Mondo: Moloney dieci fatiche oceaniche

21 Dicembre 2020

Il decatleta 20enne al record dell'Oceania. Sara Hall 2h20:32 nella maratona, seconda prestazione di sempre di una statunitense. Walsh sconfitto in Nuova Zelanda.

di Marco Buccellato

A poche ore dal ritorno in vetta al mondo delle dieci fatiche di Kevin Mayer, tocca all'australiano Ashley Moloney assicurarsi la copertina internazionale. Vent'anni compiuti in marzo, iridato under 20 a Tampere 2018, ieri a Nathan (area di Brisbane) Moloney ha migliorato di soli due punti il record nazionale e dell'Oceania con uno score di 8492, seconda prestazione mondiale 2020 dopo gli 8552 punti del primatista Mayer. Una prestazione che è figlia di una prima giornata sensazionale (4613, dodicesimo miglior parziale assoluto) e di numerosi primati personali ottenuti nel corso delle due giornate. Su tutti, l'eccezionale 45.82 sui 400 metri, terzo crono di sempre in un decathlon, e il finale mozzafiato sul filo dei centesimi sui 1500 metri, vinti in 4:48.48, due decimi in meno del tempo richiesto per scendere sotto il record precedente, 8490 del connazionale Jagan Hames, un primato ottenuto nell'edizione 1998 dei Giochi del Commonwealth. Dietro Moloney, anche il secondo classificato Cedric Dubler ha centrato il minimo olimpico di 8350 punti, con un totale di 8367.

Questi tutti i dettagli del decathlon di Moloney: 10.36 (-0.3) - 7,67 (2.3) - 13,62 - 2,11 - 45.82 - 14.17 (1.6) - 43,93 - 4,80 - 57,77 - 4:48.48. La prestazione del giovane decatleta chiude una stagione ricca di primati per l'Australia: migliorati nelle discipline olimpiche i record nazionali maschili anche sui 1500 (McSweyn 3:30.51) e sui 10.000 (Tiernan 27:22.55) e quelli femminili della Hull (1500 in 4:00.42 e 5000 in 14:43.80) e dell'altista Patterson (1,99). A questi si aggiungono i primati nazionali in eventi non olimpici (mezza maratona in 59:57 di Brett Robinson) e quelli indoor, ancora con doppietta della Hull (4:04.14 sui 1500 e 8:36.03 sui 3000), la See (15:25.59 sui 5000) e ancora McSweyn (7:28.02 sui 3000).

WALSH PERDE - Numerosi risultati di buon livello nell'area dell'Oceania. Iniziano dalla Nuova Zelanda, dove Tom Walsh ha conosciuto una delle rare sconfitte casalinghe contro l'ex-prodigio delle categorie giovanili Jacko Gill, che a Auckland è tornato a superare i ventuno metri nel peso (21,05) con un inatteso solco tra sé e il plurimedagliato globale Walsh (20,14), anche in quest'occasione in pedana dopo una intensa seduta di allenamento. Nelle altre gare 2,27 di Kerr nell'alto e doppia martellata oltre i 70 metri per la Ratcliffe (71,02) e la Bruce (70,42). In Australia vola alto Nina Kennedy, personale nell'asta con 4,72 e tre vani assalti al record nazionale di 4,82. Ancora, la buona forma della lunghista Stratton, alla miglior prestazione stagionale con 6,71, e il 400hs da 55.09 di Sarah Carli, quinta prestazione mondiale 2020 e migliore tra le extra-europee.

