Mennea, un libro per ricordare l'impresa



Trent'anni vissuti con un po' di nostalgia per uno sport che nel frattempo è notevolmente cambiato e non sempre in meglio. Un libro per tornare indietro nel tempo e rivivere una delle più grandi emozioni della storia atletica ma potremmo dire sportiva: Pietro Mennea ha presentato alla stampa la sua ultima pubblicazione "19.72, il record i un altro tempo" per rivivere i fasti del record del mondo dei 200 inseguito e costruito a Città del Messico e durato oltre vent'anni. Nel suo libro, atteso dagli appassionati da tantissimo tempo, il campione barlettano racconta i giorni scanditi da allenamenti che andavano quasi oltre la resistenza umana, l'avvicinarsi lento ma costante all'obiettivo, la partecipazione alle Universiadi voluta proprio pensando alla possibilità di rincorrere nella stessa pista dove Tommie Smith aveva stabilito dieci anni prima il record mondiale, l'abbattimento di quello stesso primato. Pagina dopo pagina scorrono le emozioni, le paure, i sentimenti condivisi con chi gli era vicino, a cominciare dal prof.Carlo Vittori con il quale diede vita a un sodalizio vincente e vero.

Alla presentazione del libro c'erano due ospiti d'eccezione: lo stesso Tommie Smith e l'ex primatista mondiale dei 400 Lee Evans che hanno testimoniato la loro ammirazione per Mennea e il loro stupore al tempo verificando direttamente gli allenamenti ai quali il barlettano si sottoponeva per affinare quella che secondo loro è stata la grande caratteristica vincente di Mennea, la resistenza alla velocità. A unire i tre c'è poi un particolare curioso, la collezione di lauree, tre a testa a testimoniar che si può essere campioni nello sport e nella vita. Un libro che rappresenta un esempio da seguire.

g.g.

Nella foto: Pietro Mennea in azione (archivio Fidal)




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