Nebiolo nelle parole dei "suoi" atleti



Tanti i campioni che oggi a Roma hanno voluto essere presenti in varie forme alla cerimonia per Nebiolo, a partire da Marcello Fiasconaro, da poco nominato Cavaliere delle Repubblica, che ha inviato un messaggio dal Sud Africa. Ma anche Roberto Frinolli, Giuseppe Gentile, Carlo Grippo, Stefano Tilli e Pierfancesco Pavoni, Roberto Tozzi, Mauro Zuliani, Sandro Bellucci, Paola Pigni e Rita Bottiglieri. E poi Marisa Masullo e Vittorio Visini, due campioni che hanno anche il primato di presenze in maglia azzurra. Con loro pure Giuseppe Cindolo, Massimo Magnani, Erminio Azzaro, Sergio Liani, Ennio Preatoni e i marciatori Carlo Mattioli, Roberto Buccione, insieme alla voce dell'atletica in tv, Franco Bragagna. Tutti per raccontare il "loro" Nebiolo. "Oggi non si poteva mancare - dichiara l'olimpionica dell’alto a Mosca 1980, Sara Simeoni - per me Nebiolo è stato come un padre. Di lui ricordo la sua voglia instancabile di far sì che l'atletica italiana fosse conosciuta nel mondo come il calcio. Entrare in Federazione era come entrare in casa. Ci si sentiva parte di un mondo. Sapeva essere severo, ma anche divertente. Lo ricordo con affetto. Mi ha dato l'opportunità di realizzare un sogno".

"Io ho fatto tutta la mia atletica con Nebiolo - aggiunge la campionessa olimpica dei 1500 metri a Los Angeles 1984, Gabriella Dorio - era un grandissimo personaggio. Quando si andava in giro con lui non c'era Capo di Stato che non lo accogliesse con rispetto. Lui conosceva tutto di tutti. Ricordo che una volta in Coppa Europa, mi fu chiesto all'ultimo momento di doppiare 800 e 1500. Eravamo in piena estate e non era facile. Lui andò a domandare personalmente al mio ragazzo cosa ne pensasse. Di quegli anni non posso dimenticarmi l'entusiasmo e la partecipazione. Eravamo forse dei sognatori, ma anche molto concreti. Noi di quella Nazionale sapevamo di essere l'atletica".

In un video le parole dell'olimpionico ed ex primatista mondiale dei 200, Pietro Mennea: "Nebiolo è stato uno dei più grandi dello sport a livello mondiale. Ha portato l'atletica all'esasperazione dello spettacolo. L'unico rimprovero che gli si può fare è quello di  non aver preparato degli eredi dietro di lui. E'stato un grande dirigente, sempre dalla parte dei suoi atleti". Un aspetto quest'ultimo sottolineato anche dal campione europeo dei 10000 metri a Stoccarda 1986 Stefano Mei: "Non sempre andavamo d'accordo e tante volte l'ho fatto arrabbiare. Ma quello che più gli va riconosciuto ed è una cosa non così frequente in un dirigente, è il fatto che ci volesse proprio bene".

"Non dimentico la sua felicità - si legge in un messaggio inviato da Maurizio Damilano, oro olimpico a Mosca '80 e due volte campione del mondo nella 20 km di marcia - per i nostri risultati. Ha saputo dare modernità, dinamica e importanza all'atletica italiana." Parla, infine, in un video anche Alberto Cova, autore della celebre tripletta d'oro sui 10.000 realizzata tra Europei '82, Mondiali '83 e Giochi '84: "Nebiolo possedeva un carisma significativo. Ricordo che, la sera prima, in Coppa Europa nel 1985 a Mosca, si temeva il rischio di retrocessione per l'Italia. Mi convinse a correre anche i 5000, quando io, da lì a pochi giorni, avrei voluto partecipare al Meeting di Zurigo. Accettai e andò bene. Il giorno dopo sui giornali, come lui mi aveva preannunciato, si parlava di me come una sorta di "salvatore della patria". Un personaggio come Nebiolo oggi manca moltissimo".

Tutti gli atleti intervenuti sono stati premiati così come un riconoscimento è stato riservato anche ai quattro Direttori Tecnici dell'"era Nebiolo" Bruno Cacchi, Sandro Giovannelli, Elio Locatelli ed Enzo Rossi.  

a.g.

Nella foto, la stretta di mano tra Sara Simeoni e la signora Giovanna, vedova di Nebiolo. In quella in basso, alcuni degli atleti presenti: Stefano Mei, Gabriella Dorio, Sara Simeoni, Stefano Tilli e Pierfrancesco Pavoni (Claudio Petrucci per FIDAL)



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