Mondo: Bolt, rialzati e corri

13 Giugno 2016

Usain Bolt perde due appoggi poi sfreccia in 9.88 a Kingston. Barshim torna oltre i 2,40. Le finali NCAA di Eugene.

di Marco Buccellato

A quasi quattro anni dall'ultimo confronto diretto tra i tre sprinter giamaicani più titolati a livello individuale, Usain Bolt, Asafa Powell e Yohan Blake, l'uno contro l'altro nella finale olimpica di Londra, il faccia a faccia ha vissuto un nuovo capitolo sabato nel Racers Grand Prix di Kingston. L'esito è stato stordente in favore di Bolt (9.88/1,0) e ancor più per la modalità. Il primatista del mondo, persi due appoggi nei primi sei passi, si è impegnato non poco per rimontare prima Blake e poi un Powell efficace in partenza, superandolo a quindici metri dal traguardo, vincendo rialzato davanti a Ashmeade e Blake (entrambi 9.94), Powell (9.98, per la 95esima volta sotto i 10.00) e Bailey-Cole (10.00). Una dimostrazione di unicità che fa di Bolt l'uomo da battere anche a Rio.

Van Niekerk "vede" Johnson anche sui 300

Nell'edizione inaugurale del meeting ha impressionato anche il sudafricano Wayde van Niekerk, che sui 300 metri ha corso a 18 centesimi dalla miglior prestazione mondiale di Michael Johnson in 31.03, lasciando a due decimi LaShawn Merritt (31.23, record personale). Con ben cinque atleti sotto i 32.00, è stato il miglior 300 metri di sempre. Il sudafricano è in pole position per migliorare entrambi i primati detenuti da Johnson, il 43.18 sui 400 datato 1999 e il 30.85 sui 300 che risale al 2000. Nelle altre gare, mondiale stagionale di Johnny Dutch sui 400hs (48.10), 13.09 di Oliver sui 110hs con miglioramento del giamaicano Deuce Carter (13.20). 44.37 di Cedenio sui 400 e soprattutto un gran 19.88 sui 200 dell'antiguano Michael Francis, l'anno scorso accreditato di 19.76 in patria su pista non certificata. Nelle gare femminili 22.05 di Shaunae Miller e 12.61 della Nelvis sui 100hs.

Barshim da 9

Non è il voto meritato dal qatarino volante per l'impresa di Opole, ma sono le volte in cui il suo tabellino ha riporato una misura "minima" di 2,40. La recentissima ripresa su alte quote di Barshim ha avuto piena conferma nella gara polacca (2,40 al primo tentativo dopo aver superato 2,38 con tre prove), una metamorfosi generata dal ritorno alla rincorsa usata fino a due anni fa, che gli permise di aprire la nuova frontiera dei "duequarantisti" nel 2013 a Eugene. Nelle nove volte in cui Barshim ha saltato da 2,40 in su ha perso una volta, nella gara migliore di sempre, a New York, perdendo da Bondarenko con la stessa misura di 2,42. Buoni ma non vincenti due tentativi a 2,45 per pareggiare il record mondiale di Sotomayor.



Florida paradiso dello sprint

Questa settimana è toccato alla pista della Montverde Academy, poco a Ovest di Orlando, città che una manciata di ore dopo è stata teatro di unastrage, seconda negli USA solo alla tragedia dell'11 settembre 2001. Sulla pista della cittadina, che conta meno di mille anime, hanno fatto festa con il cronometro in tanti, la maggior parte aiutati da una brezza prossima se non pari ai 2 metri al secondo. Da qui esce il 10.78 della ivoriana Murielle Ahoure, nuovo primato d'Africa, la resurrezione di Veronica Campbell-Brown (10.83), il 22.38 della allieva più veloce del mondo Candace Hill (2,1 di vento) e il 9.94 dell'ex-argento iridato indoor Marvin Bracy e il 9.96 in batteria del canadese Aaron Brown. Tra gli ostacoli, 13.18 di Ron Ash.

