Mondo, gran finale indoor

17 Marzo 2014

Gli NCAA regalano un primato mondiale junior e alcune migliori prestazioni stagionali. Mutai vince la mezza di New York. Kenyani pigliatutto nel cross d'Africa

NCAA, epilogo con records

La stagione indoor 2014 ha chiuso i battenti con l'ennesima grande edizione dei campionati universitari USA. Le gare di Albuquerque hanno aggiunto al bilancio straordinario dell'attività internazionale al coperto tre migliori prestazioni mondiali stagionali e un primato mondiale junior. La prima giornata ha offerto un'eccellente doppia sessione di finale dei 200 metri maschili. Nelle due distinte serie Diondre Batson ha coperto i 200 metri dell'anello in 20.32 (decima prestazione all-time), mentre Dedric Dukes ha chiuso in 20.34. Erano sei stagioni che nei 200 indoor no si registravano tempi così rapidi. Su otto finalisti, spalmati in due serie, ben sette hanno mihliorato il personale. In archivio vanno anche il 20.52 di Carvin Nkatata, il 20.55 di Arman Hall e il 20.57 di Ty'reek Hill. Da segnalare il doppio record spagnolo di Bruno Hortelano, 20.77 in batteria e 20.75 nella sua serie di finale. Lo stesso Hall, oro a Mosca con la 4x400, ha poi perso i 400 in una delle finali più attese, sconfitto in 45.52 dal trinidegno Deon Lendore (45.21), facendo peggio anche del vincitore della seconda serie di finale, Vernon Norwood (45.46).

Sorpresona

Inatteso il risultato giunto dalla pedana del lungo, dove il bronzo mondiale junior di Barcellona Jarrion Lawson, all'ultimo salto, ha raggiunto la misura di 8,39, miglior salto mondiale della stagione e misura più ragguardevole delle ultime cinque stagioni al coperto. La prestazione è clamorosa se si pensa che Lawson, al quinto turno, era approdato con 8,01 per la prima volta in carriera oltre gli 8 metri.

Una parziale sorpresa anche dai 400 donne, dove la già titolata universitaria Phyllis Francis ha migliorato il primato nazionale in 50.46, anche in questo caso il miglior risultato mondiale della stagione indoor. Nella batteria di venerdì aveva schiantato il personale in scioltezza correndo in 51.29. In finale è letteralmente straripata staccando di oltre un secondo Ashley Spencer (51.71), la campionessa mondiale junior all'aperto. Il quarto risultato da incorniciare è arrivato dal pentathlon, dove la non ancora 19enne Kendell Williams (bronzo ai mondiali allievi a Lilla nel 2011) ha migliorato il record del mondo junior totalizzando 4.635 punti, ben 100 punti oltre il limite che Carolina Klüft stabilì nel 2002 a Gand. La Klüft perde  il secondo limite giovanile in poche settimane: la britannica Morgan Lake, poco più di un mese fa, aveva migliorato il "world best" allieve della svedese. Questi i parziali della Williams: 8.21-1.88-12.05-6.32-2:17.31.

Questione di millesimi

Esiti incertissimi qua e là: nei 60 hs si è visto di tutto. Nella finale femminile, 7.93 per la prima e la seconda (Nelvis e McReynolds, divise da sette millesimi), 7.94 per la terza e la quarta (Stowers e Kendra Harrison, due millesimi al photofinish). In quella maschile, 7.55 per il giamaicano McLeod e per Lovett, ex-USA che ora gareggia per le Isole Vergini (divisi da due millesimi). Ancora: record dei campionati per la 4x400 donne dell'Oregon (3:27.40, con 50.64 in ultima frazione della Francis, due centesimi sul quartetto texano), 22.69 della Bryant con la favorita e leader mondiale stagionale dei 200 Kamaria Brown k.o. per infortunio. Stella sfortunata: James Harris, l'unico atleta al mondo capace di primeggiare nel binomio 400 metri-salto in alto. Dopo il titolo dell'alto a 2,32, è stato squalificato nella sua serie di finale dei 400. In batteria aveva migliorato il personale indoor in 45.90.

Poker di primati nell'asta

Altri numeri in sintesi: tra le donne, 4,60 dell'astista Kaitlin Petrillose, capace di migliorare il personale 4 volte nella stessa gara, e 6,73 della britannica Ugen nel lungo. Tra i maschi, finale dei 60 a Dentarius Locke in 6.52 (al femminile altra sorpresa per il titolo e il 7.11 di Remona Burchell, un centesimo sulla Bryant).

