Mondo: Cheroben e Jepchumba, Asia-record

18 Settembre 2017

In due giorni gli ex-kenyani Abraham Cheroben e Violah Jepchumba riscrivono i primati d'Asia nella mezza maratona. In arrivo la Berlin Marathon con tre atleti a caccia del record

di Marco Buccellato

UN GIORNO, DUE RECORD - In 24 ore Violah Jepchumba e Abraham Cheroben hanno riscritto la mappa dei primati di mezza maratona del continente asiatico. Cheroben aveva da tempo cambiato nazionalità, dal Kenya al Bahrain, mentre per la Jepchumba, ancora kenyana in aprile quando finì seconda nella gara del record mondiale di Joyceline Jepkosgei, lo "switch" è cosa più recente. L'impresa più importante, in termini statistici, è quella di Cheroben a Copenhagen, in una corsa dove sette atleti hanno chiuso in meno di un'ora e soprattutto tre hanno raggiunto il traguardo in meno di 59' (è già successo a Ra's Al Khaymah nel 2013). Anche lo scorso anno a Copenhagen in sette chiusero sotto l'ora, ma il vento vanificò ogni ambizione di avvicinamento del record del mondo nonstante i passaggi velocissimi.

CHEROBEN 58:40 - Successo di Cheroben, quindi, in un 58:40 che dista solo 17" dal record mondiale dell'eritreo Tadese e che rappresenta la terza prestazione di sempre (c'è anche il vecchio record di 58:33 dello scomparso Samuel Wanjiru) e la quarta in assoluto (Tadese vanta anche un 58:30). Cheroben ha sottratto 8" al suo precedente personale, ottenuto da kenyano. Dietro di lui, fanno l'ingresso nella top-10 di sempre Jeroem Lumbasi Okombo, secondo in 58:48, e Alex Korio, terzo in 58:51. Gli altri runner che hanno chiuso in meno di un'ora sono Albert Kangogo (59:25), Leonard Barsoton (59:28 al debutto sulla distaznza), l'ugandese neo-primatista nazionale Martin Kurong (59:50) e l'altro kenyano Geoffrey Koech (59:50). Con i loro primi sub-60', gli ultimi due allungano la lista di coloro capaci di correre la mezza maratona in meno di un'ora (in condizioni di legalità del percorso etc...) a oltre 150 atleti. Cheroben, per inciso, un anno fa chiuse undicesimo in 1h01:00.

PASSAGGI-MONSTRE (DI SAGGEZZA) - la chiave per risultati così importanti è stata il passaggio di 27:50 al 10° km, una ventina di secondi più lenta del folle transito di un anno fa, dove alla fine pagarono in molti dazio alla fatica, e quello al 15° km (41:53, nel 2016 fu di 41:32). Al 20° km erano ancora in tre, Cheroben, Lumbasi e Korio, in 55:51 (tra l'altro sesta prestazione di sempre sulla distanza), poi Cheroben ha preso il largo nell'ultimo chilometro e si prende il merito di essere l'unico rappresentante del continente asiatico nelle prime 100 prestazioni sui 21,097 km. Va detto che gli atleti d'élite sono stati anche fortunati. Poco dopo il loro arrivo si è scatenato un violento acquazzone che avrebbe potuto pregiudicare crono così veloci se Giove Pluvio avesse "benedetto" la capitale danese un po' prima.

JEPCHUMBA-PRIMATO - L'altro record d'Asia lo ha centrato Violah Jepchumba, sabato nella mezza maratona ceca di Usti nad Labem, dove è caduto anche il record della corsa maschile a opera del vecchio detentore, il 24enne kenyano Barselius Kipyego, che ha sottratto un secondo al precedente limite chiudendo in 59:14, seconda prestazione mondiale stagionale (ancora per poche ore prima della pletora di Copenhagen).

