Mondo: Cheroben-Chebet duetto record

20 Ottobre 2014

Valencia da primato con Abraham Cheroben e Emily Chebet. Primi successi in maratona per Kipyego e Korir. 42 km anche in Cina e Corea.

Cheroben 58:48 a Valencia

Il risultato che "spiazza" arriva stavolta dalla mezza maratona Trinidad Alfonso di Valencia, giunta alla 24ª edizione, e lo mette a segno un atleta di cui abbiamo già parlato in primavera, il 22enne kenyano Abraham Naibei Cheroben, che si è imposto (nella nona vittoria consecutiva di un atleta kenyano a Valencia) in un eccezionale 58:48, quinto tempo di sempre e record sul suolo spagnolo. Quarto proprio a Valencia lo scorso anno in 1:00:38, nella prima parte del 2014 aveva colto il secondo posto a Berlino in 59:14, battuto con lo stesso tempo da Leonard Komon, prima di affermarsi in una gara internazionale di rilievo, sempre a Berlino, la 25 km d'inizio maggio in 1:11:47, il quarto di sempre sulla distanza. Sotto il record della corsa (59:26 dello scomparso Samuel Wanjiru) anche l'altro kenyano Kenneth Kiprop Kipkemoi, secondo in 59:01, quattordicesimo crono all-time su percorsi certificati. I passaggi dei migliori sono stati di 27:40 al 10° km, poi al 15° Cheroben è transitato in 41:53, due secondi più rapido dello stesso Kipkemoi e di Mathew Kisorio, terzo al traguardo in 59:50, sempre più competitivo dopo il recente rientro alle gare al termine di una sospensione. Sotto l'ora, anche il quarto kenyano, Titus Mbishei, in 59:55. Lontanissimo dalle posizioni di vertice, l'ex-primatista del mondo di maratona Patrick Makau, ventitreesimo in 1:04:48.

Chebet record

E' caduto anche il limite femminile della mezza di Valencia, per merito di Emily Chebet, campionessa mondiale di cross country nel 2010 e nel 2013, prima al traguardo in 1:08:01 (primato personale), con un minuto di vantaggio su Margaret Muriuki (1:09:02). Il podio è interamente kenyano grazie a Beatrice Mutai, terza in 1:09:30. Solo quarta, superata nella seconda parte di corsa dalle avversarie, Joyce Chepkirui (1:10:37), che al 10° km era ancora in lizza per la vittoria (31:40 come la leader Chebet), prima di attardarsi di 26 secondi al 15° km  rispetto alla Chebet (48:10).

Amsterdam, finalmente Kipyego

Non ha vinto a tempo di record, rimasto saldamente nelle mani di Wilson Chebet con il 2:05:36 dell'anno scorso, ma poco importa al 28enne Bernard Kipyego, che all'undicesima 42 km della carriera ha centrato il primo successo a Amsterdam (18.500 al via) dopo sei maratone concluse sul podio, peraltro migliorando di sette secondi il primato personale, portato a 2:06:22. Vicecampione del mondo di mezza maratona cinque anni fa, Kipyego ha vinto una corsa più difficile del previsto, in considerazione delle alte temperature, poco inclini ai maratoneti, e al tasso di umidità elevato. Dopo il passaggio di metà gara in 1:03:41, che aveva già disilluso le speranze di primato della corsa, pacemakers e atleti di élite hanno affrettato il passo, mietendo tra le prime vittime uno dei favoriti, l'etiope Ayele Abshero, ritirato per crampi al polpaccio sinistro dopo il 30° km, e poco dopo anche l'uomo più atteso, Wilson Chebet (vincitore delle ultime tre edizioni), fuori gioco dopo aver perso contatto con i primi.

Nel finale, il più fresco Kipyego ha avuto facilmente la meglio sugli avversari, imponendosi in un podio ancora una volta tutto kenyano. Secondo, il compagno di allenamenti Lucas Kimeli Rotich in 2:07:18, terzo il 24enne John Mwangangi in 2:07:28, anche loro al personale. Dopo i keynani, l'ex Essa Ismail Rashed, precedentemente noto come Daniel Kipkosgei e ora ascritto al Qatar, quarto in 2:07:54 (personale anche per lui), e a seguire Elijah Kemboi (2:09:2) e il due volte iridato e argento olimpico Abel Kirui, sesto in 2:09:45, reduce da problemi fisici non di poco conyto.

