Mondo, la firma dell'Africa

21 Settembre 2015

Il continente africano ancora in vetrina a Brazzaville. Il Decastar di Talence per la prima volta a un decatleta sudafricano.

di Marco Buccellato

La vitalità dell'Africa rientra nel contesto continentale dai confini, estesissimi, del mondiale di Pechino, trovando nuova linfa nella manifestazione panafricana dei Giochi di Brazzaville, in Congo. Se ai campionati del mondo era stato il Kenya a primeggiare nel medagliere del pianeta, primo paese africano nella storia della manifestazione, in Congo i kenyani hanno presentato una selezione priva di molti numeri uno, lasciando alla Nigeria la recita da prim'attrice. Il caso ha voluto che, come per il Kenya di Pechino, che ha fallito successi poco meno che scontati (es. maratona maschile e 800 donne) ma ha guadagnato lignaggio altrove (400 hs uomini su tutti), anche per la Nigeria di Brazzaville i dieci ori dei Giochi Africani siano arrivati da specialità tradizionalmente poco foriere di soddisfazioni.

Tra gli uomini, ad esempio, solo due successi (nei salti in estensione), divenuti ben otto al femminile e spalmati su ostacoli (due), staffette (en-plein), concorsi (due lanci, una gara di salto) e prove multiple. Un finale di stagione che compensa la magra cinese, zero medaglie, solo tre finalisti e il flop della Okagbare. Nello sprint individuale, il raccolto pieno l'ha centrato la Costa d'Avorio, approfittando della favorevole contingenza della latitanza dei migliori velocisti sudafricani. Troviamo così 24 federazioni africane salite sul podio a Brazzaville: Nigeria prima in classifica con 10 ori, 9 argenti e 4 bronzi, Etiopia con 6 ori, ivoriani con 5, kenyani e sudafricani con 4. Il Kenya, però, ha vinto 17 medaglie come gli etiopi, e ha occupato il primo posto nella classifica a punti con 14 lunghezze di vantaggio sulla Nigeria e oltre 60 sulla distanziatissima Etiopia, che ha portato un'ottima squadra laddove ha serbatoio, pagando altrove scarsa competitività a buon livello. Ben 32 paesi sono andati a punti.

Record e risultati

Tanti i primati della manifestazione e quelli sfiorati. Tra i tanti buoni risultati maschili di Brazzaville, il record nazionale dell'ivoriano Meité sui 100 (10.04 con vento sensibilmente contrario), il 44.35 di Makwala sui 400, il 48.67 dell'algerino Lahoulou sui 400 hs, l'85,37 dell'egiziano vice-campione del mondo Abdelrahman nel giavellotto. Tra le donne, 11.02 e 22.57 dell'ivoriana Ta Lou nella velocità e il 50.22 della zambiana Mupopo sui 400. Diversi nomi emergenti, a partire dal ghanese Ampomah (record nazionale di 82,94 nel giavellotto), che nome nuovo non è avendo gareggiato in tutta la stagione universitaria USA con l'apice del secondo posto ai campionati NCAA. Da segnalare anche la 21enne kenyana Alice Aprot Nawowuna, che dopo aver perso il bus iridato ai Trials nazionali sui 5000, è stata schierata sui 10000 in Congo vincendo l'oro e migliorando il record della manifestazione in 31:24.18, seconda prestazione kenyana del 2015. Tra le battute, l'argento di Pechino Gelete Burka.
 
Talence, prima volta africana

L'onda africana si è estesa anche sul Decastar di Talence, nel cui albo d'oro di successi fa la comparsa l'Africa grazie a Willem Coertzen (8.187 punti), sudafricano ritiratosi a Pechino, forte quest'anno del terzo posto a Götzis e pluri-primatista continentale. Ha preceduto l'ucraino Kasyanov (8.043) e il russo Shkurenev (7.973), in un contesto meno prestigioso di tante passate edizioni.

