Mondo: McLeod senza più ostacoli

25 Aprile 2016

Il giamaicano oro mondiale dei 60hs è il primo atleta a correre i 110hs in meno di 13'' e i 100 in meno di 10". Il meglio dall'attività internazionale del fine settimana.

di Marco Buccellato

Per la prima volta nella storia dell'atletica leggera un ostacolista da "meno-tredici" riesce a scendere sotto i 10"00 sui 100 piani. Il fior di atleta capace dell'impresa è Omar McLeod, il giamaicano laureatosi campione del mondo indoor a Portland un mese fa, già quattro volte campione universitario USA e autore di 12"97 lo scorso anno. Aiutato nell'impresa da un vento al limite (due metri a favore), McLeod è sceso a 9"99 nel primo 100 metri ufficiale della carriera, corso nel John McDonnell Invitational di Fayetteville, sabato. Anche un esordio così è una sorta di record mondiale: il debutto più veloce che si ricordi sui 100 apparteneva nientemeno che a Usain Bolt (10"03 nel 2007 in Grecia). Dopo il sudafricano Van Niekerk, primo atleta a vantare tempi sotto i 10" sui 100, sotto i 20" sui 200 e sotto i 44" sui 400, McLeod arricchisce di ulteriore valore aggiunto l'avvio di stagione con l'abbattimento di un altro storico "muro".

Dei 20 ostacolisti capaci di scendere sotto i 13"00 nella storia della specialità, il più veloce sui 100 piani, fino a 48 ore fa, era stato Terrence Trammell, che corse in 10"04 e confermò in più occasioni la versatilità nello sprint con diversi altri tempi di buon valore. Riportiamo di seguito un breve specchietto con i primati personali sui 100 piani dei migliori ostacolisti della storia. Esclusi, coloro che non hanno mai corso un 100 "ufficiale" in carriera, e cioè il primatista del mondo Aries Merritt, l'ex-recordman Liu Xiang, e ancora Oliver, Arnold, Kingdom, Pierce, Parchment, Martinot-Lagarde, Crear, Richardson, Shubenkov e Ash.

  9"99/12"97 Omar McLeod (JAM)
10"04/12"95 Terrence Trammell (USA)
10"24/12"93 Renaldo Nehemiah (USA) vanta anche 10.18 ventoso
10"29/12"91 Colin Jackson (GBR)
10"41/12"92 Allen Johnson (USA) vanta anche 10.10 ventoso
10"48/12"97 Ladji Doucouré (FRA) vanta anche 10.45 ventoso
10"62/12"94 Orlando Ortega (CUB) vanta anche 10.50 ventoso   
10"71/12"87 Dayron Robles (CUB)

Dal passato: Jackson, Gault e Dillard

Nei trascorsi storici delle imprese da velocità pura ottenute da grandi ostacolisti, ricordiamo la doppietta agli Euroindoor di Parigi 1994 da parte di Colin Jackson, che vinse i 60 in 6"49 e i 60hs in 7"41, l'impresa di Willie Gault nella prima edizione dei campionati del mondo IAAF a Helsinki nel 1983, laddove conquistò il bronzo sui 110hs e l'oro con la 4x100 in compagnia di Emmit King, Calvin Smith e Carl Lewis, capaci di arrivare al record del mondo in 37"86 davanti al quartetto azzurro d'argento (Tilli, Simionato, Pavoni e Mennea al record italiano di 38"37).

Willie Gault, che fu anche asso nella NFL, non scese mai sotto i 13"00 sui 110hs (si è ritirato con un PB di 13"26), ma corse i 100 piani in 10"10, in 9"95 ventoso e in 9"8, ancora ventoso, con cronometraggio manuale.

Infine, ancora più indietro negli scaffali della storia, un altro statunitense fece cose irripetibili sull'asse sprint ostacoli-piano, Harrison Dillard, asso di Cleveland. nel 1948 non si qualificò per i Giochi di Londra, i primi del dopoguerra, sulla sua gara, i 110 ostacoli, ma trovò il posto nel team olimpico sui 100 piani, vincendo le Olimpiadi. Quattro anni più tardi, a Helsinki nel 1952, colmò la lacuna prendendosi l'oro sulla sua gara preferita, mancando di un solo centesimo l'allora record del mondo di 13"90 (13"9 manuale, convertito a posteriori). Per arricchire il leggendario palmarès, vinse l'oro anche con la 4x100 in entrambe le Olimpiadi sopra citate.

Sandi sale ancora

Dalla riunione di Fayetteville anche il mondiale stagionale all'aperto dell'asta femminile con Sandi Morris salita a 4,81 (aggiunto un altro centimetro al PB dello scorso weekend) e la continua ascesa della collega di specialità Lexi Weeks (4,64), e i progressi della stellina di Barbados Akela Jones, scesa per la prima volta sotto i 13"00 sui 100hs (12"94) e sempre più accreditata per l'eptathlon olimpico di Rio de Janeiro.