Podio misto nella maratona femminile, dopo un inizio gara gestito dalle etiopi: si è imposta Bethlehem Moges, alla seconda 42 km della carriera, in 2:28:35, davanti alla kenyana Olga Cherono Kimaiyo (2:29:15), miglioratasi di oltre sette minuti, e alla burundiana Diane Nukuri-Johnson, terza in 2:29:35, record nazionale.

Anche Korir al primo successo

Caldo in Europa, cielo plumbeo in Canada, con tanto di piumini e sciarpe per gli spettatori, accorsi numerosi anche quest'anno. Tecnicamente, i risultati più interessanti sono arrivati dalla 42 km femminile, vinta dalla 30enne etiope Mulu Seboka Seyfu in 2:23:13, undicesimo tempo dell'anno e primato personale, non distante dal record della corsa. La Seboka, prima anche a Dubai in gennaio, ha preceduto la specialista con i numeri migliori, la bielorussa Aleksandra Duliba, che in aprile a Boston si era espressa a 2:21:29, pur con tutti gli aiuti (dislivelli e caratteristiche del tracciato, che ben si conoscono. La Duliba è giunta seconda in 2:24:41, a circa un minuto dal personale "vero", davanti alla kenyana Rael Kiyara, alla prima maratona dopo la fine di una sospensione di due anni (2:27:07). Dietro il terzetto, altre tre etiopi e finalmente la canadese Lanni Marchant, settima in 2:31:06 dopo il record nazionale centrato nella scorsa edizione.

Nella corsa maschile c'era un certo interesse destato dalla presenza di più di uno specialista di buon nome. Tra i contendenti è spuntato il nome di Laban Korir (2:06:05 di personale), che ha vinto la prima maratona della carriera in 2:08:13, poco distante dal personale di 2:08:04 stabilito in primavera a Amburgo, dove giunse quinto, ma lontano dal primato della corsa (2:07:05). Dietro il kenyano, gli etiopi Tariku Jufar in 2:08:35 e Abdullah Dawit Shami in 2:08:39, l'altro kenyano Patrick Terer (2:08:55), e l'ucraino Vitaliy Shafar, che in 2:09:51 ha stabilito la terza prestazione europea del 2014. A breve giro gli altri "main contenders" Some (2:10:06), Gebretsadik (2:10:45) e Wami (2:11:06), tutti davanti al canadese Eric Gillis (2:11:20), che fino al 35° km era sul passo del record nazionale vecchio di 39 anni (2:10:09).   

Maratone d'Oriente, Pechino e Gyeongju
 
Nell'edizione numero 34 della maratona della metropoli cinese (in 30.000 al via nonostante il perdurante problema dell'inquinamento atmosferico), successo maschile al favorito Girmay Birhanu Gebru (secondo a Roma nel 2013) in 2:10:42 sul connazionale Abebe Degefa Negewo (2:10:54) e sul kenyano Solomon Bushendich, che si è aggiudicato lo sprint per il podio contro l'altro kenyano Eliud Barngetuny (2:11:07 per entrambi). Il titolo nazionale cinese, la cui classifica era inserita nel contesto della maratona internazionale, è andato a Han Chengcai in 2:18:21.

Ai padroni di casa è andata meglio nella corsa femminile, dove hanno piazzato sul podio la 21enne Gong Lihua, terza in 2:32:23, preceduta soltanto dalle etiopi Fatuma Sado (2:30:03) e Meseret Tolwak Kitata (2:31:08). Deludente l'altra etiope Yeshi Esayias, crollata in 2:38:26. Nella corsa coreana di Gyeongju si è imposto il 22enne kenyano Silas Cheboit, uno sconosciuto alla terza 42 km, che si è migliorato di ben 12 minuti chiudendo in 2:07:15. Ha preceduto il vincitore uscente Joel Kemboi Kimurer (2:07:53, cinque secondi in più del tempo che gli permise di vincere un anno fa), e l'etiope Dereje Tesfaye Gebrehiwot, al personale in 2:08:17. Sotto le due ore e dieci anche Belay Asefa (2:08:45), Laban Kipkemboi (2:09:25) e Gilbert Kipruto (2:09:43).

Cheboit ha raggiunto i leader della corsa al 35° km e ha lasciato il gruppo dopo un chilometro e mezzo.

