La scomparsa di Silvano Giovanetti

04 Novembre 2016

Ci ha lasciato Silvano Giovanetti, primo italiano a superare i 60 metri nel lancio del martello

Ci ha lasciati ieri a Reggio Emilia Silvano Giovanetti, martellista di rango internazionale negli anni 50 e 60 del novecento. Classe 1929, Silvano si accostò all’atletica nel 1947, nelle file de La Patria Carpi, la sua città natale. Lo allenò inizialmente Iginio Battini, sotto lo sguardo attento di Armando Poggioli. Silvano fece rapidi progressi, tanto che già nel 1950 si classificò al 7° posto nella graduatoria nazionale. Dal 1955 al 1958 fu sempre al primo posto delle liste italiane. A Torino nel 1958 ottenne la misura di 60,86: fu il primo italiano a superare la barriera dei 60 metri. Dal 1950 al 1968 si classificò sempre fra i primi 10 atleti nella graduatoria italiana, vestendo 14 volte la maglia azzurra. Continuò poi a lanciare nelle categorie master, fino agli anni novanta.
Silvano fu anche un brillante tecnico. Dagli anni ottanta e per circa 20 stagioni allenò un gruppo di giovani che ottennero risultati di grande respiro, aggiudicandosi numerosi titoli italiani.  Fu anche un brillante dirigente, sempre presente in campo e sempre pieno di idee. Coltivò l’ambizioso sogno di riunire tutta l’atletica reggiana sotto un’unica bandiera. Si trattava di un progetto probabilmente impossibile, che non riuscì ad attuare e del quale conservò il rimpianto fino ad oggi. Non mancava mai, con la sua imperturbabile ironia, di rimproverare bonariamente i principali attori dell’atletica contemporanea a Reggio Emilia, che secondo lui erano colpevoli di non averlo appoggiato. Ancora nel 2008 mi disse, con il suo ampio sorriso: “Verrete al mio funerale, e ci verrete pentiti!”
In realtà c’è ben poco da rimpiangere nella carriera sportiva e nella vicenda personale di Silvano: è stato un grande atleta, tecnico e dirigente, è stato un imprenditore di successo ed ha avuto una splendida famiglia che lo ha sempre accompagnato ed assistito con amore. Riscuoteva stima e rispetto: possedeva un’ironia indimenticabile, il suo ricordo non può che suscitare allegria.
Un giorno ebbe una discussione con un giudice, con il quale sentenziò che un buon dirigente di atletica non può essere al tempo stesso un giudice oppure un tecnico. Il giudice gli ricordò che lui, Silvano, era a quel tempo sia dirigente sia tecnico. Silvano, sorridendo, rispose: “Per me è diverso, io sono un pezzo di storia”. Potrebbe sembrare una frase pretenziosa, ma in realtà non lo fu, semplicemente perché è vero che Silvano Giovanetti è un pezzo di storia. L’atletica gli deve molto, la sua ironica allegria rimarrà viva per molto tempo ancora.



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