Olimpiade Bolt ancora oro dei 100 in 9.63

05 Agosto 2012

Il giamaicano domina la finale dei 100, Sanya Richards-Ross riporta gli USA all'oro dei 400, la kazaka Rypakova vince l'oro del triplo

di FIDAL

Usain Bolt è il re di Londra dopo esserlo stato di Pechino. Il giamaicano trionfa nella serata più attesa dei Giochi Olimpici con uno statosferico 9.63 (vento +1,5) nonostante i soli 17° di temperatura, seconda prestazione di sempre e record olimpico. Bolt batte Yohan Blake, uscito vincitore ai Trials giamaicani e campione del mondo, secondo in 9.75 (personale eguagliato), e Justin Gatlin, tornato sul podio olimpico a otto anni dal trionfo di Atene 2004 a suon di record personale (9.79) e con la miglior prestazione di sempre per il terzo classificato. Quarto, per un solo centesimo (9.80), Tyson Gay, quinto il terzo americano Bailey (9.88). Infortunato Asafa Powell. Nelle altre due finali della serata allo Stadio Olimpico, oro di Sanya Richards-Ross, finalmente al trionfo a cinque cerchi in 49.55, dopo un sofferto rettilineo in cui ha avuto la meglio sulla britannica Ohuruogu (49.70) e sull'altra statunitense Trotter (49.75). Nel triplo dominio della kazaka Olga Rypakova con 14,98, che ha respinto le ambizioni di successo dell'ucraina Saladuha, solo terza in extremis con 14,79, beffata per la medaglia d'argento dalla colombiana Caterina Ibargüen di un centimetro con 14,80.

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100 UOMINI (finale) - Usain Bolt è in settima corsia, due file più a destra di Yohan Blake. Tra loro, Justin Gatlin. Tyson Gay a sinistra di Blake. La reazione è immediata per tutti (Bolt 0.165, Blake il meno lesto con 0.179), Asafa Powell rischia addirittura di cadere per l'impeto nell'uscita dai blocchi. Ai trenta metri i migliori quattro dei finalisti, da sinistra a destra Gay, Blake, Gatlin e Bolt, sono ancora in linea nell'accelerazione, poi superati i primi cinquanta metri, esce il Bolt di Pechino, di Berlino, e ora di Londra, il super-velocista che incarna più di ogni altro sportivo sulla terra l'immaginario collettivo. Bolt lascia a oltre un metro gli avversari allungando ancora negli ultimi 15 metri e segna un favoloso 9.63, nuovo record olimpico (gli apparteneva col 9.69 di Pechino, che sembrava fantascienza solo quattro anni fa) e seconda prestazione di tutti i tempi ottenuta in condizioni tutt'altro che favorevoli agli sprinter. Yohan Blake restituisce lo scettro dei 100, finito temporaneamente nelle sue mani a Daegu, al più forte, ma lo fa concedendosi uno straordinario argento in 9.75, primato personale eguagliato, e lascia il bronzo a Justin Gatlin, dopo otto anni ancora sul podio con 9.79. Una beffa per Tyson Gay, quarto a un centesimo con 9.80, quinto l'altro statunitense Ryan Bailey che ripete il 9.88 delle batterie. Sotto i 10 secondi anche Churandy Martina (9.94 dopo un eccezionale record nazionale in semifinale, 9.91), e Richard Thompson (9.98).

Infortunato e ritirato dopo 60 metri Asafa Powell, ripescato dalle semifinali dopo essersi fatto superare sul traguardo della sua serie proprio da Martina (secondo dietro Gatlin, primo in 9.82). Nelle altre semifinali, Bolt aveva già spazzato via i dubbi sulle sue condizioni decelerando ai 70 metri e chiudendo in 9.87. Nella terza, Blake aveva dominato in 9.85.

400 DONNE (finale) - pazzesco rettilineo dove Sanya Richards-Ross riesce a riprendere il bandolo della finale sulla sorprendente connazionale DeeDee Trotter, uscita avanti a tutte dalla lotteria delle outsider con una magistrale distribuzione dello sforzo. La Richards-Ross centra l'oro olimpico in 49.55 dopo il bronzo di Pechino, quando vinse la britannica Christine Ohuruogu, stasera nuovamente festante per lo splendido argento (49.70) colto in corsia esterna e solo negli ultimi dieci metri ai danni della Trotter (bronzo in 49.72). Solo quarta la Montsho iridata di Daegu (ma in 49.75), quinta e disperata in ginocchio sulla pista la russa Krivoshapka, anche in finale, come nella semifinale, colta da raptus duecentista in avvio, e piantatasi in rettilineo (50.17), sesta e ripresa anche dalla giamaicana Williams-Mills (50.11). Gli USA tornano all'oro della specialità a 28 anni da Los Angeles.

