Mondo, Kiplagat fantastico tris

16 Febbraio 2015

Tre record mondiali per Florence Kiplagat, impresa inedita o no? I primati multipli del passato, dalla Radcliffe alla Keitany. I Millrose Games di New York e gli incredibili Lavillenie e Collins nella panoramica indoor.

Tre, numero perfetto

Condizioni meteo, estrema fruibilità del percorso e prestazioni all'altezza dei pacemakers hanno giocato un ruolo determinante nell'impresa di Florence Kiplagat: a Barcellona, dove lo scorso anno aveva stabilito i record mondiali sui 20 km e sulla mezza maratona, la kenyana si è ripetuta e superata, realizzando ben tre primati del mondo nella stessa gara. La Kiplagat ha migliorato di tre secondi il primato sulla mezza maratona, portandolo a 1:05:09, di due secondi quello sui 20 km (fissato ora a 1:01:54), e a fronte di un terzo segmento di 5 km pazzesco (15:12 dal 10° al 15° km), ha incenerito il primato sui 15 km in 46:14, togliendo ben quattordici secondi al record mondiale di Tirunesh Dibaba che, dato particolarmente importante per la valutazione dell'impresa, era stato ottenuto sulla distanza "secca" e non "di passaggio". L'anno scorso, la Kiplagat transitò al 15° km in 46:36, all'epoca seconda prestazione di sempre. Una sottrazione colossale, quindi, di ben 19 secondi. Le frazioni su ogni segmento di cinque chilometri sono state le seguenti: 15:39, 15:24 (31:02 al 10° km, otto secondi più veloce dell'anno scorso), 15:12 e 15:40.

I "primati multipli" nelle corse su strada: storia recente

Stabilire due primati mondiali nella stessa corsa non è una novità. La cronologia recente dei record, a partire dal 2000, mostra precedenti ben noti e non così rari di due record stabiliti nel corso della stessa gara. Il "tris" della Kiplagat però è, alla luce dell'ufficialità dei record sulle distanze dei 15, 20 e 21,087 km, un'impresa da primato. Occorre in ogni caso dire che, prima che a queste distanze la IAAF offrisse l'ufficialità del record mondiale, si parlava di "migliori prestazioni", e imprese simili, se non più ricche ancora (con quattro primati in una corsa da parte dello stesso atleta), erano già state realizzate.

Due casi emergono dal passato, più o meno recente: in occasione del record mondiale di maratona di Paula Radcliffe a Chicago nel 2002 (2:17:18), la britannica stabilì nelle frazioni intermedie ben tre "world best": al 30° km in 1:37:40, al 35° km in 1:53:45, e al 40° km in 2:10:08. Nel 2011 Mary Keitany, di cui parleremo tra poco più in dettaglio per quanto fatto venerdì scorso, migliorò a Ra's Al-Khaymah i limiti mondiali della mezza maratona (1:05:50), e di passaggio sui 20 km (1:02:36). Statisticamente, ma senza l'ufficialità del record mondiale, migliorò di passaggio anche le migliori prestazioni mondiali sugli 8 km (24:30) e sulle dieci miglia (50:05), realizzando un altro stratosferico "poker".

Tadesse record svizzero

Nondimeno un record è stato realizzato a Barcellona anche nella mezza maschile, pur se nel novero dei primati nazionali. Merito dell'elvetico di origini eritree Abraham Tadesse, svizzero dal giugno dell'anno scorso, che ha vinto la gara spagnola in 1:00:42, polverizzando di ben 44 secondi il quasi ventennale limite di Stéphane Schweickhardt. Mentre la Kiplagat ha fatto gara a sé, Tadesse ha vinto con pochi metri di vantaggio sugli etiopi Getu Feleke (1:00.45) e Azmeraw Mengistu (1:00:48).

