Mondo, la primavera delle maratone

08 Aprile 2015

Da Parigi a Vienna, le strade delle più belle metropoli d'Europa si popolano di maratoneti.

Sui passi di Bekele

La Schneider Electric Marathon di Parigi torna un anno dopo il clamoroso debutto di Kenenisa Bekele, che al primo assalto ai 42 km centrò, lo scorso aprile, il record della corsa in 2:05:04. Presenti al via, nella suggestiva cornice degli Champs Elysées, podisti di circa 140 nazioni, per una cifra complessiva superiore alle 50.000 unità. Iscritti alla 39ª edizione, in campo maschile, ben nove maratoneti africani con primati inferiori alle due ore e sette minuti. Un altro etiope, secondo l'anno scorso dietro Bekele, si presenta con credenziali importanti: è il 25enne Limenih Getachew Yizengaw (2:06:49), alla ricerca del primo successo della carriera dopo una collezione di secondi posti che ha toccato nell'ultimo triennio corse prestigiose quali Amburgo, Colonia, e appunto Parigi un anno fa.

Ricco cast africano

Presenti anche gli altri etiopi Deressa Chimsa (2:05:42), Seboka Tola, Raji Assefa, Bazu Worku e Chala Dechasa, e i kenyani Michael Kipruto Kigen (2:06:59, secondo a Francoforte), Vincent Kipruto (2:05:13, vincitore della classica parigina nel 2009), Laban Korir, Gilbert Kirwa  e (non confermato) Moses Mosop, rientrato a ottimi livelli con la vittoria di Xiamen a inizio anno. Donne: la 31enne kenyana Emily Chemutai Ngetich (2:25:14), una novità alla luce dei sensibili miglioramenti dell'ultimo periodo, culminati nel quarto posto a Francoforte e nel secondo alla Roma-Ostia di poche settimane fa, è tra i nomi più interessanti, tra i quali troviamo un folto gruppo di etiopi formato da Mulu Seboka (2:21:56), Atsede Baysa (2:22:03, prima a Chicago nel 2012), Biruktayit Degefa (2:23:51), Amane Gobena (2:23:50) e Meseret Legesse (2:26:15). Sotto schiaffo il primato della corsa, detenuto da Feyse Tadesse (2:21:05). Tra le note transalpine c'è il debutto di Sophie Duarte, reginetta del cross due anni fa. Altre iscritte: Philes Ongori, Visiline Jepkesho e l'ucraina Olena Shurnho. La Jepkesho suscita curiosità: ha disputato due maratone, vincendole entrambe (Milano e Lisbona).

Vienna da record

L'evento sportivo austriaco per eccellenza ha già visto superare da un paio di settimane il precedente record di iscrizioni, avvicinandosi alle 45.000 unità. Kenyani e etiopi leader runner anche nella capitale austriaca. Getu Feleke (2:04:50), è il nome di punta tra gli uomini. Ha in animo il primato della corsa, detenuto da lui stesso in 2:05:41, crono col quale vinse lo scorso anno. L'ultimo test (1:00:45 nella mezza maratona di Barcellona a metà febbraio) lo ha convinto circa la possibilità di un ottimo riscontro cronometrico a Vienna. Contro di lui, in primis, i connazionali Gebu Burka e Sisay Lemma.

Aspettando Boston e Londra

Tra le donne c'è la tedesca Anna Hahner, vincitrice dell'ultima maratona viennese al termine di una grande rimonta ai danni della kenyana Caroline Chepkwony, presente anche domenica, e la kenyana Esther Chemtai, prima a Torino nel 2014. Tra le europee, l'elvetica Neuenschwander gode di una certa considerazione dopo l'1:11:06 nella mezza maratona a L'Aja di un mese fa.

Nelle puntate a seguire, Amburgo, Boston, e soprattutto Londra, la madre di tutte le 42 km, dove mancherà proprio lui, Kenenisa Bekele, infortunatosi nella maratona di Dubai.

Daegu tutta etiope

Prima di passare la mano al Vecchio Continente, la specialità ha toccato ancora una volta l'Oriente, con la 7ª edizione della maratona coreana di Daegu. Si sono imposti atleti etiopi con tempi discreti. Tra gli uomini, 2:07:26 di Girmay Birhanu sui kenyani Stephen Chemlany (2:08:21) e Ben Mutai (2:08.54). Tra le donne 2:27:24 di Meselech Melkamu sulla connazionale Dinkinesh Mekasha (2:29:44). Un ex-etiope, il miler tedesco Homiyu Tesfaye, ha invece vinto la 10 km di Paderbonr in 27:51, sfiorando di quattro secondi il limite nazionale risalente a oltre venti anni fa.

Kamworor pigliatutto

Dopo aver vinto il mondiale di mezza maratona nel 2014 e essersi laureato campione del mondi di cross pochi giorni fa, il kenyano Geoffrey Kipsang Kamworor punta ora ai campionati del mondo di Pechino, dove intende qualificarsi e corrre per l'oro sui 10000 metri. E' talmente sicuro di riuscire a superare lo scoglio delle qualificazioni nazionali kenyane che ha già pronta la strategia per assicurarsi l'oro iridato in Cina: ritmo molto alto fin dai primi giri, per evitare di giocarsi il titolo in volata. Nei programmi di Kamworor, 10000 anche a Rio, prima di allungare con la maratona.