Peso: 21,23 di Ryan Crouser, oro a Bressanone nel 2009, e sul versante femminile 18,15 di Christina Hillmann con seconda la neoprimatista croata Muzaric (17,89). Infine, 5,75 del canadese Barber nell'asta (primato nazionale) e 6.190 di Curtis Beach nell'eptathlon. Epilogo: è sfumato il sogno di Lawi Lalang di vincere in un solo campionato i titoli di miglio, 3000 e 5000. Ha perso i 5000 venerdì, perso il miglio sabato, e ha rinunciato ai 5000. Al suo posto ha avuto di che festeggiare l'altro kenyano Ed Cheserek, 20 anni, che ha vinto sia i 3000 che i 5000.  

Bilancio extra

L'attività indoor 2014 saluta con numeri ad effetto: nella categoria senior, sono stati stabiliti quattro record mondiali (asta e 4x400 uomini, 1500 e 3000 donne), due record europei (sempre asta uomini, e 1500 donne), e due migliori prestazioni mondiali (4x800 uomini e due miglia femminili). A questi, vanno aggiunte tre migliori prestazioni europee maschili (300 e, due volte, i 500). A livello juniores, si chiude con quattro record del mondo (60 hs uomini, pentathlon, due volte i 1000 metri femminili), una miglior prestazione mondiale (2000 uomini), un record europeo (60 hs uomini), e tre migliori prestazioni europee (60, 200 e 800 donne). Capitolo allievi: qui il bottino più grosso, con ben sette migliori prestazioni mondiali. Tre volte nel peso uomini, 2000 e 3000 uomini, 1500 donne e pentathlon.

Giochi sudamericani a Santiago

La caldissima quattro giorni cilena premia il Brasile con ben 41 medaglie (14 ori, 13 argenti e 14 bronzi) sulla Colombia (7-7-10) e il Venezuela (6-6-4). Tra i risultati migliori, il 45.03 del quattrocentista brasiliano Anderson Henriques sul connazionale Souza (45.09). Buono anche il riscontro dei 200, andati all'altro brasiliano Aldemir Gomes da Silva in 20.32, e degli 800, vinti da Kleberson Davide (anche lui brasiliano) in 1:45.30, con nove centesimi sul colombiano Rafith Rodriguez.

Momenti di gloria

Per Panama, che ha conquistato tre ori nello spazio di mezza giornata: con l'ex-campione olimpico Irving Saladino (8,16), con la neo-panamense Yvette Lewis sui 100 hs (13.11) e con il redivivo sprinter Alonso Edward sui 100 (10.23). Di ritorno da Sopot, una delusa Fabiana Murer non ha fatto meglio di 4,40 per conquistare il titolo nell'asta. Dai concorsi, l'altro reduce di Sopot German Lauro ha vinto il peso con 20,70. Nota a parte per l'uruguaiana Déborah Rodríguez, medagliata a Bressanone 2009, che ha vinto l'oro su 800 metri e 400 ostacoli, dove ha portato il record nazionale a 56.60.

Australia, doppia Pearson

Nel Sydney Track Classic emergono all'esordio tre medaglie d'oro dei mondiali di Mosca. David Oliver ha vinto i 110 hs in 13.38, LaShawn Merritt i 200 in 20.42 e la kenyana Sum gli 800 in 2:01.20, in una gara dove la 17enne "aussie" Vassall è scesa a 2:01.78. Una gran voglia di riscatto ha animato Sally Pearson, fresca di sconfitta nella finale mondiale dei 60 hs a Sopot. L'olimpionica ha vinto i 100 in 11,29 e i 200 in 23.23. Nel settore lanci prosegue il momento felice dell'ex-iridata di lancio del disco Dani Samuels (65,10). Da segnalare infine il 15:04.70 di Mercy Cherono sui 5000, e il rientro sulla pedana del triplo, dopo lunga assenza, di Phillips Idowu (16.57).

New York: vince Mutai, Farah collassa

Nella mezza maratona di una New York dalle temperature gelide i successi vanno ai kenyani Geoffrey Mutai (1:00:50) e Sally Kipyego (1:08:31). Sfortunato Mo Farah, che poco prima di metà gara è caduto e ha perso una ventina di metri dal gruppetto di testa. Al traguardo è poi giunto secondo in 1:01:07, ma stremato, ed è stato vittima di un collasso da cui si è ripreso dopo la prime cure mediche. Tra i primi a soccorrerlo il kenyano Stephen Sambu, battuto di un secondo dal britannico. Solo decimo Meb Keflezighi.