Ra's Al-Khaymah, Keitany 1:06:02

Quarantott'ore prima del nuovo exploit di Florence Kiplagat, Mary Keitany aveva vinto la mezza maratona degli Emirati in 1:06:02, terza prestazione al-time, ora scalata al quarto posto. La Keitany non ha migliorato nemmeno il primato della corsa, che corrisponde al vecchio record mondiale di 1:05:50, da lei stessa realizzato nel 2011, prima dell'avvento dell'era-Kiplagat. Gara strepitosa, come nelle attese, con record etiope di Mamitu Daska in 1:06:27 e grande personal best della kenyana Cynthia Limo in 1:07:02. Il risultato, aldilà della prestazione cronometrica, assume rilevanza nel percorso della Keitany, che da quando è rientrata alle gare dopo il secondo stop per maternità, ha sempre vinto. Da notare che la Keitany è transitata al 10° km in 31:08, un secondo meglio del passaggio-record della Kiplagat a Barcellona un anno fa, quindi teoricamente "in corsa" per il primato del mondo, per poi rallentare di qualche secondo sulla tabella di marcia al passaggio del km n° 15 (46:42). Tra due mesi, la Keitany tenterà il colpo grosso sui 42 km, a Londra. Nella corsa maschile, ritmo non particolarmente esaltante nella prima parte (14:33 e 28:56 i transiti), con un esito cronometricamente valido ma non eccezionale. Vittoria dell'etiope Mosinet Geremew in 1:00:05 (ha 59:11 di personale), su un plotone di kenyani guidati al traguardo da Daniel Wanjiru (1:00:06) e chiuso dal favorito Eliud Kipchoge (1:00:50).

Ospite d'onore sul percorso, Dennis Kimetto, primatista mondiale di maratona.

Tadese e Giappone

Il primatista del mondo di mezza maratona Zersenay Tadese ha vinto i campionati dell'Africa Orientale di mezza maratona a Massawa in 1:01:37, in volata su Tewelde (1:01:38) e Ghebresilasse (1:01:39), realizzando un bel tris eritreo sul podio. Tadese sarà impegnato tra meno di 40 giorni nella mezza maratona olandese di Venlo, dove punta a migliorare il primato del percorso (1:01:32), pungolato dalla presenza del connazionale Nguse Amlosom. Buoni risultati dal Giappone: a Yamaguchi scendono in tre sotto il record della corsa, il kenyano esordiente Charles Ndirangu in 1:00:18, il connazionale Joseph Macharia in 1:00:30 e il giapponese Masato Kikuchi in 1:00:32. Successo-donne di Michi Numata in 1:09:27. Nel fine settimana giapponese anche una grande edizione dei campionati nazionali dei 20 km di marcia a Kobe, nobilitata da ottimi risultati: il record nazionale di Eiki Takahashi in 1:18:13, e Yusuke Suzuki che eguaglia il vincitore con lo stesso tempo scendendo di quattro secondi sotto il primato da lui detenuto. Densità notevolissima, con 17 marciatori che hanno chiuso in meno di 1:25. Titolo-donne alla Okada in 1:31:57.
 
Indoor, i Millrose Games

Il meeting indoor più vecchio del mondo (108ª edizione) non ha deluso: sono stati realizzati una miglior prestazione mondiale, due record mondiali Master e cinque migliori prestazioni stagionali. Partiamo da queste, dal miglio vinto da Matt Centrowitz in 3:51.35 (a un centesimo dal personale), undici centesimi più rapido di Nick Willis (record dell'oceania), e con Bernard Lagat a altri primati del mondo Master (3:54.91 sul miglio e e 3:40.20 di passaggio sui 1500). La miglior gara di 60 hs dell'anno, vinta da Aleec Harris in 7.50 davanti a Richardson e Eaton (7.51, sensazionale personale per il decatleta) e Swift al primato nazionale di Barbados in 7.54.

Tra le donne, il 60 più veloce dell'anno per l'ivoriana Ahouré in 7.05, idem sui 60 hs col 7.91 della Nelvis (prima che la bielorussa Talai facesse meglio a Vienna nel pomeriggio in 7.88), e il miglior 3000 di Sally Kipyego in 8:41.72. Non bastasse, ecco la miglior prestazione all-time sui 500 metri colta da Brycen Spratling in 1:00.06, undici centesimi meno del risultato dell'altro americano Lowery, risalente a ben 25 anni fa. Altro da New York: Claye (8,02) perde di 1 cm dal giamaicano Forbes nel lungo, Sanya Richards-Ross cede nei 400 in un modesto 53.71 alla 22enne Francis (53.14). La Rowbury corre un altro miglio dei suoi, bravissima in 4:24.32.

USA, Barber 5,90

Panoramica delle cose migliori nel fine settimana americano: nel Tyson Invitational di Fayetteville tre migliori prestazioni mondiali 2015, 17,23 di Dendy nel triplo (70 cm di miglioramento), 22.81 della Jefferson sui 200 e 3:29.36 della 4x400 donne del Texas, ma il coniglio dal cilindro lo estrae ancora una volta l'astista canadese Shawn Barber, all'ennesimo record nazionale e universitario, salendo a 5,90 e confrontandosi, senza successo, con i 6 metri. Nelle altre gare due 400-fotocopia di Deon Lendore (45.38) e Bralon Taplin (45.39), connazionale di Kirani James, Teeters ancora in spolvero nello sprint in 6.52, e ancor meglio Ryan Bailey, 6.50 a Seattle.

Prima della Jefferson, l'altra velocista USA Jenna Prandini aveva corso a Albuquerque il miglior 200 della stagione in 22.87, per poi perdere sui 60 in 7.17 dietro la Todd (7.15). Curiosita: l'ex-USA ora di nazionalità filippina, Eric Cray (discreto ostacolista sul giro) ha corso i 60 piani in 6.57. Sempre in tema ostacoli, Dior Hall ha corso in 8.07, nuovo primato USA juniores. La 19enne vice-campionessa mondiale junior a Eugene è vicinissima al record mondiale indoor di categoria, fissato a 8.06 dalla tedesca Denk e dalla francese Ewanjé-Epée. Tra i giovanissimi, 2,28 del promettentissimo ragazzino giamaicano Bryan nell'alto.

Indoor Europa, Lavillenie 6,02 a Berlino

Con il 6,02 di sabato, Renaud Lavillenie ha già eguagliato l'indimenticabile inverno 2014, quando superò i sei metri in tre occasioni (6,04, 6,08 e il 6.16 del record mondiale). Il francese ha in serbo qualcosa di speciale per l'imminenza. Nel meeting tedesco, il 39enne Kim Collins ha mantenuto l'imbattibilità vincendo i 60 in 6.50.

Mondiale stagionale anche per il cubano Ortega sui 60 hs (7,51, poi migliorato a New York). Tra le donne, primato europeo stagionale della Schippers sui 60 in 7.09, e la miglior prestazione all-time nel lancio del disco indoor (l'impianto di Berlino lo permette), fissata dalla nera Shanice Craft a 62,07. Negli altri meeting della settimana, il primato nazionale dell'astista polacco Lisek (5,87 a Dessau), il 3:35.71 del tedesco di origini africane Tesfaye Homiyu (mondiale stagionale dei 1500 metri), e vari world-leading sui 3000 di marcia femminili: dall'ucraina Kashyna (12:21.17 ai campionati nazionali) alla portoghese Cabecinha (12:17.93, anche per lei ai campionati nazionali). Dai lanci, record serbo e limite europeo stagionale di Kolasinac con 20,91.

Britannici, Johnson-Thompson 1,97

Ai campionati nazionali di Sheffield protagonista Katerina Johnson-Thompson, che ha gareggiato nel salto in alto salendo al record nazionale assoluto di 1,97, detronizando la fresca detentrice Pooley (1,96 in agosto). Nella stessa gara, la 17enne Morgan Lake, oro mondiale junior nell'alto e nell'eptathlon, è salita a 1,94, limite nazionale junior. Nelle altre gare dei campionati, 6,73 della lunghista Abigail Irozuru, e buoni sprint di Chijindu Ujah (6.57) e Dina Asher-Smith (7.15).

