è la carta più importante tra quelle rimaste da giocare all’atletica italiana a Londra. “Le attese sono soprattutto le mie – racconta la Rigaudo a 24 ore dall’impegno olimpico, domani, alle 17 locali, le 18 italiane – e questo anche perché sono cambiate molte cose dal 2008. La mia vita è completamente diversa: 4 anni fa ero più sbarazzina, più incosciente, essere diventata madre ha accelerato la mia maturazione. Lo scorso anno, al rientro in attività, prima del Mondiale di Daegu (poi chiuso in quarta posizione, ndr) ho affrontato le ultime incognite: oggi so quello che valgo, ho anche imparato a gestirmi e ad ascoltare le mie sensazioni. In gara conterà soprattutto ragionare. Usare la testa farà la differenza, un po’ come in Corea lo scorso anno. La preparazione? E’ andata molto bene, secondo lo schema classico: l’altura a Livigno, il ritorno a Saluzzo, con solo un po’ di mal di schiena, normale dopo la gravidanza, a darmi qualche fastidio”.

Idee chiare sulla tattica: “Cercherò di tenere il ritmo alto, non so se fin dal primo giro, ma certamente dal secondo. Per le mie caratteristiche, non posso permettermi un passaggio a metà troppo lento, che farebbe da preludio ad un cambio violento; mi auguro di rimanere in un gruppetto di 5-6 atlete intorno al quindicesimo chilometro, le medaglie verrebbero fuori da lì. Le russe sono sempre le favorite, ma ho visto una Kaninskina diversa, nella coppa del Mondo di Saransk, capace di perdere, da una ventenne, a casa sua. Mi sono detta: è umana! Ma occhio anche alla Liu Hong, la mia compagna di allenamento cinese (sotto la guida di Sandro Damilano)”. Il bronzo di Donato ha dato una scossa alla piemontese: “La medaglia di Fabrizio mi ha caricato: le vecchie spugne come me e lui tirano fuori ancora qualcosa! No, scherzi a parte, Donato merita questo successo, per i tanti problemi fisici che ha dovuto fronteggiare in carriera”. Inevitabile rivolgere il pensiero, seppure alla vigilia del massimo appuntamento del quadriennio, alla questione Schwazer: “Vorrei che non fossero le sue Olimpiadi, ma di tutti quelli che si sono fatti in quattro per preparare i Giochi; del resto, un 27enne, se fa delle scelte sbagliate, deve raccoglierne le conseguenze. La sua positività è una notizia che ci ha deluso in generale.

I sentimenti diversi che emergono vanno però accantonati, siamo all’Olimpiade”.

Anche Marco De Luca non si tira indietro al momento di dare un giudizio sulla vicenda: “Personalmente – le parole del romano, che affronterà la 50km domani mattina, via alle 9 locali (le 10 italiane) – sono ancora più fiero di ciò che sono, del mio allenatore, e dei piazzamenti che ho ottenuto; e che, anzi, a posteriori, devo dire che non sono mai stati valutati quanto meritassero. Questa storia mi ha sottratto anche delle energie nervose, e per questo non voglio più parlarne, ma concentrarmi sulla mia gara”. De Luca è conosciuto nell’ambiente per le sue rimonte: “Ma all’Olimpiade di Pechino ho imparato che non si può partire troppo piano, si rischia di rimanere eccessivamente distanti dalla testa. Non scivolerò oltre la ventesima posizione intorno a metà percorso. Poi, proverò a risalire; tanto, come sempre, la gara si deciderà tra il 35esimo ed il 45esimo chilometro, non prima. Ho lavorato tanto, quest’anno, anticipando il periodo in altura a Roccaraso per stare vicino a mia moglie, all’inizio di luglio, in occasione della nascita della nostra seconda figlia. Poi, in allenamento, tanti chilometri, a Roma, sulla ciclabile, e nella pineta di Ostia”.

Con Elisa Rigaudo, in gara nei 20km, ci sarà anche Eleonora Anna Giorgi, 23 anni da compiere, studentessa di Economia (laureata alla triennale) alla Bocconi. Di fatto, un’esordiente a questi livelli: “Io non ho fatto altura, è un’esperienza che mi manca ancora. Ho lavorato  duramente, con l’obiettivo di ripetere il mio piazzamento in Coppa del Mondo, entrando nelle prime quindici; e magari, ritoccando il mio primato personale. Diciamo che qui ascolto i consigli di tutti, e guardo soprattutto a come Elisa prepara questo appuntamento”.

L’ultimo azzurro impegnato all’Olimpiade sarà Ruggero Pertile, domenica mattina, nella maratona. Il padovano ha chiesto consiglio a Valeria Straneo, brillante ottava nella prova al femminile di domenica scorsa. “Mi ha confermato che il percorso è ricco di cambi di direzione – le parole di Pertile – nervoso, ma non durissimo. Spero che cambino le condizioni atmosferiche: in questi ultimi due giorni l’umidità si è fatta sentire, e potrebbe essere un problema in più. Personalmente sto bene, ho effettuato due periodi di preparazione in quota, e ho anche anticipato la mia maratona primaverile (Otsu, il 4 marzo, 2h10:12, ndr), per cercare di avere quanto più tempo possibile per preparare l’Olimpiade”. La gara olimpica sarà speciale. “Perché la maratona è cambiata, in questi anni. Si corre molto più forte, e ci sono tanti atleti in grado di farlo efficacemente. Qui a Londra bisognerà capire come keniani ed etiopi interpreteranno il compito. Io proverò a giocare di esperienza, come mi è già riuscito ai Mondiali di Daegu, lo scorso anno (terminati all’ottavo posto, ndr)”. 

m.s.



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