New York per il lampo di Bolt

11 Giugno 2015

Il 31 maggio 2008 Usain Bolt a New York corse in 9.72, lanciando così la stagione che lo porterà all'oro e record mondiale di Pechino. Domani il giamaicano torna all'Ichan Stadium per i 200 metri.

di Giorgio Cimbrico

Questa volta non è il caso di parlare di tempio: l’Ichan Stadium di Randall’s Island, sobborgo di Manhattan ne pressi di un luogo (Hell Gate, la Porta dell’Inferno) degno di “Gangs of New York” al più può avere l’aspetto di un campo scuola troppo cresciuto. Con poca storia e con una struttura che lo tiene anni luce lontano da monumenti come l’Olimpico di Helsinki o quello di Stoccolma, l’impianto dedicato a un ardito re della finanza, è entrato di forza nelle vicende che hanno lasciato il segno: il trampolino di Usain Bolt, per di più in una sera di fulmini da cui scaturì il lampo. Prego, il Lampo. 

Sette anni, e sembra di parlare della giovinezza di un eroe, di un Sigfrido di Giamaica senza spada né mantello. Quel record, quell’esplosione, furono inaspettati? Non tanto, non del tutto. Il 3 maggio, a Kingston, il giovanotto aveva dato una prima secca svolta alla sua vocazione e alle sua adolescenziali imprese da duecentista: 9”76, a due centesimi dal mondiale reatino di Asafa Powell.

Venne in mente un altro eroe proposto da un Olimpo  in vena di generosità. Può un uomo alto quasi due metri e pesante 120 chili giocare all’ala? Può, se si chiama Jonah Lomu. Il nuovo Bolt spinse alla stessa domanda: può un uomo alto quasi due metri diventare il re della reattività assoluta? Usain rispose che si poteva in quella sera newyorkese che subì un paio di ritardi, prima un’ora, poi 40’ per un improvviso e violento fortunale che si abbattè sulla città.

Al tirar delle somme, le 23 erano passate da dieci minuti quando vene il momento di andare ai blocchi. “Se esco bene, batto Gay”. Un diretto al mento di Tyson che in quel momento era il campione con tre cinture - 100, 200 e staffetta a Osaka – e non aveva realizzato di dover incontrare la sua nemesi che, in Giappone pochi mesi prima, era riuscito a tenere alle spalle.

Il riassunto di quel che accadde viene fornito proprio da Gay: “Guardate che io ho corso forte, ma proprio forte, ma lui fa passi più lunghi”. Può sembrare una spiegazione semplice ma è perfetta. Usain partì bene, Tyson provò a mettersi alle calcagna e lì rimase, accusando 13 centesimi: 9”72 a 9”85. L’ora tarda e la pista umida, persino con qualche piccola pozzanghera, accesero il solito dibattito virtuale: ma quanto poteva fare Bolt in condizioni migliori? Una prima risposta venne il 16 agosto, a Pechino: 9”69 dando un’occhiata all’indietro, un gesto che, chissà perché, finì per attirare le critiche dei Signori degli Anelli. La seconda arrivò un anno dopo, a Berlino: tempo buono, pista perfetta, 9”58.

Bolt sta per tornare su quella gomma, per iniziare a colmare la distanza che, sui 200, lo divide da Justin Gatlin, il newyorkese che a New York non gareggia: per il momento siamo sui cinque metri, 19”68 a 20”13, ottenuti, bisogna dirlo, in condizioni molto diverse. Perfette a Eugene, pessime a Ostrava. Sui 100, più o meno lo stesso gap: 9”74 a 10”12.

L’Icahn ha un altro record: ha offerto la miglior misura perdente della storia del salto in alto, un anno fa 2,42 di Mutaz Essa Barshim, dietro Bohdan Bondarenko, stessa misura. Bilancio, due record continentali, Europa e Asia. Non siamo ancora agli archivi sconfinati raccolti in lunghi anni dal Bislett, dal Letzigrund, dall’Olimpico di Roma, dall’Olympiastadion di Berlino, ma anche lo stadiolo sull’isola inizia a rilegare volumetti da tramandare ai posteri.

Domani, Bolt per il progresso – per forza - e Pichardo per l’eccesso. PPP ha 18,01 di media nelle quattro gare che hanno scandito la sua stagione e, come Usain, viene da un’isola nella corrente. Il momento dell’acuto ha profumo di Caribe.

SCHEMBRI - Ci sarà anche un azzurro in gara nello scontro tra i giganti del triplo. E' Fabrizio Schembri (Carabinieri), ottavo ai Mondiali 2013, che sulla pedana neworkese farà il suo esordio stagionale all'aperto dopo che quest'inverno ha vinto il tricolore indoor con 16,58.  

TV - L'Adidas Grand Prix di New York, settima tappa della IAAF Diamond League 2015, sarà trasmesso in diretta su Fox Sports 2HD dalle ore 19 alle 21.

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