SUD AMERICA, GIOVANI E PRIMATI - Conclusi a Bragança Paulista i campionati brasiliani under 23 con la velocità ancora in primo piano. Firme d'autore e record della manifestazione sui 100 (10.12) per Felipe Bardi dos Santos 10.12 e sui 200 per il 19enne Lucas Conceicao Vilar 20.58, vincitore con un anno di anticipo sulla categoria (compirà vent'anni il prossimo marzo). Tra le donne, uno-due della 21enne Ana Carolina de Jesus Azevedo (11.33 e 23.08). Nei campionati nazionali argentini di Rosario, edizione numero 100 intitolata alla memoria del giavellottista Braian Toledo, scomparso a causa di un incidente in febbraio, primato nazionale U23 dello sprinter Franco Florio (10.24) e boom del pesista Nazareno Sasia, al primato sudamericano del peso per un under 20 (ma con la palla di ferro da 7,26 chilogrammi) e un imponente progresso fino a 19,67. Ancora record in Cile, un primato sudamericano U20 del lanciatore Lucas Nervi, 66,35 nel disco con l'attrezzo da 1,75 chilogrammi, e il primato nazionale assoluto di Claudio Romero (62,01), che tre anni fa vinse il mondiale U18.

MASILINGI STUPISCE - Nei giorni scorsi sono emersi dettagli sulle prestazioni della namibiana 17enne Beatrice Masilingi in Sud Africa. Nell'altura di Pretoria, prima un'accoppiata nel giro di tre ore da 22.94 sui 200 e 50.44 sui 400. Settantadue ore dopo, sempre a Pretoria, 22.71 ventoso sui 200 e 50.42 sul giro di pista, seconda prestazione di sempre per un'atleta under 18. Da quest'ultimo meeting, ancora progressi per il pesista Jason Van Rooyen (20,70). Ultimo sprint da segnalare, il 10.13 di Yang Chun-Han ai campionati nazionali di Taipei, un risultato ormai vecchio di un mese e mezzo ma reso noto da pochi giorni. Nel giavellotto, top mark di Cheng Chao-Tsun (85,44), ottava prestazione mondiale 2020.

HALL, NIENTE RECORD MA CHE MARATONA! - E' fallito il tentativo di primato nazionale nella maratona della statunitense Sara Hall, reduce dalla grande prestazione di Londra (seconda in 2h22:01). Nella 42 chilometri del Marathon Project di Chandler, nell'area di Phoenix (Arizona), la Hall è arrivata a quasi un minuto dal record di Deena Kastor (2h19:36), chiudendo tuttavia in un gran 2h20:32 senza il negative split (1h09:38/1h10:54) che probabilmente le avrebbe permesso di centrare l'impresa. In testa a metà gara assieme all'altra veterana Keira D'Amato-Carlstrom (37 anni l'una, 36 l'altra), la Hall si è scrollata l'ombra della connazionale dopo un altro paio di chilometri (1h22:43 Hall, 1h23:00 D'Amato al 25esimo chilometro), per poi transitare al 30esimo in 1h39:22 e al 40esimo (ormai con il primato fuori portata) in 1h56:09. Crono di valore anche per la D'Amato (2h22:56), per la terza (Kellyn Taylor 2h25:22) e la quarta (Emma Bates 2h25:40). Nella corsa uomini, ben sei maratoneti USA sotto le 2h10 con altrettanti primati personali. Vince Martin Hehir in 2h08:59, dieci secondi meglio di Noah Droddy (2h09:09). Solo quindicesimo il canadese Cam Levins, tra i favoriti, in 2h12:15. L'ultra-runner C.J. Albertson ha chiuso decimo con il personale di 2h11:18. Crollo per Jared Ward, due volte sesto a New York, tra i battistrada nella prima parte e poi 35esimo all'arrivo.

MARATONE ORIENTALI - La prima mass race, con trentamila partenti, del dopo-pandemia a Taipei. Vince una vecchia conoscenza, il keniano Paul Lonyangata in 2h09:18, mentre tra le donne si impone l'etiope Askale Merachi in 2h28:31. Nella 42 chilometri giapponese di Hofu torna a buoni livelli Yuki Kawauchi (2h10:37), secondo al traguardo dietro il connazionale Tatsuya Maruyama, al personal best in 2h09:36. Dieci secondi hanno diviso le prime due classificate nella corsa femminile, Yomogi Akasaka (2h29:31) e Shiho Kaneshige (2h29:31). 

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