La Jepchumba ha portato il record asiatico a 1h06:06, pur vantando, da kenyana, l'1h05:25 dello scorso 1 aprile a Praga, migliorando il vecchio primato continentale di un'altra ex-kenyana che gareggia per il Bahrain, Eunice Chumba, che curiosamente 24 ore dopo a Copenhagen ha risposto in 1h06:11, vincendo la gara e sfiorando l'impresa di riprendersi immediatamente il record.

Due gran belle corse: A Usti nad Labem si sono espressi a grandi livelli dietro Kipyego anche l'altro kenyano Josphat Tanui (59:22), il neo-recordman tanzaniano Ismail Juma (59:30) e quello giapponese Shitara (1h00:17, primato nazionale dopo 10 anni). Tra le donne, la 38enne Nancy Kiprop ha corso la gara della vita in 1h07:22, seconda per un centesimo sulla 20enne Lucy Cheruiyot. A Copenhagen, dietro la Chumba, sensazionali 1h06:25 di Joan Chelimo (in testa al 20° km in 1h02:57) e 1h06:35 di Brigit Kosgei (prima a Verbania in marzo),

CORSE IN CINQUE CONTINENTI - Nella mezza maratona di Porto top-ten uomini tutta kenyana con successo in volata di Abraham Kiprum in 1h00:06 su Marius Kimutai (1h00:07) e Leonard Langat (1h00:08). Nomi noti nelle retrovie, come Mathew Kisorio (1h01:28), Vincent Chepkok e Emmanuel Mutai (entrambi 1h03:06). Poker kenyano tra le donne con successo di Monica Jepkoech (1h09:23) su Vivian Jelagat (1h09:26). Oltre oceano, a Philadelphia, vincono Galen Rupp in 1h02:18 con scarsa concorrenza e Meseret Defar al secondo impegno dopo la lunga sosta in 1h08:46 sulla kenyana già vincitrice a Boston Caroline Rotich (1h09:41). Terzo posto per Jordan Hasay in 1h10:42 davanti a un'altra titolata di Boston, Bizunesh Deba (1h11:43). Nella 37ª maratona di Pechino discreto 2h27:44 di Meselech Tsegaye Beyene sull'altra kenyana Rebecca Kangogo Chesire (2h30:31) e sull'etiope Rahma Tusa (2h33:22). Prima vittoria di un marocchino, firmata da Salah-Eddine Bounasr in 2h11:18 in condizioni di gran caldo. Altra maratona in Sud Africa, a Città del Capo, con doppietta etiope di Asefa Negewo (al bis dopo un anno) in 2h10:01 e Betlehem Moges (2h30:22), sei secondi più veloce della namibiana Johannes. A Sydney record della maratona donne migliorato di olte un minuto e mezzo dall'etiope di stanza in Australia Makda Harun (2h28:06) sulle kenyane Bornes Kitur (2h29:01) e Mercy Kibarus (2h30:12).

TALENCE: WARNER E VETTER - Il canadese Damian Warner è tornato a vincere il Décastar di Talence a distanza di quattro anni, imponendosi con 8.252 punti davanti al tedesco Kai Kazmirek (8.020) e all'ucarino Kasyanov (8.016), per la quarta volta consecutiva sul podio. Warner chiude con un successo una stagione dolce-amara, con vittorie a Götzis e a Talence ma con l'insoddisfacente quinto posto ai mondiali di Londra, condizionato da un infortunio. Nell'eptathlon vince l'olandese Anouk Vetter, bronzo a Londra e primatista nazionale, con 6.363 punti davanti all'ungherese Xenia Krizsan (6.282) e alla cubana Yorgelis Rodriguez (6.126), che nell'alto non è salita oltre gli 1,85 (a Londra fu autrice di un clamoroso 1,95).

ASIA INDOOR A ASHGABAT - Iniziati da ieri fino al 27 settembre i Giochi Indoor Asiatici a Ashgabat, nel Turkmenistan. In gara medagliati mondiali quali il 400ista qatarino Haroun, l'altista siriano Ghazal e la triplista kazaka Rypakova. Iscritto anche l'ostacolista del Qatar Samba.