America e Europa
 
Breve escursus delle altre migliori maratone disputate domenica: il kenyano residente in USA Philip Lagat ha vinto a Des Moines in 2:12:19 sul connazionale Jacob Chemtai (2:12:39), mentre tra le donne l'etiope Abnet Simegn Yeshanbel ha abbassato il record della corsa a 2:32:28 precedendo colei che lo deteneva, la russa Natalya Sokolova, seconda in 2:33:41. In Brasile, la 42 km di San Paolo è stata vinta dal kenyano Paul Kangogo in 2:14:18, 20 secondi meglio di Daniel Limo. Europa: a Reims firme etiopi, 2:11:21 dell'etiope Dejene Kelkilew sui kenyani Peter Kiplagat (2:11:33) e Daniel Kiprugut (2:11:47) e 2:33:59 di Ayantu Hailemaryam 2:33:59, che ha migliorato abbondantemente il personale stabilito due anni fa a Roma, dove chiuse decima. Tra le mezze maratone, 1:02:10 di Kevin Kipkemboi a Niort (per i contributi si ringraziano Juck, Jalava, Larner, Nakamura, Gambaccini).

Pista e marcia

La stagione in pista prosegue in Giappone col Gestival Nazionale dello Sport a Nagasaki: sui loro "tempi" gli sprinters Yamagata e Takase (10.17 e 10.18) e la miglior velocista nazionale Fukushima (11.30). In Ucraina si sono disputati i campionati nazionali della 50 km di marcia: titolo assegnato a Serhiy Budza (nono in coppa del mondo) in 3:48:50, sull'under 23 Andriy Hrechkovskyy (3:49:06) e Ihor Saharuk (3:57:50).

Addii e ritorni

A 42 anni si è ritirata la maratoneta tedesca Irina Mikitenko, nata in Kazakistan. Tuttora detiene la seconda prestazione europea di sempre sui 42 km in 2:19:19, tempo con cui vinse la Berlin Marathon nel 2008. Mai salita su un podio importante, ha collezionato un quarto e un quinto posto ai Campionati del Mondo, e un quinto e un settimo posto alle Olimpiadi. In carriera vanta due successi a Londra, uno a Chicago, e due secondi posti a Berlino. È invece per ora escluso un ritorno in pedana di Yelena Isinbayeva l'anno prossimo. La primatista del mondo di salto con l'asta, di recente divenuta mamma, tornerà ad allenarsi a pieno regime solo nella primavera avanzata. Nella previsione più ottimistica, potrebbe rientrare per la stagione indoor 2016, con l'obiettivo di vincere a Rio la sua terza Olimpiade.  

Il mondo non si ferma

La 33ª maratona di Francoforte è l'appuntamento del prossimo fine settimana: previsti oltre 15.000 partecipanti, vedrà al via il vincitore uscente Vincent Limo Kipruto (2:05:13 di personale), che l'anno scorsò la spuntò per un solo secondo sul veterano Mark Kiptoo. Difficile la conferma del kenyano, non nelle condizioni di un anno fa, anche per la concorrenza di prim'ordine. Tra i migliori iscritti, il 19enne Tsegaye Mekonnen, autore della miglior prestazione mondiale junior quest'anno in 2:04:32 (e quinto a Londra), l'altro etiope Getu Feleke (2:04:50) e un gruppo di kenyani tra cui lo stesso Kiptoo (2:06:16) e Gilbert Yegon (2:06:18). Al debutto sulla distanza il tedesco Gabius, gli etiopi Adugna e Deksisa, i kenyani Vincent Chepkok, Allan Kiprono e Daniel Wanjiru (59:59 nella mezza maratona). Occhio al record mondiale Master di 2:08:46, nel mirino del 41enne Francis Bowen Kipkoech. Il record della corsa è 2:03:42 di Wilson Kipsang.

Ricchissimo anche il cast femminile: oltre alle kenyane Sharon Cherop (2:22:28), Flomena Chepchirchir (2:23:00, seconda l'anno scorso) e Helah Kiprop (2:26:27), e alle etiopi Aberu Kebede (2:20:30 a Berlino due anni fa), Meskerem Assefa (2:25:17), e Meselech Melkamu (primatista della corsa con 2:21:01), tra le favorite c'è anche la russa 40enne Mariya Konovalova, quest'anno prima a Nagoya in 2:23:43. L'ultimo successo è stato della kenyana Caroline Kilel in 2:22:34. Si corre la maratona anche a Nairobi (attesi oltre 25.000 iscritti da una settantina di paesi), e a Dublino, con un percorso ridefinito a causa di lavori stradali nella città.

Marco Buccellato

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