Olimpiade: Bolt 19.32 trionfo totale

09 Agosto 2012

Usain Bolt vince anche i 200 metri in 19.32. Ashton Eaton dopo il record del mondo conquista l'oro olimpico nel decathlon. Giavellotto: Spotakova bis (69,55)

di Marco Buccellato

Bolt è leggenda, vince anche i 200 metri in 19.32 bruciando le ambizioni di Yohan Blake (19.44) e incide il suo nome a fuoco nella storia delle Olimpiadi con il primo doppio successo su 100 e 200 in due diverse edizioni (Pechino e Londra). La Giamaica completa il trionfo spedendo sul podio anche Warren Weir (19.84). La tripletta caraibica affossa le speranze di podio dei vari Spearmon, Martina e Lemaître, finiti rispettivamente quarto, quinto e sesto in 19.80, 20.00 e 20.18. Trionfa per la seconda olimpiade consecutiva anche la ceca Barbora Spotakova, regina del lancio del giavellotto, che con un miglior lancio di 69,55 lascia sugli altri gradini del podio le tedesche Christina Obergföll (65,16) e Linda Stahl (64,91). Nel decathlon Ashton Eaton e Trey Hardee consegnano alla causa statunitense sia l'oro che l'argento, come non succedeva dall'edizione di Melbourne 1956. Eaton, fresco recordman mondiale, vince con 8869 punti su Hardee (8671) e sul cubano Leonel Suarez (8523 punti), che conquistò la medaglia di bronzo anche quattro anni fa a Pechino. Nella serata di Bolt, Rudisha e del salto triplo maschile, c'è la miglior atletica delle prime sette giornate di gare.

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200 uomini (finale) - Usain Bolt ride, e con lui ride tutta la Giamaica, i cui fenomenali sprinters hanno regalato un sogno a tre piazze, l'intero podio della finale dei 200 metri ai Giochi Olimpici, una impresa riuscita nella storia delle Olimpiadi, finora, solo agli Stati Uniti (in sei occasioni). Bolt è primo, tonante, perfetto all'uscita dalla curva, e sontuoso nel rettillineo che disegna una cifra da 19.32 (vento 0,4), quarta prestazione di tutti i tempi dopo il record del mondo dello stesso Bolt (19.19), il 19.26 di Blake a Bruxelles, e il 19.30 che lo stesso Bolt segnò a Pechino, nella sua prima Olimpiade d'oro. Il 19.32 di stasera affianca anche il vecchio limite di Michael Johnson, l'uomo dei sogni che sconquassò la finale dei 200 di Atlanta 1996, una prestazione che fino a quattro anni fa sembrava in anticipo di cinquant'anni sulle possibilità umane. La corsa di Bolt è potente e veloce, la settima corsia lo fionda sul rettilineo nettamente davanti a Yohan Blake, ma il giovane delfino, in quarta corsia, riesce a rubargli qualcosa e a non perdere, sul lanciato, da Super-Bolt, chiudendogli non così lontano in uno spaziale 19.44, il record mondiale per il secondo classificato. Il trionfo è totale, spettacolare, ancora più gustoso di quello di Pechino, perché la sconfitte ai Trials avevano rimesso in discussione il suo regno. Ha rivinto i cento metri, ha fatto lo stesso anche sui duecento, e porta al collo, ora, ben quattro ori olimpici individuali. Il suo spot è uno spot incomparabile.

La festa giamaicana è completata dal giovane Warren Weir (bronzo in 19.84), che è tutt'altra cosa rispetto a Bolt. Tanto è alto Usain, quanto normotipo Weir. Tanto è potente Bolt, quanto agile Weir. Liscia la pista, che sembra rotolare sotto i suoi piedi, come velluto. Il resto del mondo è rappresentato da Wallace Spearmon, quarto in 19.90, e dai due europei Churandy Martina, quinto in 20.00, olandese per geopolitica ma cuore caraibico, e Christophe Lemaître, sesto in 20.18 e penalizzato dalla seconda corsia, lui che con quelle lunghe leve deve sciogliere il cavalli in nicchie meno acute. Il sogno continua. La 4x100 incombe, e Bolt & C. hanno già pronto un altro spot.

GIAVELLOTTO donne (finale) - Il successo arride ancora, come a Pechino e molto più nettamente di quattro anni fa, alla ceca Barbora Spotakova, la primatista del mondo, autrice di una serie tutta oltre i 66 metri condita da una punta, al quinto turno, di 69,55 (miglior prestazione mondiale stagionale). Evaporata subito la russa Abakumova (niente tre lanci di finale, decima in un modesto 59.35), sul podio hanno trovato spazio le due tedesche Christina Obergföll (65,16) e Linda Stahl (64,91). Non è stata una finale da leggenda come quelle di Pechino e di Daegu, la competizione è stata schiacciata sotto lo strapotere della Spotakova.

Quarta e non poco delusa la sudafricana Viljoen (64,53), che ambiva al podio in forza del bronzo mondiale di un anno fa e del 69,35 con cui guidava la classifica stagionale delle migliori prestazioni.

