Mondo: il settebello di Boston

15 Febbraio 2016

Sette mondiali stagionali a Boston. Tornado-Schippers a Berlino. Meb Keflezighi è ancora l'uomo del giorno in USA.

di Marco Buccellato

Dal secondo step del IAAF World Indoor Tour arrivano sette record mondiali 2016, ma Jenn Suhr ha fallito l'assalto a quello globale nell'asta femminile, una vittoria a 4,82 e tre prove non vincenti a 5,07, misura che la statunitense aveva già tentato il 30 gennaio dopo aver avuto ragione dei 5,03 del limite mondiale al coperto. Positivo rientro in pista per Meseret Defar dopo due anni e mezzo, un 8'30"83 sui 3000 che ne consolida la posizione di performer numero uno del Reggie Lewis Center (sue le migliori quattro prestazioni nella storia del meeting). E' stata gran serata anche per un'altra etiope, Dawit Seyaum, scesa a 4'01"86 sui 1500, e degli statunitensi Natasha Hastings (36"25 sui 300, primato nazionale tolto a Allyson Felix e quinta prestazione all-time), Kurtis Roberts (pesista portatosi a 21,57) e Boris Berian (600 in 1'15"51, quinto di sempre). Gli altri top stagionali sono arrivati da Norwood (32"70 sui 300) e Willis sul miglio (3'53"27). Nella altre gare vittorie di Rodgers su Bromell sui 60 (6"53 contro 6"57), Brianna Rollins sui 60 hs in 7"87 di due centesimi sulla Ali, Kendricks su Barber nell'asta (5,77 contro 5,67), Gardner sui 60 donne in 7"15 su Bartoletta e Bowie.

American jumpers

La pedana di Fayetteville riporta su buone misure la pluricampionessa del mondo Brittney Reese (6,81) e rilancia Marquis Dendy (8,38, a un centimetro dal personale outdoor). Dal Tyson Invitational arriva anche il primo over-17 nel salto triplo con Eric Sloan (17,03), un risultato inferiore al 17,05 del russo Sorokin. Per effetto della sospensione comminata dalla IAAF, i risultati degli atleti russi non possono però essere compresi nelle graduatorie ufficiali. Ultimo a esserne escluso, l'1,98 di Mariya Kuchina ieri a Mosca. Tornando all'attività in USA, Asafa Powell ha rotto la monotonia della preparazione correndo due volte i 60 a Houston, entrambe le volte sotto il limite stagionale, 6"50 prima e 6"49 poi. Successivamente ha confermato di voler essere al mondiale indoor di Portland.

Onda asta

Dal consueto fiorire di primati personali nell'asta, questa settimana archiviamo la conferma della Morris (4,70), il 4,60 di une delle gemelle 20enni Weeks (Alexis) e in Europa il 4,61 della finlandese Nikkanen. Anzhelika Sidorova continua a essere la numero uno in Russia (ieri 4,71), in attesa della ripresa della Isinbayeva, il cui infortunio si è rivelato non di poco conto. La settimana ha portato anche due migliori prestazioni mondiali allievi: prima il 4,47 della finlandese Gunnison, poi il 5,53 del greco Emmanouil Karalis.



Merritt ancora in pista, Mozia ancora over-21

Seconda uscita per Aries Merritt dopo il trapianto di rene e ulteriore progresso in 7"58 a Flagstaff, dove è rientrato anche il cinese Zhang Guowei, argento mondiale nel salto in alto, con 2,26. La striscia del pesista nigeriano Steve Mozia si illumina di una nuova misura oltre i 21 metri (21,08). Nel resto delle gare americane, buon 2'00"30 della due volte medagliata europea degli 800 Lynsey Sharp a Boston nel David Hemery Invitational, illustre predecessore della Sharp nella storia dell'atletica british. Sulla stessa pista anche il 20"52 sui 200 del canadese Rodney, miglior crono della stagione. Dopo quasi tre anni è tornato a saltare l'argento olimpico di Londra (e di Daegu) Mitchell Watt. L'australiano primatista di Oceania con 8,54 ha gareggiato al Don Kirby di Albuquerque, registrando 7,83.
 
Schippers e Swoboda, frecce d'Europa

Ventiquattr'ore dopo l'impresa della polacca Ewa Swoboda, che venerdì a Torun aveva tolto due centesimi al record mondiale junior dei 60 correndo in 7"07, la risposta di Dafne Schippers (agganciata dalla Swoboda in cima alle liste stagionali) è stata dirompente. Nell'ISTAF indoor di Berlino, prima con 7"04 in batteria e poi in finale con un 7"00, ha migliorato per due volte il personale, ha appaiato il record nazionale di Nelli Cooman (vecchio di trent'anni) e ha ottenuto la miglior prestazione di una sprinter europea dal 1999 (nella fattispecie la greca Thánou). Per il record europeo (che sarebbe anche record del mondo) le restano davanti solo la detentrice Privalova (6"92) e appunto la greca.

Wester volto nuovo, Braz 5,93

Berlino ha offerto altre ottime cose, come il 7"41 dell'ostacolista francese Bascou (secondo all-time in Europa e miglior crono continentale dal 1999), il sensazionale progresso dell'ennesima lunghista tedesca a ridosso dei sette metri, Alexandra Wester, 22enne, che fino a pochi mesi fa raggiungeva fa a fatica i 6,50, e il centimetro aggiunto da Thiago Braz da Silva al record sudamericano dell'asta (5,93), un risultato che gli è servito soprattutto a battere per la seconda volta in carriera il recordman Renaud Lavillenie. Nella gara vinta dalla Wester ha brillato anche la britannica ex-anguillana Proctor, 6,91 con altri due salti da 6,87 e 6,86. Entrambe sono andate oltre la miglior prestazione dell'anno, che era detenuta da pochi giorni dalla bielorussa Mironchik con 6,84.

Harting comeback

Nello spettacolare impianto berlinese è tornato a lanciare, dopo un anno di assenza per un intervento chirurgico e la successiva riabilitazione, Robert Harting.

Quinto prima dell'ultimo lancio, ha idealmente stracciato le vesti del dottor Banner trasformandosi in Hulk e rimettendo le cose a posto con un 64,81 che gli è valso la vittoria. La pelle verde è ancora pallida, ma i "raggi Gamma", si sa, sono per sempre. Bentornato.

Emirati da record

Nella mezza maratona femminile di Ra's Al Khaymah è stato stabilito il record di sei donne capaci di chiudere la prova in meno di 67 minuti. La prima, Cynthia Limo, in 1h06'04" è rimasta a meno di un minuto dal primato del mondo e ora è la terza di sempre. La quarta all-time è Gladys Cherono, seconda venerdì scorso negli Emirati in 1h06'07". Tutte al personal best anche le altre quattro, l'etiope Genet Ayalew in 1h06'26" e le kenyane Peris Jepchirchir (1h06'39"), Gladys Chesire (1h06'57") e Jemima Jelagat (1h06"58). La vittoria maschile è andata a Berhanu Legesse in 1hoo'40", stesso tempo di Stanley Biwott. Le prestazioni maschili, attese su tutt'altro standard, hanno pagato dazio al ritmo poco incalzante nella prima parte di gara.

Rupp fa festa, Meb in trionfo

Buona la prima per Galen Rupp, che ha esordito sui 42 km vincendo i Trials olimpici USA di Los Angeles in 2h11'12", coprendo la seconda metà quasi due minuti più velocemente della prima. Il vice-campione olimpico dei 10000 non ha ancora rinunciato a pensare di disputare a Rio sia i 10000 che la maratona, avendo una settimana di recupero tra la prova in pista e quella su strada. L'uomo del giorno è perà ancora lui, Mebrahtom Kelfezighi, secondo in 2h12'20" guadagnando per la quarta volta l'accesso ai Giochi Olimpici alla bella età di quarantuno anni, record per il Team USA. Sul podio anche Jared Ward in 2h13'00", mentre uno dei favoriti, Dathan Ritzenhein, ha sofferto uno dei rarissimi ritiri della carriera, causato da crampi. Il tris di donne comprende Amy Cragg-Hastings (2h28'27"), Desiree Linden-Davila (2h29'00") e Shalane Flanagan (2h29'26"). Quarta la Goucher, che cercherà il visto olimpico sui 10000. Ha rinunciato per un malanno a poche ore dalla prova una delle candidate più attese, la 43enne Deena Drossin.

Sole e vento

Dove si gareggia outdoor, ecco qualche cifra interessante: in Oceania l'ex-enfant prodige Jacko Gill ha centrato il minimo olimpico con un lancio di 20,83 battendo l'australiano Birkenhead (20,80), che pochi giorni dopo si è superato con 21,21. Sabato in Sud Africa colossale progresso del lunghista Cotter, planato a 8,16, mentre nella gara donne la turca ex-sudafricana Karin Mey ha esordito con 6,85. A Cuba il vento regala centimetri in pedana (la Povea 14,54, Hechevarria 8,17), ma il numero grosso viene dal disco donne, 68,86 di Yaimi Perez. La sfida alla croata Perkovic è già iniziata.

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