Nanchino, Fiorese e Stella sul podio

23 Agosto 2014

Ai Giochi Olimpici giovanili Beatrice Fiorese è seconda nel lungo (6,21) e Noemi Stella è terza nella marcia (23:38.10)

di Raul Leoni

Due medaglie per la spedizione azzurra a Nanchino nella prima giornata olimpica destinata alle finali atletiche: prima il bronzo di Noemi Stella (23:38.10) nei 5000m di marcia dominata dalla cinese Ma Zhenxia (lunga fuga solitaria, conclusa in 22:22.08), poi l’argento della vicentina Beatrice Fiorese, che è stata in testa fino al penultimo turno con un balzo da 6.21 (+0.7) e poi superata dall’ucraina Yelizaveta Baby con una misura identica (6.26) a quella segnata nelle qualificazioni dall’azzurra (premiata poi dalla grande Irena Kirszenstein-Szewinska). Resta ai piedi del podio un’altra vicentina, Elena Bellò, nonostante il bel personale di 2:06.31 nella finale degli 800 metri. Infine il settimo posto di Ilaria Verderio nei 400m, dove la sedicenne brianzola peggiora leggermente il suo accredito della batteria (54.43 contro 54.18). Nella mattinata cinese le finali B, con due sedicenni italiani in gara: quarta nella finale B dei 100hs Martina Millo (14.67/-1.2, dodicesima) e sesto nella finale B dell’alto il piemontese Stefano Sottile (2.02 alla terza prova, quattordicesimo nel totale). Nei 110m ostacoli cade il primato mondiale “youth” grazie al 12.96 del giamaicano Jaheel Hyde (campione mondiale juniores dei 400hs un mese fa a Eugene): demolito il 13.12 del francese Wilhem Belocian edizione 2012 (anche il transalpino è campione mondiale juniores in carica di Eugene 2014, nei suoi 110hs).

STREAMING - Sarà possibile seguire la seconda edizione dei Giochi Olimpici di Nanchino in diretta streaming attraverso il seguente LINK:nanjing.ovp.olympic.tv (l’ora locale è +6.00 rispetto all’Italia).

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LE GARE DEGLI AZZURRI (23 agosto)

800m F (finale A) – Il discorso deve necessariamente partire dalla finale B, perchè la kenyana Agnes Ngovi – infilata in batteria dall’azzurra Elena Bellò ed esclusa dalla lotta per le medaglie – non si presenta neanche al via: strana interpretazione dello spirito olimpico ... E così andiamo sulla finale che assegnerà il titolo: la curiosità è vedere quanta benzina sarà rimasta alle protagoniste, dopo un primo tirato alla morte per il particolare regolamento dei Giochi giovanili. Ammaestrata dall’esperienza di Baku, dove era stata buttata fuori assetto da uno scarto improvviso della russa Akseyeva (presente anche qui), Elena mantiene la corda con grande giudizio e segue il terzetto che alla campana (61.09) conduce le danze: poi un’incertezza all’ingresso dell’ultima curva, l’azzurra perde qualche metro e nel rettilineo non riesce a completare la rimonta su atlete già lanciate verso il podio. La vicentina finisce quarta, comunque bravissima, ed il personale è riscritto a 2:06.31, sempre più terza nella lista italiana all-time capeggiata da Fabia Trabaldo e Gabriella Dorio: conoscendo la famiglia Bellò e dintorni, magari resterà un pizzico di rammarico. Ma non ce n’è motivo. Gran finale vincente della ghanese Martha Bissah (2:04.90), poi Alemu Negeri, l’etiope prima al passaggio del giro (2:06.01) e una spanna indietro la tedesca Mareen Kalis (2:06.03), le altre medagliate sulle quali incombeva l’ombra di Elena Bellò.

