Londra Floriani e Vizzoni in finale

03 Agosto 2012

Nella prima giornata dei Giochi Olimpici il siepista e il martellista raggiungono la finale. Avanti anche Bencosme nei 400hs (49.35) e la Grenot nei 400

di FIDAL

L'Olimpiade dell'atletica italiana inizia a Londra con due azzurri in finale: Yuri Floriani nei 3000 siepi e Nicola Vizzoni nel martello. Il siepista trentino, 31 anni e al debutto olimpico, è stato autore di una batteria corsa senza timori e conclusa al secondo posto (8:29.01) alle spalle soltanto dell'olimpionico keniano Kipruto (8:28.62). Era dal 1996 ad Atlanta, dove Alessandro Lambruschini fu medaglia di bronzo e Angelo Carosi nono, che un italiano non raggiungeva la finale ai Giochi in questa specialità. Qualificazione più complicata per Vizzoni che ha dovuto attendere il termine del secondo gruppo di lanci per avere la certezza che il suo 74,79 gli permettesse di tornare in gara il prossimo 5 agosto per la terza finale a cinque cerchi della sua lunga carriera. Accedono alle semifinali il ventenne Josè Bencosme, terzo in 49.35 (a 2 centesimi dal primato personale) nelle batterie dei 400hs, e la primatista nazionale dei 400 metri Libania Grenot, anche lei terza con 52.13 in batteria. Niente da fare, invece, per la campionessa europea indoor del triplo Simona La Mantia. Il suo 13,92 (+0.6), purtroppo, non è abbastanza per la finale così come il 71,55 dell'altro martellista Lorenzo Povegliano. Stasera (ore 22:25) da seguire Nadia Ejjafini nei 10000 metri.

LA CRONACA della PRIMA GIORNATA (sessione mattutina) - SEGUICI ANCHE SU: Twitter: @atleticaitalia - Facebook: www.facebook.com/fidal.it

MARTELLO uomini (qualificazione) - Nicola Vizzoni raggiunge la terza finale olimpica in carriera dopo quella che lo vide d'argento a Sydney 2000 e il decimo posto di Atene 2004. Anche stavolta ad accompagnare i suoi lanci arriva la pioggia. Il capitano azzurro piazza la martellata migliore al primo ingresso in gabbia: 74,79. A 73,88 la seconda, mentre la terza finisce a 74,12. Per la qualificazione diretta servivano 78 metri, misura oltre quale stamattina si sono spinti solo l'ungherese, campione europeo, Krisztián Pars (79,37), il giapponese, iridato in carica, Koji Murofushi (78,48), e l'olimpionico sloveno Primoz Kozmus (78,12). "Purtroppo oggi - il commento di Vizzoni al termine della sua gara - non riuscivo ad accelerare e chiudere come si deve nel terzo giro. Peccato, perchè sicuramente non valgo 74,79. Fin qui per me è stata una stagione difficile, prima un infortunio in inverno e, dopo gli Europei, un problema alla spalla che, però oggi non mi ha dato alcun fastidio". Il finanziere toscano, tuttavia, ha potuto esultare per la qualificazione solo al termine del secondo gruppo (iniziato con quasi un'ora di ritardo per permettere di asciugare la pedana bagnata dalla pioggia), quando si è materializzata la certezza che il suo 74,79 valeva il decimo posto nel riepilogo totale e, soprattutto, la finale del 5 agosto (ore 21:20). Poca fortuna, invece, per l'altro martellista azzurro in gara, Lorenzo Povegliano che resta purtroppo lontano dai suoi migliori lanci di questa stagione (PB 79,08) e termina la sua avventura olimpica con un poco significativo 71,55 ottenuto al primo lancio.

3000 siepi (batterie) - Yuri Floriani ha un'espressione decisa e convinta quando, allo sparo dello starter, sceglie di mettersi alla guida del gruppo della seconda batteria. Ha 31 anni, ma questa è la sua prima Olimpiade e, a quanto pare, qui fare la comparsa non gli interessa. Il finanziere trentino resta sempre nel gruppo dei battistrada (passaggi 2:50.48 ai 1000m e 5:42.04 ai 2000m) dove, al suono della campana, si accendono puntalmente le polveri e si fa avanti l'olimpionico in carica, Brimin Kiprop Kipruto.