Il comitato organizzatore informa della presenza di un team di atleti rifugiati (cinque unità) la cui delegazione è stata affidata, come è noto, all'ex-primatista del mondo di maratona Tegla Loroupe. Dall'Asia anche la notizia del ritiro del velocista cinese Zhang Peimeng. E' stato primatista asiatico sui 100 metri con 10.00 e con lo stesso tempo vanta anche il record della sfortuna: essere lo sprinter più veloce escluso da una finale. Il 10.00 della semifinale iridata di Mosca 2013, infatti, non gli permise l'ingresso nella finale a otto, quinto beffato per millesimi dal francese Lemaître.

BERLINO PREVIEW - La 44ª edizione della Berlin Marathon è in programma domenica 24 settembre. Le notizie che rimbalzano sulla prova maschile stanno oscurando quella femminile, dove sono pur presenti fior di atlete. Tre uomini si sono candidati a portare il record mondiale sulla distanza sotto il limite attuale di 2h02:57 di Dennis Kimetto. Eliud Kipchoge, olimpionico a Rio e colui che sta subendo la maggior pressione in vista del tentativo-record, il pluriprimatista mondiale (in pista) Kenenisa Bekele, che il record l'ha sfiorato di 6" proprio a Berlino un anno fa, e Wilson Kipsang, che deteneva il primato mondiale prima dell'impresa di Kimetto. Anche questi due record a Berlino, il tempio delle frontiere inesplorate.

Esito impronosticabile. Il buon senso suggerisce che il favorito potrebbe essere Kipchoge, a condizione che la pressione e le troppe "aspettative" sul suo conto, soprattutto dopo l'evento sul circuito monzese, non gli arrechino più danni che vantaggi, che il Bekele di quest'anno ha patìto un ritiro a Dubai e ha già fallito un tentativo di sub-3 ore col secondo posto di Londra, e che il vecchio marpione Wilson Kipsang potrebbe avere in canna il colpo che mette tutti d'accordo. A patto che, come insegna il buon Kimetto, il record venga scritto in progressione e non su ritmi da mezza maratona nei primi chilometri, alla lunga insostenibili. La maratona, sia di Berlino sia di qualsiasi altra metropoli, è lunga, lunga fino a sfiancare.

THE BERLIN CODE, NUMERI E NOMI - Lo spot che anticipa la corsa di Berlino è 3 Champions, 2 Hours, 1 Dream. A Berlino, che vanta sia il record mondiale che sei delle migliori sette prestazioni all-time, sono stati realizzati sei record mondiali "ufficiali": 2h04:55 di Paul Tergat, 2h04:26 e 2h03:59 di Haile Gebrselassie, 2h03:38 di Patrick Makau (pure lui al via domenica), 2h03:23 di Wilson Kipsang e 2h02:57 Dennis di Kimetto, e quattro "world best": 2h06:05 di Ronaldo da Costa, 2h20:43 della kenyana Loroupe e 2h19:46 della giappnese Takahashi, oltre al 2h34:47, vecchio di 30 anni ma atleticamente di 4-5 epoche fa, della tedesca federale Christa Vahlensieck.

Le protagoniste di quest'anno, sulla carta, sono le due kenyane Gladys Cherono (prima due anni fa) e Valary Aiyabei, e le tre etiopi Amane Beriso, Gulume Tollesa e Meseret Mengistu. Nel mirino c'è il record della corsa, fissato a 2h19:12 da Mizuki Noguchi dodici anni fa. Oltre al tris di campionissimi, nella supermaratona uomini ci sono l'altro ex-recordman Makau, un campione del mondo (Luke Kibet) e l'etiope Geremew (seconda 42 km della carriera e 59:11 sulla mezza). Fondamentale il compito dei pacemakers (forse troppi) su cui spicca il nome di Sammy Kitwara.

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