Michele Licheri. Il mio Giro del Guilcer 2016.



Lunedì 23 maggio. Buon giorno a tutti. Sostenitori e detrattori. Siamo stanchi, si è levato un  vento bizzoso che apprezzerei maggiormente da velista, si devono trovare le energie per cominciare un'altra settimana di lavoro onorando impegni vari ma non per questo siamo imbronciati. E perciò non mancheremo di fare sport; penseremo e sosterremo i nostri affetti; onoreremo da buoni cittadini le istituzioni; erigeremo le nostre personali difese contro l'angoscia; e la vita -come sempre-  “atletica o meno” scorrerà, fluirà nel bene e nel male al di là delle imprese di ognuno.     Bene, il XVI° Giro Podistico Del Guilcer è ormai archiviato. Si penserà con calma alla prossima edizione. Che gara, che manifestazione è stata? Dura (per il tracciato e per il clima); calorosa (per l'umanità profusa e gli attestati di stima avuti da parte dei partecipanti); precisa e rapida (per il lavoro certosino dei giudici FIDAL). Si è corso, sudato sino allo sfinimento vergati da un sole messicano ma tutti, nessuno escluso, un metro dopo il traguardo, fors'anche imprecando,  ha esclamato : - Ehi Guilcer! Ti ho domato! - E in quel preciso istante un sorriso hollywoodiano si è acceso sulle bocche degli atleti gratificati da una cascata endorfinica a linimento di ogni pena. Sotto il cielo del Guilcijeri con gli orizzonti azzurrissimamente estremi, protesi oltre “il guardo” di leopardiana memoria, si è gareggiato viaggiando nell'oggi e allo stesso tempo attraverso la memoria storica (pre-nuragica, nuragica, romana, medievale etc.), ben rappresentata dalle architetture disseminate qua e là lungo il percorso; e ciò a significare che le scoperte che si fanno praticando lo sport sono tante e diverse: basta disporre l'anima alla conoscenza, all'apprendimento e attraverso la lettura dei luoghi ben altri mondi appariranno. Fare sport giova, soprattutto all'intelligenza! - Partenza e arrivo, dopo aver traversato i borghi di Abbasanta, Norbello, Domus Novas Canales, erano sistemati sotto la “Torre Aragonese” di Ghilarza. E dato che, il paese ospitante è anche una delle patrie di Antonio Gramsci, si può benissimo affermare che il percorso - in particolare la erta detta “Iscala Perdosa”- è stato corso all'insegna del “pessimismo della ragione supportati dall'ottimismo della volontà”. Un solo neo lungo il tracciato: il volto sfregiato della “femmina futurista di Piazza Della Donna” a Norbello, dell'artista Luigi Taras, ferito per l'ennesima volta dal vandalismo, dal male remoto e banalmente covato e annidato, dall'ignoranza foriera di troppi mali. Tutta la squadra del Guilcer ringrazia gli atleti e i partecipanti, i comuni del territorio, e coloro che hanno sostenuto anche l'impresa del 2016. Grazie. Ciao, ci vediamo il prossimo anno. 



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