400m F (finale A) – Con pochissime esperienze specifiche sulla distanza, la sedicenne brianzola Ilaria Verderio deve affrontare la sua prima finale olimpica tutta all’esterno, in nona corsia, senza riferimenti: il cuore della lotta per le medaglie è invece al centro della scena, dove si danno battaglia la migliore delle batterie, Jessica Thornton (l’australiana scende ancora, 52.50), e la ragazza del Bahrein Salwa Naser, che a differenza del primo turno si presenta sui blocchi con un body integrale modello spaziale, anzichè col tradizione “chador”.  Poi l’emula del fenomeno grenadino Kirani James, Meleni Rodney, che soffia il bronzo alla francese Carti, molto più in palla di una batteria dove ha strappato la promozione per il rotto della cuffia.

E la giovanissima azzurra? Ilaria non è sicuramente quella di Baku, dove demolì una storica MPN, nè quella di Rieti, dove segnò la seconda prestazione di sempre dei 400hs allieve, alle spalle di Virna De Angeli: finisce settima in 54.43, comunque perfettamente in linea con le attese di questa trasferta cinese (tutte le atlete che la precedono, segnano tempi migliori del suo primato italiano).

Lungo F (finale A) – Dopo la “pole position” incassata in qualificazione (6.26, quarta prestazione italiana di sempre), la vicentina Beatrice Fiorese non poteva più nascondersi: e così ha mandato in scena una finale da protagonista, quasi costantemente leader provvisoria, sempre in grado di rintuzzare gli attacchi che sono arrivati nei primi tre turni dalla statunitense Rhesa Foster. Poi lo stoccata decisiva, da parte dell’ucraina Yelizaveta Baby, risalita dal bronzo all’oro virtuale con un salto di 6.26 (+0.1) quando ormai stava andando in scena il quarto e ultimo turno previsto dal regolamento olimpico. E’ quindi argento per l’azzurra, comunque autrice di una prestazione straordinaria: anche il suo 6.21 (+0.7) di oggi è migliore dell’accredito con la quale era partita dall’Italia. Resta di bronzo l’americana Foster (6.17) in una finale di notevole spessore tecnico: e la capolista stagionale Yekaterina Kropivko (la russa era accreditata di 6.38) deve accontentarsi di una vittoria agrodolce nella finale B della pedana accanto.  

Marcia 5000m F (finale) – Al via ci sono 15 marciatrici e l’azzurra Noemi Stella è seconda solo alla cinese Ma Zhenxia quanto a credenziali cronometriche. Prime schermaglie e poi, al primo chilometro (4:33.70 tirato dalla messicana Valeria Ortuno), si ritrovano in sei al comando: Noemi è più coperta del solito. Subito dopo, fuoco alle polveri: è la rampa di lancio che porta in fuga la cinese Ma, mentre l’azzurra si lascia sorprendere almeno in partenza. Poi il bronzo mondiale di Donetsk reagisce, ma nel frattempo l’idolo della tribuna si è involata sul piede di ritmi insostenibili per tutte le altre: la ragazza di Grottaglie gioca necessariamente in difesa e agguanta il bronzo. Il sogno sarebbe stato quella di emulare l’ex compagna di allenamento Anna Clemente, campionessa uscente a Singapore 2010. Ma Zhenxia si installa al secondo posto delle liste stagionali di categoria, alle spalle del talento targato Don Milani, con  22:22.08, argento a Valeria Ortuno (23:19.27) e bronzo a Noemi Stella (23:38.10): il gap è sostanzioso, ma con le condizioni ambientali di oggi solo la cinese è riuscita a marciare sui suoi standard abituali.

Alto M (finale B) – Un altro portacolori italiano con il magone, dopo una qualificazione molto lontana dalle sue aspettative: per Stefano Sottile, classe ’98, resta l’esperienza eccezionale dei Giochi, la scena olimpica alla quale è passato in pochi mesi dai Tricolori cadetti di Jesolo. In archivio va un 14° posto totale, il sesto in questa finale B, frutto del 2.02 ottenuto alla terza prova: poi tre nulli a 2.05.