Campionati nazionali in Europa

Oltre a quanto già detto di UK, Serbia, Ucraina e Portogallo, ecco un breve escursus sulla prima tornata di campionati nazionali nel continente: in Grecia 2,30 di Mastoras, ma fuori concorso vince con 2,32 l'ex-greco (ora cipriota) Dimítrios Hondrokoúkis, che vinse un mondiale indoor prima di essere sospeso. In Svizzera un altro 7.18 della sprinter Mujinga Kambundji, in Romania 1,94 della Stanciu nell'alto, e identico 1,94 della 40enne bulgara Venelina Veneva, ancora al record mondiale Master. Sempre dalla Bulgaria, 14,55 della Petrova nel salto triplo. Nella settimana entrante, campionati nazionali indoor in Russia (da domani a giovedì), Germania, Francia, Spagna, Olanda, Lettonia, Bielorussia, Belgio, Repubblica Ceca, Austria, Danimarca, Polonia, Ungheria, Svezia, Lituania, Irlanda, Slovacchia, Estonia, e naturalmente Italia.  
 
Outdoor, "mondialino" all'aperto nell'asta

La 17enne australiana Nina Kennedy ha stabilito la miglior prestazione all-time all'aperto di una astista di categoria junior, saltando 4,59 a Perth. Il risultato è inferiore solo al primato mondiale ufficiale di Angelica Bengtsson, stabilito al coperto con 4,63, e ai 4,60 (sempre indoor) dell'ucraina Sheleh e dell'azzurra Roberta Bruni, ma migliora di un centimetro il 4,59 outdoor della stessa svedese, che fino a 48 ore fa era la miglior prestazione juniores all'aperto. Lanci invernali in Europa Orientale: in Russia duello-thrilling nel martello donne, con Tsareva (71,35) e Bulgakova divise da un centimetro. Tra i maschi, 76,38 di Pozdnyakov e 75,66 di Shayunov in Bielorussia. Restando nell'area, la giavellottista ucraina Dorozhon (62 metri), sposata con un israeliano, ha completato la trafila per gareggiare per Israele.

Cross Kenya, campionati nazionali

Rampa di lancio per i Mondiali di Guyang, la rassegna di Nairobi ha punito i campioni del mondo in carica Japhet Korir (fuori dai primi venti classificati) e Emily Chebet (quattordicesima). Successi di Faith Kipyegon e Bedan Karoki, che già detenevano il titolo. La Kipyegon ha preceduto Agnes Jebet Tirop, Janet Kisa, Irene Cheptai, Alice Aprot e Stacy Ndiwa (26:43). Karoki ha distrutto l'agguerrita concorrenza con un ultimo mezzo chilometro superlativo, avendo ragione di Geoffrey Kipsang Kamworor (iridato di mezza maratona), Leonard Barsoton, Moses Mukono, Phillip Langat e and Joseph Kiptum. Titoli junior a Roseline Chepngetich e Dominic Kiptarus.

Ritiro Trammell

Il 36enne ostacolista di Atlanta ha lasciato l'attività. Ha chiuso in bellezza, con l'ultima gara disputata un anno fa quando fu terzo in 7.56 ai campionati USA. Atleta medagliatissimo, conta due titoli mondiali indoor, due argenti Olimpici, tre argenti ai Campionati del Mondo, oltre a un argento e un bronzo in altre edizioni dei Mondiali al coperto. In carriera ha vinto otto titoli nazionali: lascia con primati di 7.36 (quinto all-time indoor), 12.95 (dodicesimo tempo all'aperto) e  eccellenti 6.45 sui 60 piani e 10.04 nei cento metri.

Marco Buccellato

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Terrence Trammell (foto Colombo/FIDAL)


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