Magnani per un cambio di mentalità

25 Giugno 2013

Massimo Magnani, il DTO azzurro, su Gateshead e Mersin: ''Serve un approccio diverso all'atletica internazionale''

E’ tempo di Giochi del Mediterraneo. Non si è ancora chiusa la fase di riflessione sull’Europeo per nazioni di Gateshead, che già ci si ritrova immersi in una nuova vigilia. Massimo Magnani, il Direttore Tecnico Organizzativo delle squadre nazionali azzurre, non la affonta, però, prima di chiudere il discorso “inglese”. “Sul fronte della classifica – spiega Magnani – a Gateshead era difficile riuscire a far meglio del settimo posto, e quindi direi che complessivamente, in termini di rendimento sul piano del punteggio, la squadra ha fatto il suo dovere. Dal mio punto di vista, però, quest’impegno doveva servire a molti atleti per capire quanto sia difficile fare atletica in certi contesti. I risultati, pur con i dovuti distinguo, e parlando strettamente in termini di espressione di personalità, non sono stati particolarmente incoraggianti. Speravo di vedere dei segnali migliori sul piano del rendimento individuale. Faccio l’esempio dei concorsi: ci si allena e si costruisce la strategia agonistica per gare su sei prove, quando in realtà le qualificazioni (vero banco di prova) sono su tre, così come l’Europeo a squadre (più quella eventuale di finale riservata ai primi 4). Crescere, dal mio punto di vista, significa strutturare il proprio allenamento e le proprie strategie di gara anche su questo”.

Una sorta di ponte aereo azzurro ha collegato il nord dell’Inghilterra alla Turchia, passando (in qualche caso) per le sedi di residenza italiane. “Ma anche il disagio del viaggio, degli spostamenti tra aeroporti, è qualcosa che va superato – prosegue Magnani – l’atletica internazionale è questa, diversa dall’atletica basata sulla routine casa-macchina-stadio. In ogni caso, Mersin ha una duplice chiave di lettura per la nostra squadra. Per chi era a Gateshead, e non ha fatto benissimo (perché qualcuno, tipo Giuseppe Gibilisco, al contrario, ha fatto molto bene) rappresenta una immediata possibilità di riscatto. Le condizioni ambientali saranno diverse da quelle inglesi (caldo, con buon tasso di umidità), e certamente favorevoli per molte specialità. Per chi sta lavorando in funzione dei Mondiali di Mosca (vedi Daniele Greco, o Valeria Straneo, per citare due esempi concreti) i Mediterranei diranno invece se la strada intrapresa, alla ricerca della condizione migliore, è quella giusta. Le medaglie? Sono importanti, certo, ma solo nella misura in cui diranno qualcosa in più sulla capacità di imporsi in ambito internazionale”.

In azzurro anche molti Under 23. “Sarà per tutti loro una concreta occasione di crescita, da cogliere al volo, anche in vista dell’impegno con i Campionati Europei di categoria, vero obiettivo stagionale. Penso a Gianmarco Tamberi, che ha avuto qualche difficoltà fisica in questa prima parte di stagione, ma ora è pienamente recuperato. Qui a Mersin potrà far capire davvero di che pasta è fatto”.

m.s.

 



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