Ogunode si eguaglia in 9"91

Dal Tom Jones Memorial e brillante partecipazione italiana registriamo il 9"91 sui 100 maschili del qatariano Femi Ogunode, record mondiale stagionale e primato asiatico eguagliato, davanti a Isiah Young e Nickel Ashmeade, entrambi cronometrati in 10"03. Miglior crono dell'anno anche per il quartetto femminile veloce (42"22) composto da atlete di diverse nazionalità: la britanniche Henry e Onuora, la Schippers in seconda frazione e Tianna Bartoletta in ultima. Di rilievo anche il 44"79 del trinidegno Cedenio sui 400, l'11"00 della giamaicana Facey nella serie migliore dei 100 donne e il 12"72 di Tiffany Porter sugli ostacoli alti. Altri mondiali stagionali dalle cronache recenti: 19,77 della pesista cinese Gong Lijiao nel Grand Prix nazionale di Huaian e 85,54 del giavellottista ceco Vadlejch in Sud Africa.

Okolo sotto i 50"00, Powell duecentista dopo un lustro

Tanti i risultati di valore espressi nelle ultime ore dall'atletica Made in USA: in Louisiana la neo-iridata mondiale indoor con la 4x400 nazionale, Courtney Okolo, è scesa per la prima volta sotto i 50" con un 49"71 che sfiora di due centesimi il mondiale stagionale di Shaunae Miller (49"49).

Non siamo ancora a maggio e troviamo già tre atlete (con Quanera Hayes, altra iridata indoor con la staffetta, 49"91 a Nassau) capaci di esprimersi sotto il muro cronometrico dell'eccellenza femminile. Il meeting di Baton Rouge ha proposto un'altra reginetta iridata della 4x400, Ashley Spencer, che ha portato il mondiale stagionale dei 400hs a 54"70, e nuovamente il britannico Nethaneel Mitchell-Blake (20"14 ventoso). Il vento ha allungato la parabola del lunghista Gotch, un ragazzo con potenzialità fisiche enormi, planato a 8,35. Nel meeting intitolato a Michael Johnson, Asafa Powell è tornato dopo cinque anni a correre i 200 metri, vincendoli in 20"51, non confrontandosi col campione del mondo dei 60 metri Trayvon Bromell, che ha regolarmente vinto i 100 in 10"04. Esordio per la nigeriana Okagbare (200 vinti in 22"82), 50"80 di Phyllis Francis sui 400.

Due record in due giorni alle Hyogo Relays di Kobe

Il 22enne kenyano James Mwangi Wangari ha sottratto oltre nove secondi al record della manifestazione dei 10000 metri maschili, detenuto dal compianto Samuel Wanjiru (27'32"45 undici anni fa). Mwangi ha vinto la serie migliore del programma in 27'23"04, miglior tempo dell'anno sulla distanza, con sei atleti sotto i 28 minuti. Il secondo tempo dell'anno è stato ottenuto praticamente in contemporanea in un'altra manifestazione giapponese, a Yokohama, da un altro kenyano, John Maina (27'43"70). Non c'è quasi il tempo di registrare la prodezza di Mwangi, che nella seconda giornata delle Hyogo Relays arriva il 27'22"28 di Paul Tanui, nuovo world leader, accompagnato dal 27'24"85 di Mamiyo Nuguse Hisruato, etiope di 34 anni. World lead anche sui 10000 donne, ottenuta a Dubai dall'etiope Belaynesh Oljira con 31'04"59. Avrebbe dovuto essere al via anche Genzebe Dibaba, tenuta a riposo precauzionale dopo un leggero infortunio a un piede patìto di recente.

Maratone e corse su strada: Kaya primato europeo Under 23

La sbornia di super-tempi di Londra oscura il resto dell'attività: tra le cose migliori del fine settimana, 2h10'46" di Japhet Kosgei nel gelo di Düsseldorf, il record della corsa della campionessa mondiale di mezza maratona Peris Jepchirchir a Yangzhou (1h07'21", quasi un minuto in meno del precedente limite), con vittoria-bis nella corsa maschile di Mosinet Geremew (1h00'43"), e l'1h08"17 a Istanbul di Violah Jepchumba, laddove tra gli uomini il turco ex-kenyano Ali Kaya ha portato il record nazionale a 1h00'16", terza prestazione europea all-time a record continentale Under 23, battendo il recordman mondiale Zersenay Tadese (1h00'31") e un altro primatista su strada, il kenyano Komon, quarto in 1h00'48". Kaya ha pagato l'avvio lento nei primi cinque chilometri, perdendo l'occasione di avvicinare il  muro dei 60 minuti, violato in Europa dai soli Mo Farah e dallo spagnolo Roncero.

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