Il forte keniano allunga, ma è proprio Floriani a restargli in scia senza timori. Superata l'ultima barriera, mentre Kipruto vince in 8:28.62, alle sue spalle c'è un grappolo di atleti, ma l'azzurro ne ha più di tutti. Si gira più volte a controllare, forse non gli sembra vero, esulta prima ancora del traguardo, ma il secondo posto è suo, e lo mette al sicuro con un ultimo scatto sulla linea d'arrivo, 8:29.01 davanti al marocchino Taleb (8:20.02). "Potevo spingere ancora di più - racconta con entusiasmo Floriani -  in volata ne avevo ancora tanta! Nel finale ho anche cercato di controllare, poi ho dato una spallata per non perdere il secondo posto. Ragazzi non ci posso credere: tra due giorni mi attende una finale olimpica, mezz'ora prima di quella dei 100 metri con lo stadio che sarà stracolmo! E' già un'emozione grandissima. Agli Europei di Helsinki non stavo ancora benissimo perchè stavo lavorando per Londra anche perchè a 31 anni penso che l'Olimpiade capiti una volta sola nella vita. Eppure io non volevo sentirmi appagato della semplice partecipazione, volevo venire a Londra per fare una finale e ci sono riuscito. Lo sguardo al cielo e l'esultanza dopo il traguardo erano per il mio amico e compagno di squadra Cosimo Caliandro (il campione europeo indoor dei 3000 metri tragicamente scomparso nel 2011, ndr) - aggiunge mostrando con fierezza la spilletta gialla puntata sul petto con la scritta "Mimmo per sempre" -  l'Olimpiade era il nostro sogno ed oggi so che lui ha corso con me". Nota statistica: era da Atlanta 1996 che l'Italia non aveva un finalista nei 3000 siepi all'Olimpiade. In quell'occasione arrivarono il bronzo di Alessandro Lambruschini e il nono posto di Angelo Carosi, il prossimo 5 agosto alle 22:25 toccherà a Yuri Floriani che dichiara: "In finale correrò per una bella posizione, arrivare tra i primi dieci mi renderebbe molto felice".

400m donne (batterie) - Sesta batteria e sesta corsia per Libania Grenot. La primatista italiana fa subito girare le gambe al massimo nei primi duecento metri, presentandosi all'uscita dell'ultima curva al seguito della lanciatissima vicina di corsia, l'ucraina Nataliya Pyhyda. Devono, però, fare tutti i conti con la giamaicana Novlene Williams-Mills autrice di una "vorace" progressione che la porta a chiudere nettamente in prima posizione in 50.88. Seconda la Pyhyda (51.09 PB) e terza la Grenot che, messa al sicuro la qualificazione, controlla vistosamente nel finale, tagliando il traguardo in 52.13. "Ho gestito bene la gara - le dichiarazioni dell'azzurra delle Fiamme Gialle a fine gara - il mio obiettivo oggi era arrivare tra le prime tre ed è quello che ho fatto. Mi sento pronta per affrontare l'impegno dei vari turni, è quello su cui abbiamo lavorato. Sento di possedere una base molto veloce. Speriamo bene per domani. Niente 200, gareggerò solo nei 400". Per la cronaca, la più veloce di una mattinata di batterie trascorsa tra sole e pioggia, è l'oro mondiale di Daegu 2011 Amanthle Montsho davanti al 50.75 della russa Krivoshapka con la statunitense Sanya Richards-Ross che, correndo per nemmeno 300 metri, ha comunque fatto il vuoto nella sua batteria (51.78). Semifinali domani alle 21:05.

400HS uomini (batterie) - Terza batteria, in corsia 1 il britannico campione del mondo David Green, all'estremo opposto in nona, Josè Bencosme, 20 anni al debutto olimpico. L'azzurro, nel 2011 bronzo degli Europei Juniores, parte subito forte. La sua falcata si distende con efficacia e potenza fin dalle prime barriere che affronta con grande sicurezza. Sul rettilineo lotta spalla a spalla con il serbo Bekric, con Greene che chiude primo in 48.98. Il finanziere italo-dominicano tiene fino in fondo sopravanzato solo negli ultimi metri dal serbo (49.21, record nazionale), ma la terza posizione per lui vale doppio: passaggio assicurato in semifinale e un crono 49.35, ad appena 2 centesimi dal recente primato personale (49.33) con cui si era brillantemente laureato tricolore assoluto a Bressanone.

Al traguardo il suo sorriso dice tante cose: "Entrare in questo stadio con tutta questa gente ti dà una carica fantastica. Mi sento maturato anche nella ritmica che in passato certe volte era stata un po' il mio tallone d'Achille. Ci abbiamo lavorato tanto e adesso mi sento più sicuro. Sapevo bene che stamattina serviva correre subito forte ed è quello che ho fatto. L'esperienza nella categorie giovanili (per lui anche il bronzo anche ai Mondiali Allievi 2009, ndr) mi è senz'altro servita per crescere". Il tempo più veloce delle batterie lo realizza uno dei principali indiziati per il titolo, il portoricano Javier Culson, davanti a tutti in 48.33. Semifinale domani alle 20.

