Mondo, Keflezighi-Kiptoo grandi a Boston

22 Aprile 2014

L'argento di Atene 2004 restituisce agli USA un successo che mancava da 31 anni. Rita Jeptoo fantastica negli ultimi km. In pista, attività USA in primo piano

Boston superlativa

La 118° maratona del Massachusetts rinasce dalle sofferenze inflittele un anno fa, grazie all'apporto di 35.755 partecipanti in rappresentanza di 95 nazioni, con una corsa dagli esiti fantastici a livello femminile, e "storici" al maschile: un americano, pur se rifugiato dall'Eritrea, è tornato a vincere la maratona più vecchia del mondo dopo 31 anni (nel 1983 si impose Greg Meyer in 2:09:01), divenendo al tempo stesso il primo atleta USA a vantare  un successo a Boston, uno a New York e una medaglia olimpica (l'argento di Atene dietro Stefano Baldini, oltre al quarto posto di Londra 2012). Mebrahtom Kelfezighi, il vincitore universalmente conosciuto come "Meb", ha trionfato a quasi 39 anni (è il secondo atleta più anziano a vincere a Boston) prendendo autorevolmente il comando della corsa e sorprendendo i favoriti Dennis Kimetto (voleva vincere col miglior tempo di sempre), e Lelisa Desisa (voleva vincere come l'anno scorso).

Fuga per la vittoria

A metà gara (1:04:21), Meb e il compagno di leadership Josphat Boit avevano già 30 secondi di vantaggio. Anche Boit è americano, da pochi mesi, dopo una vita e una carriera spese negli USA da kenyano. Solo nelle ultime tre miglia di gara Wilson Chebet riusciva a riportarsi "a vista" di Keflezighi, recuperando ben 40 dei 50 secondi di margine patìti rispetto allo statunitense al 35° km. Al traguardo, gioia e lacrime nel successo di Meb in 2:08:37, e primi piani sulla pettorina riportante i nomi delle tre vittime dell'esplosione dell'anno scorso, e del poliziotto ucciso durante lo scontro a fuoco con uno dei due attentatori. Secondo Chebet in 2:08:48, terzo l'altro kenyano Franklin Chepkwony in 2:08:50, poi il primo europeo, l'ucraino Shafar in 2:09:37, e l'etiope Geneti (2:09:50). Deludono Ryan Hall (20°), Kimetto e Desisa (ritirati). In classifica, 25° è Shabunin, eccellente miler russo in pista fino a pochi anni fa.

Jeptoo, successo-bis e record

Nella corsa femminile successo grandioso, il secondo consecutivo e il terzo della carriera, per la kenyana 33enne Rita Jeptoo Sitienei. Dopo la Boston Marathon vinta nel 2013, e il 2:19:57 in ottobre a Chicago, ha anche vinto la terza 42 km di fila strabiliando con un crono di 2:18:57, primato della corsa, trascinando le runner-up Bizunesh Deba (2:19:59), Mare Dibaba (2:20:35) e Jemima Jelagat Sumgong (2:20:41) sotto il precedente limite di Margaret Okayo (2:20:43), vecchio di 12 anni. Pur se i tempi non possono essere omologati per le caratteristiche del percorso (a Boston la pendenza tra avvio e arrivo è superiore ai 3 metri a km, e la distanza in linea d'aria tra start e finish è molto superiore al 50% della distanza complessiva), alla Jeptoo resta la soddisfazione del bis con record e la vittoria in una 42 km dove sono stati largamente realizzati i migliori tempi per piazzamento dal sesto all'undicesimo posto. Dietro le prime quattro, l'etiope Melkamu (2:21:28), la bielorussa Duliba (2:21:29), la Flanagan (prima delle americane in 2:22:02), poi l'ex-vincitrice a Boston Sharon Cherop (2:23:00), Philes Ongori (2:23:22), Desiree Linden-Davila (2:23:54) e l'altra etiope Oljira (2:24:21).

Magnifici ultimi 7 km

Corsa dettata dal ritmo imposto dalle migliori e dal coraggio di Shalane Flanagan, che ha guidato il gruppo di testa a un passaggio a metà gara in 1:09:27, con Jeptoo, Dibaba, Deba, Oljira, Cherop e Jelagat. Dopo il 30° km (1:39:20) l'americana ha perso terreno, la Cherop è rimasta ancor più staccata mentre la Oljira ha ceduto oltre un minuto al gruppo-leader composto da cinque atlete (35° km in 1:56:22). Scoccate le due ore di gara, Rita Jeptoo ha preso il largo con una frazione-monstre di 5 km coperta in 15:44, e con i restanti 7,2 km in 22:35, in una corsa ancora agile in cui ha firmato uno tra i migliori finish mai visti nella storia delle maratone.

