Mezzofondo, Africa vs resto del mondo

21 Settembre 2019

Tutte le gare dei Mondiali di Doha dagli 800 ai 10.000, passando per le siepi. Tra le donne, dilemma 1500 o 5000: finale nella stessa serata a 30 minuti l'una dall'altra

di Marco Buccellato

Il leit-motiv dei Campionati Mondiali di Doha (27 settembre-6 ottobre), per le gare di mezzofondo, è nelle ambizioni di doppietta di diversi atleti di primo piano. Sifan Hassan è iscritta in tre gare, Obiri, Klosterhalfen e i fratelli Jakob e Filip Ingebrigtsen in due, così come diversi big etiopi. Non più facile anche l'ipotesi di bis iridato a distanza di due anni. Alcuni non saranno a Doha (Manangoi, Semenya, Farah), altri affrontano la nuova rassegna globale senza i favori del pronostico (Edris, Ayana).

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800 metri uomini - Show sul doppio giro, con le consuete incognite tattiche. In una finale tiratissima, Nijel Amos e i keniani Emmanuel Korir e Ferguson Rotich possono fare la differenza. Sul piede di 1:44, il finale potrebbe premiare gli strateghi Kszczot (già due argenti), il bosniaco Tuka, il francese Bosse che ha vinto due anni fa, e l'America con Brazier e Murphy (USA, a secco di ori iridati), McBride (Canada, idem) e Vazquez (Portorico, idem).

1500 metri uomini - Assente l'oro di Londra Elijah Manangoi, c'è il fratellino George con le prime linee keniane Timothy Cheruiyot (favorito) e Kwemoi. Una delle gare a più alta intensità, con altri angoli d'Africa pronti a far male: il gibutiano Souleiman, l'etiope primatista mondiale indoor Tefera e l'algerino Makhloufi, tornato a ottimi livelli. E' anche la gara dei norvegesi Ingebrigtsen, Jakob e il secondogenito Filip, che avranno già corso i 5000 metri.

5000 metri uomini - Tutti al via i fratelli Ingebrigtsen: a Jakob e Filip si aggiunge il più grande Henrik. L'Etiopia, con l'oro di Londra Edris non ai vertici come in precedenza, ha iscritto anche Gebrhiwet, Barega, Haile e Hadis (uno sarà la riserva). Kenya con Kimeli e la freschezza dell'emergente Kibet. Origini africane ma bandiere asiatiche e americane, Balew (Bahrain), Ahmed (Canada) e soprattutto Chelimo (USA). Gli italiani Yeman Crippa, per confermare una gran bella stagione, e Said El Otmani, vestono l'azzurro sul grande palco.
Azzurri in gara: Yeman Crippa, Said El Otmani

10.000 metri uomini - Tramontata l'ipotesi-Farah (non iscritto), il mondiale avrà un big nuovo di zecca. Anche qui quattro etiopi, Barega, Belihu, Gebrhiwet e Kejelcha, ma il Kenya ha la forza d'urto maggiore con Rhonex Kipruto, talento sulla soglia dei vent'anni. Uganda da smoking e brindisi, con la coppia formidabile Cheptegei-Kiplimo. Mina vagante, se gli africani non riusciranno a scrollarselo di dosso, ancora il canadese Ahmed. Yeman Crippa è dentro, al via per un altro confronto-top.
Azzurri in gara: Yeman Crippa

3000 metri siepi uomini - L'ultimo oro di un atleta non keniano, o comunque non nato in Kenya, sull'asse Mondiali-Olimpiadi, porta il nome di Francesco Panetta, che trionfò a Roma '87. Nelle 22 finali globali, venti ori al Kenya e due a Shaheen, keniano del Qatar. L'ultimo a vincere, Conseslus Kipruto, sta faticando a ritrovare la competitività dopo l'infortunio invernale, ma c'è Benjamin Kigen sulla rampa di lancio. Pronostico meno scontato che in passato, con il marocchino El Bakkali che a Londra ha perso di un nulla e il gruppo di etiopi in grado di cogliere il bersaglio grosso: l'under 20 Wale, Beyo, Chala, all'occasione della vita. Senza Jager e Mekhissi, il resto del mondo si affida allo spagnolo Carro.
Azzurri in gara: Yohanes Chiappinelli, Osama Zoghlami

800 metri donne - Ajeé Wilson sente arrivato il suo turno. La statunitense sogna in grande senza Semenya, Niyonsaba e Wambui. USA all'oro globale solo una volta, più di 50 anni fa, ai Giochi del Messico. Una gara che sembra fatta apposta anche per le connazionali Rogers e Green, mentre l'Africa che conta si riduce all'ugandese Nanyondo e alla keniana Sum, oro a Mosca e tornata a discreti livelli nell'ultimo mese. Mina vagante, la giamaicana Goule.
Azzurre in gara: Eleonora Vandi

1500 metri donne - Con l'assenza della primatista mondiale Genzebe Dibaba, l'autostrada apre a molte fuoriserie. Sifan Hassan: l'olandese è iscritta su 1500 metri, 5000 (finali nello stesso giorno a mezz'ora di distanza) e 10.000. Se disputasse anche la gara più corta, troverebbe troppe avversarie di grido con lo stesso dilemma dell'asse 1500-5000, come la tedesca Klosterhalfen e la canadese DeBues-Stafford, ma soprattutto le quattro coppie Kipyegon-Chebet (Kenya), Simpson-Houlihan (USA), Muir-McDonald (Gran Bretagna) e Tsegay-Embaye (Etiopia). La Kipyegon è l'oro di Londra, rientrata quest'anno con eccellenti risultati e risparmiandosi: due gare (Diamond League a Palo Alto e Trials keniani), due vittorie.

5000 metri donne - Hassan al capitolo due, o al tre: il primo, i 10.000 metri, si chiude otto giorni prima. L'olandese sacrificherà i 1500 metri o tenterà un impossibile Grande Slam. La kenyana Obiri è la campionessa del mondo in carica, iscritta anche sui 10.000, e può contare sulla partner Chelimo. La Gidey è la front-woman etiope, Klosterhalfen con lo stesso dilemma della Hassan (1500 o 5000?).

10.000 metri donne - Iscritta la primatista mondiale Almaz Ayana, reduce da un infortunio. Il team etiope gioca però le carte pesantissime di Gidey e Teferi. Le keniane Obiri e Tirop per ingabbiare le avversarie con il primo oro nel mirino, otto giorni prima della finale dei 5000 metri. Hassan prima scelta europea, se correrà anche la distanza più lunga, come probabile. Per confermare la tradizione USA sul podio, Huddle e Sisson.

3000 metri siepi donne - A Londra la coppia USA Coburn-Frerichs ha sovvertito ogni pronostico. Stavolta, le keniane tornano a sognare l'oro con la primatista mondiale Beatrice Chepkoech, con Hyvin Jepkemoi già iridata e con la primatista mondiale U20 Chespol. In pole position per una grande finale, la tedesca Krause e l'asiatica Yavi (Bahrain). L'Etiopia, a secco di medaglie globali da sei stagioni, ha iscritto quattro atlete (una riserva) con uno sguardo al futuro. La più vecchia ha vent'anni, una diciotto, una diciassette, la quarta addirittura sedici.

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