TRIPLO donne (qualificazione) - La campionessa europea indoor Simona La Mantia resta a 25 centimetri dalla finale olimpica, ovvero dal 14,16 che ha assegnato alla slovena Sestak l'ultima misura utile per la qualificazione. La finanziera siciliana non fa meglio del 13,92 (+0.6) ottenuto al secondo salto, preceduto da un 13,77 (+0.1) d'apertura, per chiudere con 13,73 (+0.6). Quelle dell'azzurra (diciottesima nel riepilogo finale) sono ovviamente parole di delusione: "All'inizio siamo state tutte in difficoltà con il vento che girava, un po' contro un po' a favore, non si capva bene. Personalmente non so che cosa mia sia successo in pedana. Io stavo bene, ho spinto quanto potevo nella rincorsa, ma c'era questo vento fastidioso. Nel secondo salto se avessi tenuto di più prima della chiusura avrei fatto qualche centimetro meglio. Il problema all'anca onestamente qui non mi ha dato nessun fastidio". Solo in quattro superano i 14,40 della qualificazione diretta: la viceiridata kazaka Olga Rypakova che, all'ultimo salto, si riscatta con un autorevole 14,79 (+0.5) che la proietta in prima proiezione. Dietro di lei, si fa notare la giamaicana Kimberly Williams al personale con 14,53 (+1.8), davanti alla britannica, campionessa del mondo indoor, Yamile Aldama (14,45/+1,8, ma con molti centimetri regalati allo stacco) e alla colombiana Caterine Ibarguen (14,42/+2.0). Quarta l'ucraina, iridata in carica, Olha Saladukha (14,35/-0.2). Finale il 5 agosto alle 20:35.

EPTATHLON: SUPER ENNIS, 12.54 NEI 100HS - Entrano subito in pedana i giganti del peso, in attesa della finale di questa sera (ore 21:30) che si preannuncia molto combattuta. Il lancio più lungo della mattinata arriva dallo statunitense Reese Hoffa, con 21,36 al primo tentativo. Altri due atleti superano i 21 metri: il giovane iridato tedesco David Storl (21,15) e il polacco Tomasz Majewski, oro olimpico quattro anni fa, con 21,03. Non passa il turno invece il bielorusso Andrei Mikhnevich (bronzo a Pechino e ai Mondiali di Daegu, ex campione del mondo nel 2003) che non va oltre 19,89, mentre sorprende in positivo l’argentino German Lauro (20,75 di record nazionale e quinta misura in classifica). Ma il pubblico britannico attende soprattutto l’eptatleta Jessica Ennis, che inizia alla grande nei 100 ostacoli con un formidabile 12.54 (+1.3): si tratta della miglior prestazione mondiale di sempre nelle prove multiple. I precedenti riferimenti erano il 12.64 (+0.3) della tedesca orientale Sabine John, a Potsdam nel 1984, e il 12.62 ventoso (+2.9) realizzato dalla francese Eunice Barber ad Arles nel 2005. La Ennis abbassa il personale di ben 25 centesimi, per impadronirsi anche del primato nazionale assoluto (superato il 12.56 di Tiffany Porter a Daegu, nella semifinale mondiale). Dietro alla beniamina di casa, brillano la canadese Jessica Zelinka (12.65) e la statunitense Hyleas Fountain (12.70). Tra le altre candidate al podio, 13.48 dell’iridata russa Chernova e 13.57 per l’ucraina Dobrynska, olimpionica a Pechino, non troppo lontane dai loro personali. Nell’alto la Ennis fa 1,86 al terzo assalto, stessa misura valicata dalla Fountain, anche se la vincitrice parziale è la lituana Austra Skujyte con un notevole personal best di 1,92, davanti alla junior britannica Katharina Johnson-Thompson e alla bielorussa Yana Maksimava (1,89 per entrambe). Dopo due prove, guida la Ennis (2249) sulla Fountain (2224) e la connazionale Johnson-Thompson (2146). La Dobrynska insegue dodicesima a quota 2056, più dietro la Chernova (sedicesima con 2031), che nell’alto si ferma a 1,80.    

File allegati:
- RISULTATI/Results
- Le FOTO della PRIMA GIORNATA/Photos

Nicola Vizzoni (foto Colombo/FIDAL)


Condividi con
Seguici su: