Mondo: sulla rotta di Portland

07 Marzo 2016

Spagna e Polonia chiudono l'elenco dei campionati nazionali indoor in Europa. Dai salti e dai lanci ultimi flash in prospettiva iridata.

di Marco Buccellato

A Madrid la festa parte dal lontano 2002, l'anno del primo titolo spagnolo al coperto per l'ormai quasi 37enne Ruth Beitia, la cui striscia consecutiva ha raggiunto quota quindici, condita anche dal primato mondiale stagionale di 1,98 (tre errori a due metri). Più tattiche che mai, le finali del mezzofondo uomini ai campionati spagnoli hanno premiato Kevin Lopez sugli 800 (1'49"20) e Manuel Olmedo sui 1500 (addirittura 4'02"79, dodici secondi più lento che in batteria). Ai campionati polacchi di Torun il baby recordman Bukowiecki pensava di aver messo al sicuro il titolo del peso con 20,37 al terzo turno, ma il meno noto Rafal Kownatke, tre personal best in rapida successione, lo agguantava in extremis e a parità di misura si assicurava la vittoria grazie al secondo miglior lancio. Bukowiecki sarà a Portland in compagnia della novità stagionale Haratyk (21,35), quarto ai campionati. Al mondiale si registrerà l'assenza di Majewski, due ori olimpici, a sua volta terzo per una manciata di centimetri. Tra gli altri risultati, 1,94 per la campionessa del mondo di salto in alto Kamila Licwinko (un errore a 1,99 e due a 2,03). Nella squadra selezionata per Portland, la 4x400 femminile è forte di buoni riscontri individuali ai campionati e eccellenti test sui 300. Dalla Norvegia, il tuttofare Karsten Warholm ha vinto i 400 in 46"31 (record nazionale), il lungo con 7,44 e i 200 in 21"04. Sprint donne alla sempre esplosiva Okparaebo in 7"17.

Saltatori in cerca di gloria: Spanovic, Lavillenie, Büchler e l'altro mondo

Ha iniziato Ivana Spanovic martedì scorso nel nuovo impianto di Belgrado, atterrando a 6,85. Dal lato pesisti, il croato Stipe Zunic ha vinto con 20,54, poi ha bissato con 20,60 ai campionati invernali di Spalato. Il top della settimana è stato tuttavia raggiunto ancora una volta da Renaud Lavillenie, salito a 6,03 nel meeting di Jablonec con soli quattro salti (5,74, 5,90 e 6,03 con due prove) prima di fallire a 6,10. L'asta regala altri exploits dal settore femminile. In Germania la primatista elvetica Nicole Büchler ha stabilito il primato nazionale assoluto con 4,75. In Australia, l'appena 20enne Eliza McCartney (sarà nel team-kiwi a Portland) ha migliorato per la quinta volta in pochi mesi il record neozelandese portandosi alla cifra di 4,80, primato dell'Oceania, per il quale ha impiegato tre tentativi. Nella vicina Australia, l'atleta spodestata dalla McCartney del record continentale, Alana Boyd (4,77 in gennaio) ha gareggiato nel World Challenge di Melbourne vincendo con 4,71.

Oregon, eccoci: i britannici

Svanite le possibilità di difendere il titolo mondiale dei 60 con la squalifica per falsa partenza ai campionati britannici, Richard Kilty ha chiuso la campagna invernale con un sonante 6"50, secondo miglior crono della carriera, nel già citato meeting di Jablonec.

A Portland andranno il campione d'Europa dei 100 James Dasaolu e Andy Robertson, assieme a altri ventuno atleti tra cui spiccano l'olimpionico di salto in lungo Greg Rutherford (reduce da due piccoli infortuni) e gli altisti Rob Grabarz e Baker (2,36). Tra le donne Tiffany Porter (7"89 a Jablonec), il duo Proctor-Ugen nel lungo donne, Dina Asher-Smith per i 60 piani e Morgan Lake (per lei il pentahlon).

Germania, Francia e gli altri

Selezioni in scala ridotta per tedeschi e francesi. Se Darmstadt diffonde un elenco di soli dodici atleti, a Parigi si contano solo nove atleti in partenza per il mondiale indoor. Tedeschi con le emergenti Wester nel lungo e Pinto sui 60 e Paech nell'asta (Holzdeppe assente per infortunio). Chiamatisi fuori da tempo Storl e la Schwanitz, nel peso gareggeranno Dahm e la Urbaniak. Per la selezione transalpina val bene il motto "pochi ma buoni": con Lavillenie, gli ostacolisti Martinot-Lagarde e Bascou, Mayer nell'eptathlon e il veterano Gomis nel lungo (8,23 a 35 anni), la rosa dei candidati a metalli più o meno preziosi è già ampia. Nel triplo il solo Compaoré, che come il campione del mondo Taylor ha cambiato piede di stacco. L'Olanda è composta da sette nomi, con le scontate punte di Dafne Schippers e Sifan Hassan. Nove anche da Praga, con Maslak nel team come campione uscente e tipi in forma come l'astista Kudlicka e il pesista Stanek. I più numerosi del lotto sono gli ucraini (quindici), con le punte nelle prove multiple (Kasyanov, Mokhnyuk, Fyodorova) e l'ottimo agonista Protsenko nell'alto. L'Oregon Convention Center tra venerdì e sabato emanerà anche i verdetti dai campionati USA. Per ora si conoscono solo i nomi destinati alle prove multiple (Ashton Eaton e Beach gli uomini, Kendell Williams e la Nwaba le donne) e quelli garantiti dal successo nello IAAF World Indoor Tour (Rodgers per i 60 metri, il triplista Craddock e l'iridata uscente Nia Ali sui 60 ostacoli).

