La rivoluzione europea dell'atletica



Un robusto pacchetto di cambiamenti a periodicità, norme, ma anche partecipazione ad alcune delle massime rassegne continentali (compresi i Campionati Europei assoluti), è stato approvato otto giorni fa a Malta, nel corso della 118esima riunione del Consiglio della EAA. Un complesso di decisioni che farà certamente discutere, ma che, nelle intenzioni dei membri dell'Associazione Europea rappresenta una prima, sostanziale risposta alla richiesta di rinnovamento più volte avanzata dai classici "soggetti terzi" - sempre meno tali, visti i tempi - dello sport moderno (per chiamarli con il loro nome: tv e sponsor). Punto primo: i Campionati Europei diventano biennali. A partire dal 2012, anno della prima edizione che seguirà questa cadenza, e che vedrà lo svolgimento della rassegna continentale circa un mese prima dei Giochi Olimpici di Londra. Si tratterà però di una edizione particolare: non si disputeranno le gare di marcia e maratona (visto che l'Olimpiade le avrà in programma solo quattro settimane dopo), e il programma vedrà i turni eliminatori concentrati nelle prime due delle cinque giornate di gare, con le finali da disputarsi nelle rimanenti (molto probabilmente in una successione di serate di durata contenuta, fatte su misura per i tempi televisivi). Una scelta difficile, che la EAA ha preso sulla base dell'indirizzo positivo pervenuto dalla EBU (l'Eurovisione, dettasi molto interessata ad acquisire i diritti della manifestazione bis) e dagli analisti di marketing consultati per l'occasione (diversi grandi sponsor sarebbero attratti da una manifestazione europea da disputarsi a ridosso dei Giochi). Resta ovviamente da comprendere come tutto questo possa conciliarsi con un calendario già contraddistinto da ritmi frenetici, e con le ovvie esigenze di preparazione degli atleti. Ma il dado è tratto: non è più il tempo dei "se" o dei "ma". Novità ancora più radicali sono previste per la vecchia, amata Coppa Europa, la cui formula, a partire dall'edizione 2009, risulterà a dir poco stravolta. La trasformazione porterà a quello che il Consiglio EAA ha già battezzato "Campionato Europeo a squadre", competizione che avrà il compito di presentare un volto nuovo - non necessariamente più bello - dell'atletica. Dodici le nazioni partecipanti (contro le otto attuali), che si confronteranno con squadre maschili e femminili a determinare un'unica classifica, su di un programma da lasciare a bocca aperta (ed i cui particolari sono ancora da definire, salvo le poche note riportate di seguito): nelle prove di mezzofondo (3000, 5000, 3000 siepi), si correrà ad eliminazione, nel senso che ad intervalli regolari (dopo un numero X di giri), l'ultimo (o gli ultimi X) a tagliare il traguardo, verranno defintivamente eliminati; nei salti in elevazione, si avrà a disposizione un numero X di prove, terminate le quali, non si potrà proseguire (anche quando il tentativo sull'ultima misura abbia dato esito positivo); nei salti in estensione e nei lanci, si seguirà un filo simile a quello del mezzofondo: dopo un numero X di prove, gli ultimi verranno eliminati, mentre nel "round" conclusivo (ultimi due salti, con i quattro atleti rimasti in gara) si ripartirà da zero, cancellando - ai soli fini della classifica - le misure già ottenute. Insomma, una rivoluzione. Che certamente farà gridare allo scandalo i puristi (categoria nella quale l'atletica, da sempre, vanta un primato inavvicinabile); ma che, con ogni probabilità, sortirà l'effetto di aumentare l'interesse da parte del pubblico, se non altro per l'effetto novità. In attesa di capire se la strada intrapresa sia quella giusta. O meno. Marco Sicari Nella foto, lo Stadio Ullevi di Goteborg durante l'ultima edizione degli Europei, nell'agosto 2006 (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)


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