L'esordiente Sally Kipyego ha centrato vittoria e primato del percorso, precedendo l'etiope Buzunesh Daba (1:08:59) e l'altra debuttante Molly Huddle (1:09:04). Nel weekend USA anche i campionati nazionali dei 15 km nella consueta sede di Jacksonville, dove Shalane Flanagan ha centrato un ottimo record nazionale in 47:03, dodicesima prestazione assoluta di sempre, e 12 secondi inferiore al limite di Deena Kastor-Drossin.

Maratone: Seul e Barcellona

L'ex-siepista etiope Yakob Jarso (quarto alle Olimpiadi di Pechino) ha vinto ieri la Seoul International marathon in 2:06:17 (1:03:23 a metà percorso), mancando il record della corsa di 40 secondi ma centrando il personal best di ben cinque minuti, e dando all'Etiopia il primo successo maschile in una corsa dalla storia ottuagenaria. Personale anche per il kenyano Stephen Chemlany, secondo in 2:06:24, con un altro kenyano sotto le due ore e sette, Gilbert Kirwa (2:06:44). Ottimi tempi anche per Tariku Jufar (2:07:02), Abreham Cherkos Feleke (2:07:08) e James Kipsang Kwambai (2:07:38). Kenya vincente tra le donne: Helah Kiprop in 2:27:29 ha preceduto l'etiope Ashu Kasim (2:27:45) e la namibiana Helaria Johannes (2:28:27).

Etiopia-Kenya anche a Barcellona, con successi di Getachew Abayu in 2:10:45 e Fridah Nyambura in 2:32:27. Dal mondo della strada, anche la mezza giapponese di Matsue (1:10:17 di Ayumi Hagiwara), il record nazionale canadese di Lanni Marchant a Nashville (1:10:47), e la 15 km olandese di Kerzers, con successi firmati Kenya grazie a Kenyan Thomas Lokomwa (43:13) e Lucy Murigi (49:27). Per entrambi, il nuovo record della corsa. Miglior "non-kenyano", il campione d'Europa di maratona Viktor Röthlin, decimo in 46:55.

Cross, campionati d'Africa a Kampala

Gli atleti kenyani hanno conquistato tutte le otto medaglie d'oro in palio, sia quelle individuali che quelle a squadre. Le medaglie individuali sono andate a Leonard Barsoton sui 12 km su Cornelius Kangogo (primo non-kenyano l'ugandese Moses Kibet, sesto), a Faith Kipyegon Chepngetich su Janet Kisa (prima non-kenyana Tadelech Bekele, quinta), e nella categoria juniores a Moses Letovie e Agnes Jebet Tirop (terza nell'ultimo meeting di Rieti sui 3000 in 8:39.13). L'evento ha rivestito particolare importanza, relativamente alla candidatura ugandese rivolta al mondiale di cross del 2017.

Marcia, campionati asiatici a Nomi

Nel sito giapponese vince la 20 km il coreano Kim Hyun-sub in 1:19:24 (record nazionale) su Yusuke Suzuki (1:21:01) e l'ottimo indiano Gurmeet Singh (1:21:30). Fuori classifica ha marciato l'australiano Dane Bird-Smith (1:21:01). Alla cinese la 20 km femminile con Zhou Tongmei (1:31:58) sulla marciatrice di casa Rei Inoue (1:32:56), e ancora bronzo per la sorprendente India con Khusbir Kaur in 1:33:37, record nazionale.

Atleti, Hellebaut supermamma

L'ex-olimpionica di salto in alto Tia Helllebaut ha dato alla luce il terzo figlio, che raggiunge le sorelline nate cinque e tre anni fa. Relativamente alla belga, ritiratasi dall'attività con un personale di 2,05, i media nazionali parlano di un futuro incarico di meeting director nel prestigioso Memorial Van Damme di Bruxelles.

Lutto

A soli 25 anni è scomparsa la kenyana Pamela Chesopich Lisoreng, che rappresentò il Kenya ai Mondiali di cross di Fukuoka nel 2006 gareggiando nella categoria junior. La Lisoreng (l'anno scorso settima nella mezza maratona di Praga in 1:10:09), è stata vittima di un collasso sulla via del rientro a casa, al termine dell'allenamento di sabato mattina, giungendo priva di vita in ospedale a Eldoret.

Marco Buccellato

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