100hs F (finale B) – Molto delusa Martina Millo: e anche molto lontana dall’eccellente prestazione ottenuta in batteria, che aveva portato la triestina ad un decimo dalla finale: quarta (14.67/-1.2) nella gara vinta dall’australiana Rachel Pace (14.07), l’azzurra occupa la dodicesima posizione complessiva.

I GIOCHI DEGLI ALTRI – Il protagonista assoluto della giornata è il giamaicano Jaheel Hyde: già campione mondiale juniores dei 400hs un mese fa a Eugene, il fenomeno caraibico migliora il primato mondiale “youth” dei 110hs, vincendo l’oro olimpico con 12.96 (+1.3). E il secondo? A 44/100 di distanza, è il tedesco Hannemann. Podio tutto europeo nei 100hs allieve, ma con un esito del tutto diverso rispetto all’Eyot: fuori dalle medaglie l’oro di Baku Klaudia Sorok, il titolo di Nanchino va alla francese Laura Valette che eguaglia a 13.34 (0.0) il PB già ottenuto in batteria (il primato olimpico resta in possesso di Yekaterina Bleskina, 13.32). Nella mattinata di Nanchino c’è anche una splendida finale dei 400 metri maschili: in tre vanno sotto i 47”: quattro anni fa a Singapore c’era riuscito – solo in batteria – il dominicano Luguelin Santos, così il 46.31 del giamaicano Martin Manley è il nuovo record olimpico (poi Sibanda, Botswana, 46.76 ed il bahamense Delauze, 46.91). Ci vuole un grande personale del cinese Cheng Yulong (64.14) per togliere l’oro al favorito Clemens Prufer, perchè il “fratello d’arte” tedesco – un po’ in imbarazzo con i nulli in avvio di finale – deve accontentarsi di 63.52: un gap abissale con il bronzo dell’ucraino Valitov ed il resto della compagnia. Oro alla svizzera Angelica Moser nell’asta: 4.36 vale anche il nuovo primato elvetico addirittura a livello juniores e l’ingresso nella top-10 mondiale di sempre, anche se la neo-campionessa fallisce i tentativi a 4.48 (il primato resta così alla svedese Bengtsson con 4.47). E poi argento al Venezuela, 4.10 per Robellys Peinado. Sorpresissima nei 100m allieve: una falsa partenza toglie di scena la polacca Ewa Swoboda, strafavorita dopo l’11.30 della batteria: una manna per i cinesi, che vedono svettare Liang Xiaojing fino all’oro con un 11.65 pregevole, ma lontanissimo dai tempi della sfortunata Ewa. Ennesimo inno cinese alla premiazione del disco: Sun Kangping fa il personale a 52.79 e toglie la leadership mondiale stagionale all’ucraina Alyona Belyakova (argento con 51.64). Poi tutti gli occhi puntati sulla finale dei 100m maschili: partenza fulminante dell’australiano Trae Williams, ma il serbatoio già intaccato dal 10.51 della batteria finisce per lui a cinque metri dall’arrivo (chiude in 10.60/-0.5), superato sul filo dallo zambiano Sidney Siame (10.56) e dal giapponese Kenta Oshima (10.57). L’alto allievi si decide a quota 2.16, dove sono ancora in quattro a battagliare: l’unico a superare la misura è il russo Danil Lysenko (d’altronde capolista stagionale con 2.24, capace poi di legittimare il suo titolo olimpico con un salto a 2.20) e l’ucraino Oleksandr Barannikov si deve mangiare i gomiti per un’asticella che cade quando già il giovanotto è sceso dai sacconi esultante. E così resta quarto, mentre sul podio seguono Lysenko il giapponese Hiramatsu e l’australiano James, entrambi fermi a 2.14 come lo sfortunato Barannikov.     

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