Mondo: Wlodarczyk, un record unico

08 Maggio 2017

La primatista mondiale e oro olimpico di lancio del martello Anita Wlodarczyk è l'unica atleta al mondo a detenere le dieci migliori prestazioni di sempre in una specialità dell'atletica

di Marco Buccellato

A 24 ore dalla tappa inaugurale della IAAF Diamond League, lo Sports Club di Doha ha riportato alla ribalta la primatista mondiale di lancio del martello e olimpionica Anita Wlodarczyk. L'esordio stagionale, il migliore della carriera, le è valso non solo un eccezionale 79,73, cifra che si colloca al sesto posto tra le migliori prestazioni assolute, ma anche un singolare record mondiale: è l'unica atleta a detenere le prime dieci prestazioni all-time in una singola specialità, così come riportato.

82.98 - Varsavia, 28-8-2016
82.29 - Rio de Janeiro, 15-8-2016
81.08 - Cetniewo, 1-8-2015
80.85 - Pechino, 27-8-2015
80.26 - Cetniewo, 12-7-2016
79.73 - Doha, 6-5-2017
79.61 - Stettino, 18-6-2016
79.58 - Berlino, 31-8-2014
79.48 - Halle, 21-5-2016
79.45 - Forbach, 29-5-2016

A dire il vero i dieci migliori lanci in assoluto erano già suoi, grazie a ben sei misure ancillari oltre gli 80 metri, ma non le migliori dieci performances vincenti. La decima, ora fuoriuscita dal top-ten, era l'ex-record mondiale della tedesca Betty Heidler (79,42 nel 2011). Solo la Wlodarczyk può vantare un tale primato: Sergey Bubka, autore di impresa simile in passato, ora è sotto di una unità grazie al record mondiale di Renaud Lavillenie. Con otto prestazioni tra le migliori dieci (in realtà dodici per parità di misura), c'è Yelena Isinbayeva. A quota sette Hicham El Guerrouj, che vanta il prestigioso ruolino sia sui 1500 metri che sul miglio, infine a quota sei (i soli altri atleti a registrare più del 50% dei migliori dieci risultati di ogni epoca) troviamo David Rudisha sugli 800 (in attività e con la possibilità di incrementare) e tre grandissimi del passato, il martellista Yuriy Sedykh, il "golden arm" del giavellotto Jan Zelezny e Jackie Joyner-Kersee nell'eptathlon.

BERRY RECORD AMERICANO - Il martello regala sussulti anche negli Stati Uniti, dove Gwendolyn Berry ha migliorato di un metro e qualche centimetro il record nazionale a Oxford, portandolo a 76,66.

Un numerone, che se fa di lei l'undicesima performer di sempre, a livello di prestazioni assolute trova collocazione in un meno altisonante sessantanovesimo posto. Suona la carica anche l'India, movimento con una tradizione di densità a buon livello nel lancio del giavellotto, con sei specialisti in grado di lanciare oltre gli 80 metri in poco meno di un ventennio (grazie a Ram. Murali Krishnan). Dopo il clamoroso record nazionale del campione del mondo under 20 Neeraj Chopra (86,48), arriva dalla prima tappa del Grand Prix nazionale, a Patiala, l'84,57 di Devender Singh, un 28enne cui sono mancati meno di 30 centimetri per affiliarsi al club dei migliori 100 performer di sempre. Infine, il peso: nelle ultime ore sono arrivati a arricchire la nidiata di lanci da registrare il 21,43 di Darrell Hill all'Oxy Invitational di Eagle Rock e il 21,27 del croato Stipe Zunic a Zagabria.

TAWANNA NELLA TORMENTA - Lubbock è una città del Texas dove il vento si alza appena uno sprinter si accinge a partire dai blocchi. Battute a parte, sono numerosi ogni anno i risultati dei meeting disputati a Lubbock con vento abbondantemente oltre la norma e conseguente fiorire di grandi tempi. Come non bastasse, per una manciata di metri (circa otto) la località non può essere classificata come "A" (altitude venue, è a 992 metri sopra il livello del mare), ma sono quisquilie, i benefici ci sono. L'ultima a trarne vantaggio è stata sabato scorso Tawanna Meadows, velocista 30enne di buon livello nel movimento USA ma mai arrivata ai vertici (11.11 di personale). La folata generosa di 4,5 metri al secondo (con gara disputata in senso inverso al rettilineo classico) l'ha portata a un sensazionale 10.72, settima prestazione di sempre tra quelle con vento irregolare sui 100 femminili. Al crono più rapido della carriera anche la seconda, la più conosciuta Candice McGrone (10.83) e la nigeriana Kalu (10.99). L'ultimo bollettino USA, con i doverosi aggiustamenti (vento e altitudine) stimano per approssimazione la prestazione della Meadows, in condizioni legali, intorno a 10.95. Tra i colleghi uomini un nome di spicco, Trayvon Bromell, vanta un altrettanto clamoroso 9.77, ottenuto tre anni fa con un soffione di 4,2 metri al secondo.

Fece però meglio a Eugene (9.76/+3,7) nella semifinale dei Trials 2015.

SMITH 8,34 DA RECORD - Il lunghista 32enne delle Bermuda Tyrone Smith ha offerto il miglior risultato del Tom Tellez Invitational (tra i tanti nomi-top fu coach storico di Carl Lewis) disputato a Houston. Il vento che più giusto non si può desiderare (due metri al secondo) l'ha aiutato a planare a 8,34, record nazionale migliorato dopo sette anni e terza prestazione mondiale stagionale dopo il duo sudafricano Manyonga-Samaai. Nello stesso meeting la risposta di Jenn Suhr all'esordio dell'olimpionica Stefanidi a Doha, un 4,76 le cui tracce video suggeriscono una misura virtuale ben superiore (ma ha fallito la misura richiesta di 4,91). Nel giro d'orizzonte dei risultati nell'intero globo, spiccano il personal best del quattrocentista giamaicano Demish Gaye (44.85), il record nazionale della lunghista messicana Sauceda (6,74, quarta misura mondiale), l'esordio di Ruth Beitia con 1,90 ai campionati universitari spagnoli.

PRAGA, MARATONA-RECORD - Ennesima 42km con record della corsa, stavolta nella maratona di Praga disputata ieri. La firma è della kenyana Valary Aiyabei che ha chiuso in 2h21:57 (velocissima la prima metà in 1h08:23), quasi tre minuti di progresso sul vecchio primato personale. Seconda l'etiope Amane Beriso in 2h22:15 (vanta però 2h20:48), terza Tadelech Bekele (2h22:23, personale), quarta l'ennesima etiope Hirut Tibedu (2h24:04, anche per lei record personale). Settima con la seconda prestazione europea stagionale la lusitana Carla Salome Rocha (2h27:08). Podio tutto etiope tra gli uomini con vittoria all'ultimo metro di Gebretsadik Abraha in 2h08:47 su Bazu Worku (2h08:48) e poco distante Mekuant Ayenew (2h09:00). Primato anche nella cinese Dongying: l'etiope Letebrhan Haylay Gebreslasea ha migliorato il vecchio record della corsa in 2h25:01. Infine un "record" minore ma di risonanza mondiale, firmato dal celebre maratoneta semiprofessionista giapponese Yuki Kawauchi. Grazie alla vittoria nella mezza maratona di Fukushima, risalente a qualche giorno fa, Kawauchi è diventato l'unico runner del pianeta ad aver corso ben sessantanove volte la mezza maratona in meno di 1h06 (grazie a Brett Larner). Per la numero settanta, attendere ancora un po'.

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