La Mantia bronzo Goteborg tricolore

03 Marzo 2013

La triplista palermitana centra il terzo posto due anni dopo l'oro di Parigi. Chiara Rosa è quarta nel getto del peso (18,37)

La terza giornata di gare degli Europei indoor di Goteborg si apre con la quinta medaglia per l'Italia: Simona La Mantia è bronzo nel salto triplo, atterrando a 14,26 (oro all'ucraina Saladuha, 14,88, mondiale stagionale, argento alla russa Gumenyuk, 14,30). Si ferma invece ai piedi del podio la prova maiuscola di Chiara Rosa nel getto del peso, quarta con lo stagionale di 18,37 (oro alla tedesca Schwanitz, 19,25). Nel pomeriggio, chiusura della manifestazione. Per i colori italiani, in campo Alessia Trost nella finale dell'alto, e Audrey Alloh nella semifinale (ed eventuale finale) dei 60 metri.

SIMONA LA MANTIA MEDAGLIA DI BRONZO NEL TRIPLO, 14,26!

Triplo donne - Finale - Dall'oro di Parigi al bronzo di Goteborg. Due anni dopo, Simona La Mantia è ancora sul podio continentale del triplo, finendo al terzo posto (14,26) alle spalle dell'ucraina Saladuha e della russa Gumenyuk. E' un obiettivo centrato per la 29enne palermitana delle Fiamme Gialle, a cui, insieme al tecnico Michele Basile, va riconosciuto il merito di essersi presentata qui nella miglior forma possibile, considerato anche l'infortunio all'anca patito in gennaio. Riavvolgimento del nastro, rewind per i tecnologici e gli anglofili: la gara prende fin dal via una sua configurazione. La superfavorita della vigilia, l'ucraina Olha Saladuha, firma subito la medaglia d'oro virtuale, atterrando ai 14,88 della miglior prestazione mondiale 2013. Dietro di lei, parte il duello tra la La Mantia e le russe Gumenyuk e Mosina. L'italiana apre con 14,24 e si piazza al secondo posto; viene poi scavalcata da Gumanyuk (14,25); si riporta avanti nel turno successivo con 14,26. La russa al quarto salto passa ancora al secondo posto, atterrando a 14,30, mentre la Mosina segue sempre da 14,21. Sembra essere tutto in bilico. E invece, non accadrà più nulla fino alla conclusione, fino al giro d'onore con il tricolore (l'ennesimo in carriera per l'azzurra, va sottolineato).

Questa la serie della siciliana: 14,24; 14,04; 14,26; N; N; 14,04). "Ho lottato con le unghie e con i denti per difendere il mio titolo - racconta nel dopo gara - e con un inverno diverso probabilmente sarei riuscita a farlo anche meglio di così. La Saladuha ha tolto subito di mezzo la medaglia d'oro, e noi altre ci siamo dovute un po' "azzannare" per argento e bronzo. Sono felice di non essermi arresa". Il bendaggio all'anca, visibile in gara, è il segno dei problemi fisici.

"Ho rimediato una sublussazione in allenamento, e ho dovuto rivedere i miei piani per molto tempo (tre settimane circa, raccontava Basile questa mattina, ndr); ho fatto tanta fisioterapia, lavoro alternativo, ripeto, senza arrendermi. Quindi, a conti fatti, va bene così...No, anzi, non va bene per niente - si corregge immediatamente - l'unica cosa che salvo è il fatto di esserci. Io ci sono", ripete, scandendo le parole. "Ho tante dediche da fare: mio marito Alessandro (sposato il 6 ottobre, ndr), il mio tecnico Michele Basile, la mia società, le Fiamme Gialle, i fisioterapisti Antonio Abbruzzese, che è venuto fino a Palermo per seguirmi, e Domenico D'Angelo; e ringrazio la FIDAL, che non mi ha mai messo pressione in alcun modo, dandomi anche la possibilità di curarmi e di pensare all'Europeo".

Peso donne - Finale - Chiara Rosa accarezza il sogno di una medaglia per quasi metà gara. Fino a quando, al terzo turno, la tedesca Schwanitz riesce a scrollarsi di dosso il torpore mattutino, piazzando il 18,47 del sorpasso sulla padovana, bronzo momentaneo. Per lei, l'apertura era stata di 18,37, miglior prestazione stagionale, e la cifra di un ottimo approccio alla gara. Nel finale, poi, le bioniche vengono fuori: a Schwanitz suona finalmente la sveglia, ed il suo 19,25, che scavalca il 19,04 della russa Kolodko, vale l'oro. Bronzo alla bielorussa Kopets, 18,85. Chiara Rosa è quarta, guadagnando una piazza rispetto alla qualficazione, ai danni dell'altra russa, Irina Tarasova. "Temevo che andasse così - le parole della Rosa - ovvero che sarei arrivata quarta, ai piedi del podio. Ma considerati i tanti problemi fisici della vigilia, non posso che essere contenta. La fascite plantare al piede sinistro mi ha tormentato, e arrivare allo stagionale nella finale degli Europei è già una discreta soddisfazione. Certo, ho beccato la gara in cui con 18,85 si è preso il bronzo...per non so quante edizioni con 18,37, la mia misura di oggi, si era sempre saliti sul podio. Va bene, sono felice che ci fosse qui anche il mio tecnico, Enzo Agostini, ringrazio la FIDAL per averlo portato agli Europei, e ringrazio le Fiamme Azzurre, il mio club, che non smette mai di sostenermi".

m.s.

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