Mare e Montagna 2010. l'analisi di Michele Licheri



 

Domenica 17 ottobre si è svolta a Dorgali, con partenza dalla borgata marina di Cala Gonone, la dodicesima edizione della Mare-Montagna. La prova, corsa lungo un percorso unico e indimenticabile per varietà di scenari marini e rupestri, tra boschi di lecci e macchia, nonostante la concomitanza di un'altra prova podistica nel sassarese, ha comunque avuto una nutrita schiera di partecipanti; fedeli, affezionati all'estetica dei luoghi; orgogliosi, soddisfatti al pari di argonauti giasonici, per essere riusciti a tagliare il traguardo in Corso La Marmora dopo aver scalato Monte Bardia.

      La manifestazione, patrocinata dalla FIDAL regionale e sostenuta dal Comune e dalla provincia di Nuoro, ideata e animata dall'atleta locale Ignazio Sagheddu, e valida anche come campionato sardo di corsa in montagna, ha avuto anche una nutrita presenza di specialisti giunti dalla penisola. Tutti/e concordi nell'affermare la bellezza del tracciato oltre che rimarcarne la durezza. Resteranno impresse nella memoria di questi atleti che hanno conferito spessore tecnico alla manifestazione: gli aromi delle erbe e degli arbusti mediterranei, gli orizzonti, il sapore del mare e del cibo, l'azzurro sconfinato, l'ospitalità, antica, offerta loro.

      Prove di questo genere, off-road, in Sardegna non se ne disputano, eccezione fatta per Dorgali; e dato che i luoghi dove allestirne delle altre non mancano, è un vero peccato che scenari come il Limbara, Il Corrasi, l'Ortobene, l'Arburese e l'Iglesiente non siano teatri naturali per altre sfide in montagna. Penso che oltre al circuito delle gare su strada, ben consolidato, sarebbe novità gradita e formativa, l'allestimento anche in Sardegna di un circuito di corse fuoristrada in ambienti di interesse naturalistico.

      Un ultima cosetta. Nonostante il successo della gara dorgalese non sarebbe male che in occasione di campionati regionali ci fosse maggiore attenzione. Onorare un campionato, prima di tutto da parte degli atleti, è cosa saggia e giusta oltre che sportivamente corretta; essere attirati sempre oltre mare dalle sirene delle varie “maratone e maratonine”, cari atleti isolani, pensate possa conferire più prestigio e arricchimento?

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