Nanchino, Bocchi triplo d'argento

25 Agosto 2014

Ai Giochi Olimpici giovanili arriva la terza medaglia azzurra: il triplista è secondo con 16,01 (+0.3). Quarta Nicole Reina nelle siepi.

di Raul Leoni

Arriva dal settore maschile la terza medaglia olimpica della spedizione azzurra ai Giochi giovanili di Nanchino, dopo i due podi al femminile conquistati da Beatrice Fiorese nel lungo (argento) e da Noemi Stella nella marcia (bronzo): il triplista di Monticelli Terme (Parma) Tobia Bocchi è argento con 16.01 (+0.3, suo secondo salto della carriera oltre i 16 metri) nella finale vinta dal talento del Suriname Miguel Van Assen (16.15/0.0). L’azzurro si prende la rivincita sull’azero Nazim Babayev, che lo aveva battuto sulla pedana di casa a Baku e qui è solo bronzo (15.96/-0.1). Manca l’appuntamento con la medaglia dei 2000m siepi la lombarda di origini ucraine Nicole Reina: l’azzurra è quarta in 6:38.68, dopo aver perso il duello per il bronzo con l’ungherese Lilli Anna Toth (6:31.92), mentre in testa la kenyana Rosefline Chepngetich ha battuto nella volata per il titolo l’etiope Zewdinesh Teklemariam. Altri due piazzamenti azzurri nelle finali A dell’ultima giornata: settima la triplista Valentina Kalmykova (12.18/-0.1) e decima nei 1500m Chiara Ferdani (4:39.88), entrambe su prestazioni nettamente inferiori ai brillanti primati personali segnati nella fase eliminatoria. I Giochi si chiudono in finale B con il 14° posto per il giavellottista Jordan Zinelli (53.30) ed il 15° per l’astista Matteo Capello (4.30).

BILANCIO - L’Italia atletica chiude quindi con due argenti ed un bronzo, oltre a tre quarti posti (oggi Nicole Reina sulle siepi, in precedenza Elena Bellò negli 800 metri e Lucia Prinetti Anzalapaya nel martello). Tra i piazzamenti da finale A vanno segnalati tre settimi posti, con Ilaria Verderio nei 400 metri, copn Leonardo Fabbri nel peso e con Valentina Kalmykova nel triplo, mentre Chiara Ferdani si è piazzata decima nei 1500 metri. Sfortunato Filippo Tortu, che ha dovuto rinunciare alla corsia dei 200 metri conquistata in batteria a causa dell’infortunio ad entrambi i polsi. Nonostante l’assenza dell’oro, che a Singapore 2010 era stato conquistato dalla marciatrice Anna Clemente, le medaglie salgono da due a tre: da cinque a dieci le presenze "reali" nelle finali A e da quattro a nove i finalisti “classici” (piazzamenti nei primi otto). Domani chiusura con le staffette per rappresentative continentali, una kermesse dal sapore ludico che si consumerà sulle strade adiacenti al Villaggio Olimpico.

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LE GARE DEGLI AZZURRI (25 agosto)

2000m siepi F (finale A) – Per due terzi della gara ci sono due duelli separati: quello per l’oro, tra la kenyana Rosefline Chepngetich e l’etiope Zewdinesh Teklemariam, e quello per il bronzo, tra l’ungherese Lilli Anna Toth e l’azzurra Nicole Reina. Alla campana i giochi non sono ancora del tutto fatti, ma l’ordine d’arrivo è esattamente quello che si delinea sul rettilineo di fronte: riscatto kenyano per il titolo (6:22.67 contro 6:26.02), all’esito di una spedizione che ha raccolto meno di quanto si poteva aspettare, e progressione vincente della magiara sull’allieva di Giorgio Rondelli. C’è da dire che il 6:31.92 della Toth è al momento forse troppo distante dalle possibilità di Nicole: che, un po’ sfiduciata nel finale dal quarto posto, manca anche il possibile obiettivo del primato italiano e chiude in 6:38.68, comunque suo secondo “crono” di sempre.

Triplo M (finale A) – Dopo due medaglie al femminile, arriva dal settore maschile il terzo podio della spedizione azzurra a Nanchino: il merito è di Tobia Bocchi, l’ex rugbista di Parma che si è ormai calato alla perfezione nel ruolo di prospetto di lusso del triplo, specialità tra le più titolate del nostro panorama atletico. La stoccata d’argento arriva al secondo salto, con quella che è la seconda prestazione della carriera per l’azzurro, oltre i 16 metri (16.01/+0.3) dopo aver violato il muro ai Tricolori di Rieti con 16.04 (secondo allievo all time, dopo Andrew Howe). Il talento del Suriname Miguel Van Assen, come in qualificazione, è una spanna avanti a tutti, 16.15 (0.0): ma Bocchi consuma una vendetta a freddo nei confronti dell’azero Nazim Babayev, che aveva vinto l’Eyot a Baku – sulla pedana di casa – e qui è bronzo (15.96/-0.1).