Prima volta anche per l'Ungheria, che il trovato il successo con Györgyi Zsivoczky-Farkas (6.306 punti), moglie del decatleta Attila e nuora dell'oro olimpico di Messico '68 Gyula (martello, anche due argenti a Roma '60 e Tokyo '64), favorita dall'infortunio di Katarina Johnson-Thompson, che ha rinunciato a correre gli 800 metri. K.O. anche per l'olandese Broersen, quarta a Pechino, infortunatasi nel salto in lungo. Dietro l'ungherese, l'ucraina Anastasiya Mokhnyuk (6.269) e l'altra olandese Nadine Visser (6.257). I vincitori del Challenge IAAF sono Ilya Shkurenev e la lettone Laura Ikauniece-Admidina.

Maratona, Pertile solo 15km a Sydney

Nella maratona australiana di Sydney si è registrato il ritiro dell'azzurro Ruggero Pertile, quarto ai mondiali di Pechino, fermatosi intorno al quindicesimo chilometro. Vittorie al giapponese Hisanori Kitajima in 2:12:44 e alla kenyana Miriam Wangari in 2:34:37, entrambi protagonisti di una rimonta negli ultimi chilometri. La Beijing International Marathon è stata vinta dal 40enne kenyano Mariko Kiplagat Kipchumba in 2:11:00 e dalla 24enne etiope Bethlehem Moges in 2:27:31, già 2:24:29 a inizio stagione a Dubai, dove chiuse undicesima. Ha gareggiato anche la campionessa del mondo e primatista dei 20 km di marcia Liu Hong, che ha fermato il cronometro a 2:51:23. Sigillo kenyano anche nella maratona di Città del Capo, vinta da Isabellah Ochichi (argento olimpico sui 5000 a Atene 2004) col record della corsa di 2:30:20, e da Shadrack Kemboi in 2:11:41. Per finire, ancora Kenya nel duplice successo ottenuto ieri nella Dam to Dam 10 Miles di Amsterdam grazie a Edwin Kiptoo (45:19, secondo tempo stagionale sulla distanza, battuti Wilson Kipsang, Alamirew e Mwangangi tra gli altri) e a Joyce Chepkirui (51:30, miglior crono dell'anno), dopo un bel confronto con la connazionale Jackline Chepngeno (51:34).

Alisa Vainio, maratona a 17 anni in 2:33:24

La 17enne finlandese Alisa Vainio, già nota alle cronache per aver conquistato la medaglia di bronzo nei 3000 siepi ai recenti campionati europei juniores di Eskilstuna, dove è stata anche quarta sui 5000 metri, si è resa protagonista di un'impresa eccezionale per una ragazza che compirà 18 anni soltanto tra due mesi. Nel suo debutto in maratona, a Lappeenranta, ha chiuso in 2:33:24. Il crono le vale il sesto tempo nazionale di sempre ma soprattutto la miglior prestazione europea juniores, che toglie oltre tre minuti al 2:36:31 della slovacca Ludmila Melicherová, ottenuto nel 1984.

Preview, la maratona di Berlino

Domenica prossima si corre la maratona che ha dato alla storia della distanza i migliori quattro tempi maschili di sempre (sei tra i primo nove, otto tra i primi dodici, ma anche cinque tra i migliori diciotto femminili). Tra gli iscritti Eliud Kipchoge, Geoffrey Mutai e Emmanuel Mutai, tutti già sul podio berlinese ma col solo Geoffrey vincitore, nel 2012. Tra gli etiopi, Feyisa Lilesa e Tamirat Tola. Il cast d'élite femminile comprende Aberu Kebede (due successi nel 2010 e nel 2012), Meseret Hailu (iridata di mezza maratona nel 2012) e Gladys Cherono (2:20:03 quest'anno a Dubai e oro mondiale di mezza maratona lo scorso anno).

SEGUICI SU: Twitter: @atleticaitalia | Facebook: www.facebook.com/fidal.it



Condividi con
Seguici su: