Marcia 10km e migliori prestazioni italiane

19 Ottobre 2020

A Modena il 41:28 di Antonella Palmisano ha superato il 41:38 di Rossella Giordano del 1997: non era riconosciuto come MPI il 41:30 di Ileana Salvador del 1993, considerato come ottenuto su distanza dubbia

Il risultato ottenuto ieri a Modena da Antonella Palmisano nei 10km di marcia, il 41:28 che oltre a consentirle di fregiarsi del titolo italiano assoluto della specialità le ha regalato anche la vetta (e relativa migliore prestazione italiana) della lista nazionale all-time, ha suscitato interesse tra gli statistici dell’atletica leggera, e qualche polemica sui social. Oggetto dell’attenzione, non tanto il crono ottenuto dalla portacolori delle Fiamme Gialle, ma il fatto che a risultare come migliore prestazione italiana precedente risultasse il 41:38 marciato da Rossella Giordano a Naumburg (Germania) nel 1997, e non il 41:30 (nell’annuario 1994 riportato come 41:29.4) realizzato da Ileana Salvador a Livorno il 10 luglio 1993. In realtà, come riportato dall’Annuario già nella sua edizione 1995, il crono realizzato dalla Salvador (e con lei da tutte le altre partecipanti) fu considerato come ottenuto su distanza dubbia, e di conseguenza non riconosciuto come miglior prestazione italiana. Il tempo appare di conseguenza, con asterisco e nota esplicativa, in tutte le successive edizioni delle liste di tutti i tempi, sia nazionali che mondiali. L’anomalia, per andare ancora più a fondo alla vicenda, sta nel fatto che il crono sia riportato, senza asterischi, nella lista all-time di World Athletics. Ma questa è decisamente un’altra storia, che sarà sicuramente affrontata nel consueto dialogo tra specialisti che contraddistingue il dietro le quinte del lavoro statistico dell’atletica.

Tornando al crono della Salvador, va detto che la vicenda va ovviamente inquadrata nel contesto dell’epoca, ovvero di una normativa sulla misurazione dei percorsi ancora tutta da costruire, almeno sul piano formale. Ma soprattutto, va letto per quello che è: una mera curiosità statistica, che nulla toglie al valore di una leggenda della specialità come Ileana Salvador, e ci consente, al contrario, di ricordare le sue imprese, così come quelle di coloro che ebbero a succederla nella storia della disciplina, fino alla indimenticabile Anna Rita Sidoti. Onore quindi ad Antonella Palmisano, e alle ragazze che hanno fatto (Giuliana Salce, la Salvador, Elisabetta Perrone, Rossella Giordano, Erica Alfridi, Elisa Rigaudo, Eleonora Giorgi, per citare quelle dal palmarès più ricco) la storia azzurra, ed internazionale, del “tacco e punta”.

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