Dragone Cina

Più di uno scossone da due tappe del Grand Prix nazionale: in evidenza soprattutto lunghisti (più di uno in ripetuta prossimità degli 8,20) e i velocisti, con tre nomi sotto i 6"56. Uno è però il finalista mondiale di Pechino Su Bingtian, che ha corso in 6"53 a New York. Il più carico di tutti appare il triplista Dong Bin, 17,41 e 17,25 in una settimana. Per la squadra iridata c'è ancora da aspettare, ma dovrebbe comprendere Gong Lijiao, alla ricerca del primo oro mondiale indoor femminile dopo un quarto di secolo. L'ultima fu, come lei, una pesista, Sui Xinmei.

Outdoor: Rudisha, Adams, Perkovic

Bella gara d'esordio per l'olimpionico e primatista del mondo degli 800 David Rudisha nel World Challenge di Melbourne. Una sgroppata chiusa con il sorriso in 1'44"78. Nella scia del kenyano, gara eccellente dell'australiano Luke Mathews, secondo in 1'45"16.

Già detto di Alana Boyd, riscontro positivo anche per la 20enne altista Patterson (1,93) e per la giavellottista Mitchell (64,37). Nel peso si profila una nuova brillante partecipazione iridata del neozelandese Tom Walsh, bronzo inatteso a Sopot. Nei due ultimi test ha ottenuto 21,11 ai campionati nazionali (ovviamente all'aperto) e 20,87 al World Challenge. L'ennesimo titolo nazionale di Valerie Adams stavolta ha il sapore della ritrovata competitività, dopo un 2015 interlocutorio a causa dell'intervento chirurgico di fine 2014. Per l'olimpionica un 19,43 che la ricolloca in pole position in prospettiva Portland (Gong Lijiao permettendo). Di ieri è lo squillo di Sandra Perkovic, consuetudine invernale a Spalato, come in anni precedenti. Con 70,59 la discobola ha ottenuto il suo secondo miglior risultato in carriera. Il settore lanci registra impennate outdoor anche con il martellista egiziano Mahmoud (78,39 in Sud Africa) e il collega magiaro Pars (77,38).

Fuori pista: strade, campestri e marce

Il kenyano Lucas Rotich ha vinto la maratona di Otsu in 2h09'11". Il clima favorevole ha graziato gli atleti, al contrario dell'edizione 2015, dove Daniele Meucci chiuse secondo in 2h11'10" sotto il diluvio universale. Kenyani in vista anche in Europa e Africa: a L'Aja hanno occupato le prime sei posizioni maschile della mezza maratona olandese con Edwin Kipyego primo in 1h00'27" (terzo a 8" il favorito Cheroben). Con Gebrselassie starter d'eccezione, la mezza maratona di Parigi è stata vinta da Cyprian Kotut in 1h01'04", mentre tra le donne si è imposta l'etiope Dibabe Kuma, in 1h09'21". Buon terzo posto per la 41enne Daunay, oro di maratona a Zurigo 2014, terza in 1h09'58". A Nairobi, scontata la nazionalità dei vincitori: Wilfred Kimitei in 1h00'38" e Valentine Kipketer in 1h09'05". La 10 km internazionale di Casablanca è stata vinta in 27'26" (trentesima prestazione assoluta sulla distanza) da Hassan El Abbassi, 37enne del Bahrain ex-marocchino e campione d'Asia in pista, che per un secondo ha battuto in volata il kenyano poco meno che 21enne Morris Gachaga Munene, reduce da una bella vittoria in Spagna sulla mezza maratona.

Nel cross, titoli nazionali francesi a Clemence Calvin e Hassan Chahdi (battuto però da due marocchini tesserati in Francia). In Germania Ringer vince il titolo senza affanni. Marcia: nella prima tappa dello IAAF Race Walk Challenge Andrea Chocho ha registrato il record dell'Ecuador e del Sud America coprendo i 50 km in 3h42'57". Nei Trials olimpici cinesi, vittorie pronosticate per il bronzo di Londra 2012 Wang Zhen sui 20 km maschili (1h19'12" sull'olimpionico in carica Chen Ding e Cai Zelin) e della campionessa e primatista mondiale Liu Hong (1h25'56"), che ha staccato di oltre due minuti Lu Xiuzhi (argento a Pechino, 1h28'07"). I 50 km a Wang Zhendong in 3h41'02", con quattro specialisti sotto le 3h45' (grazie a Nakamura, Juck, Jalava, Lilloe, Karamata, Baronet, Jenes).

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