Legnante: "Per il podio serviva il record"



Assunta Legnante ha espresso dopo ogni lancio una carica nella quale c’era tutta la rabbia per una condizione inseguita per mesi ma arrivata finalmente al momento giusto: “Finalmente una gara ai miei livelli in un evento importante, l’aspettavo da tanto tempo. Per il podio sarebbe servito un record italiano importante, sarebbe stato chiedere molto anche se ammetto che ci credevo. Va comunque bene così, non ho rimpianti, è stato il premio dopo un anno difficile”. Contenta anche la Rosa anche se la qualificazione aveva forse illuso un po’: “No, io sono contenta così, ho raggiunto il mio obiettivo, volevo entrare fra le prime otto e ci sono riuscita. La misura poteva essere migliore ma tutto non si può pretendere”. Delusa invece la Checchi: “Diciamo che non ho gestito bene l’approccio alla gara, avevo troppa voglia di fare e non sono mai stata me stessa. So di poter fare molto meglio”. Una finale solamente sfiorata per Nicola Vizzoni nel martello, ma la gestione della prova non può che rinfrancarlo, dopo un’annata nella quale non era mai riuscito ad essere il Vizzoni che conosciamo: “Dopo tre Europei in carriera sono ancora in finale e questo è già un grande risultato. Quando ha cominciato a piovere ho pensato che si ripetesse la situazione di Sydney, quando entrai fra i primi otto per il rotto della cuffia e andai sul podio. Non è stato così ma pazienza, ho dimostrato che Vizzoni c’è ancora e che posso pensare a due anni finali di carriera ancora all’altezza”. A dare un’ulteriore nota lieta al pomeriggio azzurro è stata anche la staffetta veloce maschile entrata in finale facendo anche presagire qualcosa d’importante: “In staffetta rendiamo il doppio di quello che facciamo nelle prove individuali – spiega Verdecchia – e questo neanche noi sappiamo spiegarcelo. Non rendiamo per quello che facciamo in allenamento, ma quando siamo una squadra troviamo forse quelle motivazioni che ci mancano nelle altre gare, voliamo davvero”. Gli fa eco Donati: “Siamo concentrati e fiduciosi perché in finale si può e si deve fare meglio di quanto fatto in semifinale. Il cambio finale non è stato il migliore possibile, ma il vento ci ha creato qualche problema, significa che ci sono margini di miglioramento”. Non altrettanto bene è andata la staffetta del miglio, privata nell’immediata vigilia della sua punta Andrea Barberi e che rispetto alla bella prova di Coppa Europa non aveva neanche Howe al lancio. Della delusione del quartetto si è fatto interprete l’ultimo frazionista, Gianni Carabelli che si è addossato la responsabilità del sorpasso subìto da Romania e Spagna: “Licciardello con il suo peggior risultato di quest’anno ha fatto meglio del migliore del 2005. Beh, io ho fatto il contrario, la staffetta è stata l’ennesima dimostrazione che non sto come vorrei. Mi spiace per i compagni, ma loro sanno che ce l’ho messa tutta”. Deluso anche Andrea Giaconi, fuori in semifinale in un torneo, quello dei 110hs, che a conti fatti avrebbe anche potuto vederlo in finale: “Con l’infortunio di Doucouré e i problemi generali degli avversari sicuramente sì, ma in gara non sono mai stato me stesso, ho sbagliato tutti gli approcci agli ostacoli, sin dal primo, per colpa della pista bagnata, anche se so che starebbe a me riuscire a saper correre con qualsiasi condizione. Mi spiace perché aspettavo gli Europei da quattro anni, puntavo tutto su questa gara perché sapevo che potevo entrare in finale”. g.g. Nella foto: l’entusiasmo di Assunta Legnante dopo il suo miglior lancio (foto Giancarlo Colombo per Omega/Fidal)

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