Carifta Games

Disputati a Basseterre (St. Kitts), dove nella giornata conclusiva lo stadio nazionale è stato ribattezzato "Kim Collins Stadium", alla presenza del popolarissimo sprinter, con formale cerimonia. La migliore gioventù dell'area caraibica, composta in ordine alfabetico dagli stati di Antigua, Barbados, Belize, Dominica, Giamaica, Grenada, Guyana, Montserrat, St.Kitts, St. Lucia, St.Vincent e Trinidad & Tobago, ha divertito il numeroso pubblico, tra cui anche i candiadti alla presidenza IAAF Bubka e Coe.

Nessun exploit sensazionale come nelle settimane precedenti. I giamaicani, soprattutto loro, erano reduci dalle selezioni nazionali di pochi giorni prima, dove obiettivamente in molti si erano superati. Tra gli atleti più in vista, l'ostacolista Hyde (successi sui 110hse sui 400hs), il 17enne quattrocentista Bloomfield (45.85 dopo il recente e clamoroso 44.93), il velocista di Barbados Burke (10.21, un metro davanti al favorito giamaicano O'Hara), il triplista del Surinam van Assen (16,24, primo anno junior), e la 16enne giamaicana Bromfield, 53.48 sui 400. Sconfitto, ma meritevole di larga considerazione il quattrocentista di Antigua Rai Benjamin (46.19), che segnaliamo per una bella serie di 300 indoor corsi nell'inverno statunitense con eccellenti riscontri. Il baby-femoneno Taylor (classe '99) ha largamente migliorato il record della manifestazione dei 400 allievi detenuto da Bolt (47.33), correndo in 46.64.

Medagliere: ottantacinque medaglie portate a casa dai ragazzi e dalle ragazze della Giamaica la dicono lunga sul serbatoio cui la Giamaica può attingere anche nei prossimi anni. Nel dettaglio, quarantuno medaglie d'oro, venticinque d'argento e diciannove di bronzo rappresentano il cospicuo bottino dei giovani e giovanissimi di Kingston. Le Bahamas sono seconde nel medagliere con trentuno medaglie (otto d'oro).



Piste americane

Nelle Florida Relays di Gainesville tanti mondiali stagionali, cosa del tutto normale a inizio aprile vista l'esiguità delle gare fin qui disputate. Tra le cose più interessanti della manifestazione, un buonissimo 38.18 di una selezione veloce USA con Gatlin in ultima frazione), il 13.23 con cui l'ostacolista Aleec Harris ha battuto di strettissimo margine due iridati della specialità come Richardson e Oliver (13.24 e 13.25), e il singolare 10.97 con cui la sprinter di Trinidad Ahye si è espressa contro due metri e mezzo di vento sfavorevole. Nel resto dello sprint, 10.04 del poco considerato Batson e notevole 20.20 del canadese De Grasse sui 200, all'insegna della continuità con la magnifica stagione indoor da poco conclusa. Nei concorsi, 1,95 della saltatrice di Santa Lucia Scheper, 2,28 di Marcus Jackson e buoni riscontri dei pesisti Jonathan Jones (20,70) e Rebecca O'Brien (18,21). Da segnalare che il vincitore della gara di triplo Omar Craddock (16,70), poche ore dopo il successo è stato arrestato a causa di una rissa con un membro del servizio d'ordine di una discoteca (glie era stato negato l'ingresso) e successiva resistenza a pubblico ufficiale.

Palo Alto

Aldilà delle gare di Gainesville, il calendario offriva soprattutto lo Stanford Invitational di Palo Alto, dove è tornata all'onore delle cronache l'etiope ex-numero uno dei 1500 metri Gelete Burka, che ha debuttato sui 10000 in 31:08.16 battendo di stretta misura Shalane Flanagan (31:09.02). Nell'alto, 2,33 del cinese Zhang Guowei, mondiale stagionale outdoor. Nelle altre sedi agonistiche, nuova sconfitta di Sanya Richards-Ross (sui 200 a Waco, 23.18 ventoso), 6,70 della lunghista di Bahamas Stuart a Auburn, 6.292 punti dell'eptatleta Nwaba a Santa Barbara, dove ha gareggiato anche Ashton Eaton (ottimo 7,93 nel lungo), e l'altro decatleta Warner (eccellente 13.51 sui 100 hs per il canadese).

Resto d'America e Asia

Dalle cronache più recenti segnaliamo, relativamente all'area centro e sud-americana, il 20.33 del messicano Herrera a Città del Messico, l'8,12 nel lungo del brasiliano 19enne Melo (mezzo metro di miglioramento in un colpo) che eguaglia la misura ottenuta una settimana fa dal sudafricano Samaai, il record brasiliano nel peso realizzato da Darlan Romani con 20,90. In Giamaica, 20.19 di Julian Forte sui 200. Dalla Cina, 74,92 e 73,02 in due distinte gare della martellista Wang Zheng. In Giappone, ottimo 5000 dello junior kenyano Ngatia (13:13.66) a spese di Paul Tanui, bronzo a Mosca sui 10000.

Usain c'è

Dopo l'annuncio della partecipazione dell'uomo più veloce del mondo all'Adidas Grand Prix di New York, dove nel 2008 realizzò il primo dei suoi tre record mondiali sui 100 metri, arriva la conferma della presenza di Usain Bolt alla seconda edizione delle IAAF World Relays di Nassau. La composizione ufficiale della squadra giamaicana per la manifestazione sarà resa nota a breve. Il team caraibico ha vinto l'anno scorso il titolo maschile della 4x100 e della 4x200, dove realizzò anche il record del mondo in 1:18.63. I bene informati sussurrano il nome di Bolt come ultimo frazionista della 4x100 a Nassau.

Marco Buccellato

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