DECATHLON - Trionfa Ashton Eaton, che riscatta la delusione di Daegu, quando si lasciò sorprendere proprio da Trey Hardee, argento questa sera al termine di una giornata iniziata in rimonta sul primatista del mondo. Per Eaton uno score di 8869, la seconda prestazione di sempre in una Olimpiade, inferiore solo aglli 8893 punti che Roman Sebrle cifrò a Atene 2004, e tredicesimo oro statunitense nella storia olimpica del decathlon. Per Hardee l'argento a 8671, oltre duecento punti di distacco, e la soddisfazione di aver fortemente contribuito a centrare la doppietta-USA, che alle Olimpiadi mancava dal 1956. Seconda medaglia di bronzo consecutiva per il cubano Leonel Suarez 88523 punti, quasi la fotocopia di Pechino, che nel giavellotto ha assestato un clamoroso 76,94. Quarto il belga Van Alphen con 8447 punti, quinto l'ottimo canadese Warner con 8442.

BATTERIE E SEMIFINALI (sessione pomeridiana)

800 donne (Semifinali) - Pamela Jelimo è nella prima delle tre serie. Primo giro in 1:00.15, Jelimo e Poistogova fanno quello che vogliono e chiudono quasi appaiate rispettivamente in 1:59.42 e 1:59.45. Seconda semifinale terribile con Semenya, Jepkosgei, Arzhakova, Hachlaf e Johnson-Montano, un cast che vale quasi una finale, e infatti è velocissima e Caster Semenya lascia la compagnia all'uscita dalla curva fissando un eloquente 1:57.67 davanti alla Arzhakova (1:58.13). Alla resa dei conti, è da questa semifinale che usciranno le due ripescate per la finale, cioè Janeth Jepkosgei Busienei (1:58.26), e Alysia Johnson Montano (1:58.42). La marocchina Hachlaf, con 1:58.84, è fuori. Nella terza vince la russa Savinova in 1:58.57 davanti a Francine Niyonsaba del Burundi, una outsider sempre più sorprendente di soli 20 anni, che ha ancora migliorato il record nazionale (1:58.67).

4x100 donne (batterie) - Le batterie sanciscono l'eliminazione delle russe, campionesse olimpiche a Pechino, e delle fortissime bahamensi. Si è andato davvero forte, con ben quattro record nazionali nella prima serie. Accesso in finale per gli Stati Uniti con un clamoroso un 41.64 che quasi avvicina il record del mondo della DDR (41.37) peraltro ottenuto senza alcune titolari (quartetto con Madison, Tarmoh, Knight e Williams), Trinidad (42,31), Olanda (42,45), Brasile (42.55) e Nigeria (42.74). Per trinidegne, olandesi e brasiliane c'è anche il record nazionale, e per il Brasile anche il primato sudamericano. Dalla seconda batteria sono promosse l'Ucraina in 42.36, la Giamaica un po' pasticciona (un cambio al limite poteva lasciarle fuori) in 42.37, e la Germania in 42.69. Con 43.07, tempo ottenuto dalle ragazze di Bahamas e dalle polacche, non si entra in finale.

BATTERIE E QUALIFICAZIONI (sessione mattutina)

ALTO donne (qualificazione) - Una sessione tinta di giallo, con limite di ammissione alla finale fissato a 1,96. Si arriva a 1,93 con quattordici specialiste oltre la quota, e con la possibilità (una prassi attuata in precedenti occasioni) di allargare la partecipazione alla finale di due unità. Invece, dopo lunghe discussioni, si concede uno spareggio a tre a 1,96 che coinvolge le tre atlete che non hanno superato alla prima prova la misura di 1,93, e cioè la tedesca Friedrich, l'uzbeka Radzivil e la greca Steryíou. La Radzivil coglie il jolly al primo tentativo, e per Friedrich e Steryíou è notte. Tra le qualificate, Howard-Lowe, Chicherova, Beitia, Shkolina, Gordeyeva, Hellebaut e Barrett.

4x400 uomini (batterie) - Oscar Pistorius disputerà una finale olimpica, quanto di più era possibile chiedere, in senso mediatico-sportivo, alle batterie della staffetta maschile del miglio. Il quartetto sudafricano in realtà non temina la gara per il danno procurato da un kenyano al quattrocentista sudafricano Mogawane, che ostacolato cade rovinosamente e non riesce a passare il testimone a Pistorius. Danno evidente, reclamo, e Sud Africa in finale, in prima corsia. La batteria è stata vinta dal quartetto di Trinidad, approdato al record nazionale in 3:00.38. Nella seconda batteria le Bahamas e gli Stati Uniti scendono sotto i tre minuti e centrano la miglior prestazione mondiale dell'anno in 2.58.87. Promossi in finale anche britannici, cubani e belgi. Fuori i polacchi e addirittura i giamaicani, ritirati.

File allegati:
- RISULTATI/Results
- Le FOTO della SETTIMA GIORNATA/Photos

Il decatleta Ashton Eaton, nel 2012 oro olimpico e record mondiale (foto Colombo/FIDAL)


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