Mondiali, Di Martino ai piedi del podio: quarta



Non c'è fortuna nella serata berlinese per Antonietta Di Martino. L'azzurra è bravissima, termina la sua finale mondiale nell'alto a 1,99 ma finisce per mettersi al collo la medaglia meno ambita, quella di legno del quarto posto, trofeo che va nella bacheca azzurra per la seconda volta in questa rassegna iridata. Davanti, un trio certamente pronosticabile, ma non per questo più dolce, composto dalla croata Blanka Vlasic (oro, con 2,04), dalla russa Elena Chicherova (argento, con 2,02), e dalla tedesca Ariane Friedrich (bronzo, con 2,02 ottenuto con due tentativi in più rispetto alla russa). Emozioni a non finire in una gara che diventa presto una terrificante partita a poker, con sorpassi, cadute, rimonte, e con la primatista italiana a recitare da protagonista, fin quasi sul filo di lana.

Antonietta passa facile l'1,87 e l'1,92, prima di trovare l'intoppo iniziale della serata: la prima prova a 1,96 vede asticella cadere, ma alla seconda l'azzurra non trema, e ritorna nel gruppo. Questa misura viene snobbata da Friedrich e Vlasic, che passano direttamente a 1,99. E' proprio a questa quota che le carte vengono sparigliate: le due big vanno subito di là, mentre nel gruppo delle terrestri, Chicherova passa alla prima, Di Martino alla seconda, Beitia alla terza. I rapporti di forza, e di classifica, tra le tre, vengono definiti. Salutano la compagnia, al contrario, Green, Howard e Shkolina. Si passa a 2,02 e accade l'imprevisto: Chicherova centra subito l'appuntamento e passa al comando, mentre tutte le altre sbagliano (Friedrich quando il pubblico è ancora parzialmente distratto dal giro d'onore di Usain Bolt). Il mondo va sottosopra, e si entra nella fase dell'imprevedibile. Secondo giro, e sbagliano ancora Beitia, Friedrich e Di Martino (l'italiana stavolta davvero di un soffio), mentre Vlasic resta fredda e vola oltre l'asticella. Beitia chiude il conto in rosso, ed è quinta; Friedrich ce la fa in extremis, facendo esplodere lo stadio, mentre l'azzurra saluta, concludendo al quarto posto una gara di indubbio valore.

A 2,04, tutte e tre le atlete rimaste in corsa sbagliano al primo round. Al secondo, Vlasic centra il bersaglio (e si lancia in un balletto, tipo quello che la fece famosa a Osaka), costringendo la tedesca a lasciare per i 2,06 l'unico tentativo rimasto. Chicherova, ormai appagata, sbaglia e si prende l'argento. Poi, silenzio. Settantamila a bocca chiusa (tranne il commentatore della tv giapponese, le cui grida si sentono a tre blocchi di distanza). Friedrich scavalca l'asticella per tre quarti, ma il contatto con la coscia le è fatale. Per lei, la medaglia di bronzo. L'oro va a Blanka Vlasic, che si conferma sul gradino più alto del podio mondiale, e si prende una mezza rivincita dopo la débacle olimpica, andando a vincere sul campo dell'avversaria numero uno della stagione.

Antonietta Di Martino merita l'elogio, perché non può rimproverarsi praticamente nulla. Termina la sua battaglia ai piedi del podio, confermandosi dalle parti del vertice mondiale della specialità due anni dopo Osaka (anche se rispetto ad allora arretra di quattro centimetri), e soprattutto lavando via il grigio ricordo pechinese. Tra le protagoniste, c'è di nuovo anche lei.




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