TRIPLO donne (finale) - Finale dominata dalle più forti del momento, che hanno rispecchiato, nella sostanza, i valori espressi nell'arco della stagione, ma con l'ucraina Saladuha che, principale candidata all'oro, si è dovuta accontentare della medaglia di bronzo addentata all'ultima prova a disposizione. Al successo la kazaka Olga Rypakova, una atleta provienente dalle prove multiple, argento a Daegu e oro mondiale indoor a Doha nel 2010, che al terzo turno ha aperto l'infinito compasso delle sue gambe ed è planata a 14,98 (legittimato con un successivo 14,89), superando la colombiana Ibargüen, che era passata in testa con 14,67. Ultimi palpitanti sussulti al turno conclusivo, con la colombiana che si riprende l'argento in extremis con 14,80, respingendo al bronzo l'ucraina Saladuha, che pochi secondi prima l'aveva scalzata con 14,79. Giù dal podio con 14,56 l'altra ucraina Hanna Knyazyeva, scalzata proprio all'ultimo assalto dalla Saladuha. Fuori dai salti di finale la cubana Savigne, solo nona, e l'eterna russa Lebedeva.

SEMIFINALI E BATTERIE (sessione pomeridiana)

400 uomini (semifinali) - Nella prima semifinale grande uscita dalla curva di Lalonde Gordon 44.57, secondo il bahamense Pinder 44.94, terzo lo junior australiano Solomon in 44.97. Nella seconda gran 44.59 di Kirani James che rallenta vistosamente nel finale e scambia pettorale e abbracci con Oscar Pistorius, ultimo in 46.54.

James ha preceduto l'altro bahamense Chris Brown 44.67 e Jonathan Borlée, non esaltante come in batteria, terzo in 44.99. Nella terza il dominicano Luguelín Santos, un altro junior, domina in 44.78 e supera Kévin Borlée (44.84). In finale riescono a trovare spazio il giovane Solomon e Jonathan Borlée, ripescato con il secondo tempo degli esclusi dalle prime due piazze. Finale "verde", con due junior e nessuno statunitense, un disastro se si considerano le venti medaglie d'oro conquistate dagli atleti a stelle e strisce nella storia delle Olimpiadi.

1500 UOMINI (semifinali) - Prima semifinale con Asbel Kiprop, che mantiene ritmo basso e controllato cercando la testa per tutta la gara, ma proprio per il ritmo blando non riesce a  cambiare e viene surclassato dall'algerino Makhloufi 3:42.24, pur assicurandosi l'ingresso in finale. Driouch perde la volata ai 250 metri, prende una chiodata e resta indietro, Gebremedhin, Manzano e il norvegese Ingebritsen, che ha trovato un varco decisivo all'interno, centrano l'obiettivo. Nixno Chepseba, riammesso in semifinale dopo reclamo della sua federazione, ha imparato dagli errori tattici del primo turno e fa ritmo sostenuto una spanna avanti a tutti; si chiude con 3:33.99 per garantirsi il posto tra i ripescaggi. Vince il marocchino Iguider sul duo kenyano Chepseba-Kiplagat, sul neozelandese Willis e sullo statunitense Centrowitz. Ripescati Ozbilen, turco ex-kenyano, e Mansour, qataregno ex-kenyano anche lui.

400 OSTACOLI donne (batterie) - Nella prima batteria la ceka Hejnova si lancia dalla seconda corsia e chiude con un eloquente 53.96 con grande autorevolezza. Seconda la statunitense Brown con 54.72. Cade invece la bulgara Stambolova dopo aver incocciato un ostacolo col ginocchio. La russa Antyukh si aggiudica in 53.90 la seconda batteria precendendo nell'ordine la giamaicana Kaliese Spencer (54.02), la nigeriana Odumosu e la polacca Jesien. Nessun problema anche per Lashinda Demus, vincitrice della terza batteria in 54.60. Nella quarta si vede il nome nuovo statunitense, la bianca Georganne Moline che segna il personale di 54.31 nonostante abbia palesato difficoltà tecniche in fase di attacco dell'ostacolo con la gamba sinistra. Nella quinta batteria avanti la britannica Shakes-Drayton con l'ucraina Yaroshchuk e l'olimpionica in carica Melaine Walker, che ha provato a complicarsi la vita con una partenza troppo sparata. Ripescata, dopo una gara indecifrabile, l'altra forte ceka Rosolova.

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              Londra 2012: la finale olimpica dei 100 metri maschili (foto Giancarlo Colombo/FIDAL)

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