La Jeptoo è la terza atleta a correre per due volte consecutive sotto le 2:20 (Ndereba e Radcliffe le altre, la britannica lo fece per tre volte di fila). Nel tabellino, spicca ancora il nome della ex-iridata Lidia Simon (24° in 2:36:47). Nella classifica aggiornata delle World Marathon Majors 2013-14, dopo Londra e Boston, l'etiope Kebede guida con 55 punti su Wilson Kipsang (51) tra gli uomini, mentre Rita Jeptoo si è portata in testa tra le donne con 75 punti su Edna Kiplagat (65).

Nagano e Yangzhou

Corse su strada di rilevanza anche in Oriente. Nella Nagano Marathon vince il pluricampione europeo di cross Serhiy Lebid in 2:13:56, mentre la russa Alina Prokopeva ha vinto con ampio margine la gara femminile in 2:30:56. Nella mezza maratona cinese di Yangzhou dominio assoluto degli africani: l'eritreo Nguse Tesfaldet ha vinto la corsa uomini in 1:00:08 sui kenyani Edwin Kipsang Rotich (1:00:17 dopo il 59:59 di un mese fa in Spagna) e Sylas Chebogel (1:00:22). Tra le donne, vittoria della recente campionessa del mondo a Copenhagen Gladys Cherono in 1:08:16 sulle etiopi Worknesh Degefa (1:09:07) e Meskerem Assefa (1:09:10).

Mt.SAC Relays, Solomon 1:43.88

Il miglior tempo mai registrato negli 800 maschili nel mese di aprile ha mitigato, nelle cronache, l'attesa andata delusa di un super-debutto del primatista mondiale di decathlon Ashton Eaton nei 400 ostacoli, sua possibile nuova frontiera. Nella gara di Walnut, l'esordio dell'olimpionico Eaton ha rispettato le previsioni dettate dal buon senso (50.01), pur se era lecito attendersi qualche decimo in meno. Eaton si è classificato quarto (vittoria a Anderson in 49.43), 48 ore dopo aver corso un 110hs in 13.54 a Azusa. Il top del meeting, giunto all'edizione n.56, è arrivato col successo di Duane Solomon negli 800 in 1:43.88, mondiale stagionale e primato della manifestazione, seguito da Erik Sowinski (1:44.58) e dal portoricano Vazquez, che ha migliorato il record nazionale in 1:44.64.

Tra i risultati, il 10.06 di Batson (deludono Bailey in 10.24 e Rodgers, solo ottavo in 10.36), i buoni riscontri nei 200 del canadese Brown (20.26) e del caraibico Lawrence (St.Kitts, 20.34), il 45.23 del saudita finalista mondiale Masrahi, e nei salti il 17,26 ventoso di Craddock nel triplo e l'8,12 (buono) di Henderson nel lungo. Tra le donne, quasi record nazionale per la martellista canadese Frizell (74,98), ancora crescita la sprinter Jenna Prandini (11.11), e esplosione di Sharika Nelvis nei 100 hs (12.71). Esordio per molti nomi di livello, ma lontani dalla miglior forma (come la Gardner e la Okagbare nella velocità).

Kansas Relays, ritorno di Cantwell

L'eclissi di risultati dovuta a un infortunio sembra alle spalle per l'ex-campione del mondo di getto del peso Christian Cantwell, che ha vinto il primo round tra i pesisti-top USA nelle Kansas relays di Lawrence, con un lancio di 21,36, mondiale stagionale. Nuovamente integro dopo due anni di problemi fisici, ha battuto Kurtis Roberts (21,23), l'altro ex-iridato Reese Hoffa (20,96) e il due volte campione del mondo indoor Ryan Whiting (20,78). Continua a mietere centimetri il campione del mondo allievi 2011 nel salto triplo, Latario Minns, portatosi a 16,91.

Britanniche in USA

Molti i risultati di buon livello dalle ultime 72 ore americane, a parte le manifestazioni di Walnut e Lawrence. Nel Tom Jones Memorial Classic di Gainesville David Oliver ha vinto i 110 hs in 13.26 (-0.5), Justin Gatlin ha esordito sui 200 in 20.55, mentre Dedric Dukes (19.97 recentemente) ha corso i 400 in 45.56 perdendo di due decimi da Torrin Lawrence, ma precedendo Tony McQuay, argento mondiale a Mosca.

Tra le donne in evidenza soprattutto le atlete britanniche: Tiffany Porter ha vinto i 100 hs in 12.81 (+1.0), Jodie Williams ha migliorato il personale sui 200 in 22.76, e il quartetto formato dalla stessa Williams, dalle giovanissime Henry e Papps e dalla collaudata Onuora ha vinto la 4x100 in 42.91. Tianna Madison, ora signora Bartoletta, primatista mondiale della 4x100, ha riprovato il lungo, dove vinse un titolo mondiale 9 anni fa, registrando un buon 6,67.

Altro dal weekend USA: perde Wariner

Nel Michael Johnson Classic di Waco rientro nei di 400 di Jeremy Wariner: l'ex-olimpionico e iridato ha perso in 46.18 dal brasiliano de Sousa (45.94). Ancora su alte note il lanciatore che vinse il mondiale allievi a Bressanone Ryan Crouser (21,24 nel peso). Il velocista Bromell (di recente al mondiale junior eguagliato sui 100 in 10.01), ha vinto i 200 in 20.59. In Louisiana in evidenza nello sprint l'africano dello Zimbabwe Gabriel Mvumvure in 10.07 (+1.6), mentre sui 200 il 20.14 di Hardy è reso nullo dal vento ben oltre il limite, così come, nel lungo, l'8,23 di Hicks. Tra le donne, 11.20 legale e 22.39 appena ventoso di Kim Duncan (con rientro di Lolo Jones sui 100 piani, 11.59). Il vento appena sotto i 2 m/s ha aiutato l'ostacolista Stowers a portarsi a 12.81. Dalle altre sedi, nuovo primato neozelandese per la martellista Julia Ratcliffe (70,28), 22.78 della bahamense Strachan sui 200, e proposito mantenuto dal decatleta bianco Dakotah Keys, che a Eugene voleva aggiungere qualche punto a quota 8.000, ed è arrivato a 8.027.

Carifta Games a Fort-de-France

Per la 43° edizione dei Caribbean Junior Track and Field Championships (Carifta Games), in Martinica è convogliata "la meglio gioventù" dell'America Centrale, per 27 stati rappresentati, compresi Martinica, Guadalupa e la Guyana francese. Da questa manifestazione, nata in Barbados, sono usciti talenti di portata internazionale, ragazzi e ragazze che nel corso della carriera hanno mietuto successi mondiali e olimpici. Tra i principali risultati, citiamo i successi del duo giamaicano Jevaughn Minzie (10.18) e Jonielle Smith (11.17) nelle finali dei 100 under 20 (vento fuori norma), laddove i giamaicani hanno fatto doppietta anche tra gli allievi (con Chambers a 10.27 nella ripetizione della finale per un problema tecnico della pistola).

Di nota anche il 45.95 di Machel Cedenio (Trinidad) sui 400. Nella categoria allievi, il campione del mondo Manley si è accontentato della vittoria in 47.47. Nella giornata conclusiva di ieri, 23.10 della trinidegna Clarke e 20.50 di O'Hara (Giamaica) nelle finali dei 200, e 13.23 del primatista europeo junior dei 110 hs Belocian, francese che ha corso e vinto per Guadalupa. Appunto francese: in una riunione nel dipartimento d'oltremare di Réunion, infortunio nel 100 d'esordio per Jimmy Vicaut, che ha rimediato una contrattura dopo una decina di appoggi.

Mezzofondo prolungato e marcia a Kobe

Puntuali, arrivano i primi crono interessanti dal mezzofondo. Le firme, nella classica manifestazione giapponese delle Hyogo Relays di Kobe, sono ancora una volta kenyane. Nei 10000 maschili 27:25.56 di William Malel (corre per il Team Honda), davanti a Edward Waweru (27:26.92) e Bedan Karoki (27:32.83). Nei 10000 donne 31:28.07 di Sally Chepyego sulle giapponesi Ayumi Hagiwara (31:50.85) e Kasumi Nishihara (31:53.69). A Wajima il marciatore Takayuki Tanii ha migliorato il primato mondiale stagionale della 50 km di marcia, chiudendo in 3:41:32, superando il primatista nazionale Yamazaki (3:44:23).

Primati giovanili

Negli ultimi 10 giorni l'elenco dei primati ottenuti nelle categorie giovanili si è aggiornato con la miglior prestazione europea allievi nel martello maschile, ottenuta dall'ungherese Bence Halasz (16 anni) che ha scagliato l'attrezzo da 5 kg a 84,43 a Szombathely, la terza misura assoluta al mondo. Primato nazionale under 20 nell'eptathlon per la statunitense Kendell Williams a Athens (6.018). Non si tratta di un record globale, ma la citiamo perché poco più di un mese fa la 18enne ha stabilito il record mondiale indoor nel pentathlon con 4.635 punti. Infine a Coppell (Texas) l'astista Desiree Freier ha migliorato il primato USA juniores con 4,42. Il meeting era all'aperto, ma a causa delle condizioni meteo la gara di asta si è svolta al coperto.

Marco Buccellato



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