EuroJams, doppio exploit in Anatolia

Dalla scorsa stagione eleggibili a gareggiare per la Turchia, i due jamaican-born Jacques Harvey e Winston Barnes hanno cambiato volto alla 4x100 del paese della mezzaluna. Ieri ai quasi 1800 metri di quota di Erzurum, al confine con l'Armenia, i due sprinter ora conosciuti come Jak Ali Harvey e Emre Zafer Barnes, assieme al turco vero Izzet Safer e all'altro ottimo sprinter acquisito Guliyev (ex-azero) hanno portato il record nazionale da 39.35 a 38.31, con formazione identica per tre quarti (Barnes era assente nel quartetto del vecchio limite). A dire il vero Barnes-Safer-Harvey, sempre a Erzurum, avevano corso un anno fa in 38.79, prestazione non omologata per il processo di naturalizzazione non ancora concluso di Barnes, e il team Enka, sempre con i due ex-giamaicani più Safer, aveva corso sotto il record nazionale in 39.27 a Mersin.

Dal meeting di Erzurum è arrivato un risultato ancor più clamoroso, il 9.92 di Harvey sui 100 metri, sesta prestazione europea di sempre e primo sub-10.00 per uno sprinter turco. Harvey deteneva il record nazionale con 10.01 dallos corso settembre, dopo averne realizzati altri due in poche ore al Gala dei Castelli di Bellinzona della scorsa estate, 10.04 e 10.03. Non lontano dalla Turchia da segnalare anche un altro sprint da primato, il 10.05 di Barakat Mubarak Al-Harthi, velocista dell'Oman, che ha migliorato di quasi un decimo il recentissimo 10.14 ottenuto sempre nella "tournée" bulgara.



NCAA, ottant'anni dopo Owens

Il 1936 è l'anno del furore olimpico di Jesse Owens, un anno dopo il "giorno dei giorni" di Ann Arbor, e anche l'ultimo anno in cui lo stesso atleta sia riuscito a laurearsi campione universitario individuale in due gare di sprint e nel salto in lungo. L'ultimo, fino agli NCAA conclusi sabato a Eugene. Ottant'anno dopo Owens, la firma del triplo titolo porta il nome di Jarrion Lawson, all'ultimo anno NCAA e all'ultima occasione. Mercoledì ha vinto il lungo con 8,15, venerdì i 100 in 10.22 con oltre due metri di vento contrario e i 200 in 20.19. Owens in realtà vinse nel 1935 a Berkeley e nel 1936 a Chicago le 100 yards, le 220 yards, le 220 yards a ostacoli e il lungo. Le classifiche: tra gli uomini ha vinto la Florida di sei punti su Arkansas e dodici su Texas A&M. Le prime due squadre, un anno fa, erano state stracciate dall'Oregon. Tra le donne, affemazione più netta di Arkansas con dodici punti su Oregon e ben 31 sul team di Georgia. L'anno scorso l'Oregon si era imposto anche nella classifica femminile.

Saranno famosi

Tra i risultati di Eugene, il record mondiale stagionale sui 400hs donne di Shamier Little (53.51), la conferma del decatleta grenadino Victor (8.379 punti), il 20,71 del campione europeo Under 23 e bronzo mondiale indoor nel peso Mihaljevic, il 19,33 della Saunders nel peso donne (record NCAA) ma soprattutto il record USA juniores sugli 800 che ha dato il titolo universitario a Donovan Brazier in 1:43.55, settima prestazione Under 20 all-time. Detto che Ed Cheserek ha portato a casa l'ennesima doppietta 5000-10000 e che nell'alto maschile si è imposto Randall Cunningham, fratello maggiore della campionessa del mondo indoor Vashti, segnaliamo anche il record nazionale nel triplo donne di Keturah Orji (14,53) e la volata sub-11.00, ventosa, di Ariana Washington (10.95) e Ashley Henderson (10.96).

Assi USA di ritorno, tedeschi pure, Howe in Olanda

Allyson Felix è rientrata dopo lunga assenza con due gare californiane in sette giorni, entrambe sui 400. 51.57 il primo riscontro, 51.23 il secondo. Esordio in pista anche per Galen Rupp, che a Portland ha vinto un 5000 in 13:20.69. Avvio di stagione anche per Christina Schwanitz, iridata del peso a Pechino: ha gareggiato due volte in ventiquattr'ore, prima vincendo a Gotha con 19,05 poi con 19,41 a Schapbach. In Germania anche 4,65 di Yarisley Silva nell'asta, di nuovo all'inseguimento della world-leading strappatale cinque giorni fa dalla greca Stefanidi, salita a 4,84 (record nazionale outdoor). Per finire, a Leiden, 27:27.04 sui 10000 dell'eritreo junior Aron Kifle e 65,37 di Robert Harting. Non è ancora Hulk, ma per riprendere confidenza con i raggi Gamma ha ancora due mesi. 

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File allegati:
- IL VIDEO DEI 100 DI USAIN BOLT


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