New York gela Meucci

25 Maggio 2013

Freddo e vento condizionano il meeting della grande mela. L'azzurro solo ottavo nei 5000 (13:50.53).

E’ il maltempo, il vero protagonista della giornata di Diamond League a New York. Vento, temperatura polare, pioggia a tratti, hanno rovinato diverse gare del programma del meeting della grande mela, terza tappa del circuito dei diamanti. Difficoltà soprattutto sulle pedane, certo, ma anche la pista ha finito per pagare dazio alle follie di una primavera vista davvero di rado. Pochissima gloria per l’unico azzurro in gara, Daniele Meucci, finito mestamente ottavo nei 5000 metri in un improbabile 13:50.53 (vittoria all’etiope Gebriwhet in 13:10.03. mpm 2013). Dopo un paio di chilometri relativamente sonnacchiosi (2:40, 5:18), il vincitore ha prodotto un 1000 metri che ha allungato la fila (2:35), prendendo il largo in solitaria. Meucci si è staccato quasi subito, perdendo contatto con il resto degli avversari.

L’attesissimo Tyson Gay non ha deluso le attese, vincendo i 100 metri in 10.02 (-0.8), crono che sintetizza sì le difficoltà ambientali, ma la dice anche lunga sullo stato di forma dello statunitense. L’altra superstar della riunione americana, il keniano David Rudisha, si è imposto negli 800 metri in un comodo (per lui, naturalmente) 1:45.14, badando al sodo in una giornata davvero poco adatta all'atletica outdoor. Tra i risultati di maggior valore, spicca il 68,48 della croata Sandra Perkovic nel disco.

La notizia del giorno è comunque il ritorno – con vittoria – di un'altra atleta croata, Blanka Vlasic, che ha messo in file tutte le rivali dell’alto superando l’1,94 (poi tre errori, a gara vinta, a 1,97). Di buon livello, alle luce delle condizioni, le performances nelle altre prove di sprint: il 20.11 (+0.9) del giamaicano Warren Weir, il 22.53 (-1.3) della connazionale Veronica Campbell Brown, e soprattutto il 49.91 nei 400 metri di Amantle Montsho, finita a soli 3 centesimi dalla sua miglior prestazione mondiale dell’anno (niente duello con la statunitense Sanya Richards, non partita). Nell'asta Jenny Suhr sceglie bene la misura d'entrata, producendo - tra le difficoltà di quasi tutte le avversarie - il 4,63 buono per il successo finale.

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