1500m F (finale A) – Anche in questo caso il serbatoio azzurro è in rosso: Chiara Ferdani si è resa protagonista di una batteria tanto vivace quanto dispendiosa, e la sua finale dura soltanto un paio di giri. Poi la brava atleta massese non riesce più a sostenere i ritmi del gruppo davanti e si lascia sfilare: chiude decima e ultima in 4:39.88, nella sua Olimpiade giovanile resta in ogni caso il caparbio coraggio dimostrato nella prima uscita, con un personale abbattuto di cinque secondi. Ennesima delusione kenyana nel mezzofondo: la superiorità dell’etiope Tesfaye Alemu è disarmante (4:15.38), nettamente battuta Winfred Mbithe (4:17.91). Proprio sul rettilineo il ritorno prepotente di Dalila Gosa regala al Bahrein un'altra medaglia sulle medie distanze, strappando il bronzo alla forte tedesca Kosterhalfen.

Triplo F (finale A) – La gara è un susseguirsi di colpi di scena, ma l’azzurra Valentina Kalmykova – dopo la brillante qualificazione a suon di personale (12.72) – non riesce a trovare gli automatismi giusti: due nulli in apertura, poi un paio di salti modesti. La romana di Nettuno manda a referto un 12.18 (-0.1) e deve accontentarsi del settimo posto: in ogni caso è una finale olimpica, conquistata con piglio battagliero. Resta la sensazione che per molti azzurri questo doppio impegno risulti indigesto, troppe energie fisiche e nervose bruciate alla ricerca della finale che conta: invece le medaglie sono accompagnate da altri PB, per tutte e tre le atlete che vanno sul podio (la francese Yanis David, 13.33, l’australiana Tay-Leiha Clark, 13.06, e l’ungherse Eszter Bajnok, 13.01).

Giavellotto M (finale B) – Il lettone Jazeps Groza, che ha svolto la preparazione primaverile proprio in Italia, trova nella finalina una zampata da 70.61: molto più scarico il nostro Jordan Zinelli, incapace di domare il suo attrezzo almeno in uno dei quattro lanci messi a disposizione dal regolamento olimpico. Alla fine un 53.30 abbastanza insignificante per il veronese della Bentegodi: nella classifica finale è 14°.

Asta M (finale B) – Dopo i tre nulli in entrata della qualificazione, Matteo Capello comincia da quote più basse: per lui 4.30 alla seconda prova e settimo posto, ciò che significa la 15^ posizione nel totale della competizione. Anche la celebrata scuola francese è relegata alla finale B in questa occasione: un contentino il successo parziale di Pierre Cottin (4.80).

I GIOCHI DEGLI ALTRI – L’ennesima medaglia cinese, subito in mattinata, è frutto della buona sorte dei ragazzi di casa, come in molti altri casi qui a Nanchino: certo, il metallo più pregiato bisogna anche cercarselo, cosa che Xu Zhihang fa caparbiamente nella finale dei 400hs, giungendo appaiato al centesimo (50.61) con il tunisino Mohamed Jilassi. Nota di merito per il vincitore della finale B: il 52.31 dell’iraniano Shooryabi è davvero pregevole e varrebbe il quinto posto nella finale che conta. Si passa nel pomeriggio al giro di pista con barriere al femminile: che sia una competizione di alto livello lo si vede già dalla finale B, vinta sotto il minuto dalla messicana Paola Moran (59.74). Poi si parte per l’oro ed è una gara ad alta tensione, dove succede un po’ di tutto: sull’ultimo ostacolo emerge da dietro la sudafricana Gezelle Magerman, che conferma i progressi già messi in evidenza in batteria scendendo a 57.91 (e toglie così la terza posizione nelle liste mondiali all’azzurra Ilaria Verderio), davanti ad altre quattro che fanno meno di 60”. Ma all’appello manca la tedesca Demes, caduta sull’ottava barriera quando era seconda, e anche la giamaicana Cohen, fermata sul rettilineo da un problema, anche lei in lotta per la medaglia. All’ultimo lancio del giavellotto maschile, il francese Lukas Moutarde passa dal bronzo all’oro: 74.48 per superare il leader provvisorio Alexandru Novac (73.98), lanciatore romeno che in qualificazione aveva lanciato oltre tre metri in più. Successo a stelle e strisce negli 800m allievi: irresistibile progressione di Myles Marshall ai 600 metri e per gli altri non ce n’è (1:49.14), compreso il favorito etiope Mulata (bronzo, alle spalle dell’ugandese Balimumiti): e prosegue la debacle del mezzofondo kenyano, qui relegato addirittura in finale B e ancor peggio, con Anthony Kiptoo squalificato per invasione di corsia. L’oro dell’asta maschile va allo spagnolo Noel-Amam Del Cerro (5.10): ma nel confronto finale per il podio non viene coinvolto solo il russo Vladimir Shcherbakov, bensì anche la new-entry dell’Iraq, Muntadher Abdulwahid (entrambi a 5.05, rispettivamente argento e bronzo). Una superiorità abissale accompagna sul gradino più alto del giavellotto Hanna Tarasiuk: la bielorussa lancia a 59.52, praticamente sei metri oltre la misura che vale l’argento alla tedesca Schonig (53.68). L’ultimo inno a risuonare nell’Olympic Stadium di Nanchino è quello etiope: ancora una sconfitta kenyana, perché Wegene Sebisibe (5:38.42) travolge le resistenze di Amos Kirui, che in avvio aveva provato a metterla sulla tattica. Inutilmente. 

File allegati:
- Il sito della manifestazione


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