La Genovese a Tokyo: "Firmerei per il podio"



Già da un paio di giorni Bruna Genovese è a Tokyo, per acclimatarsi in vista della grande maratona di domenica. Quella della capitale nipponica è una delle principali classiche del calendario mondiale, una delle poche maratone al mondo interamente dedicata alle ragazze, e a Tokyo l’atleta di Montebelluna si è sempre presa belle soddisfazioni, a cominciare dal terzo posto del 2001 con il primato personale di 2:25:35. La maratoneta della Forestale, seguita da uno specialista dei 42,195 km come Salvatore Bettiol, è piuttosto scaramantica quando le si chiede delle sue condizioni fisiche: “Vorrei non rispondere per non deludere qualcuno, prima di tutti me stessa, perché gli ultimi allenamenti sono stati positivi, soprattutto ho visto che ho recuperato anche psicologicamente dopo lo sforzo di Atene”. - A mente fredda, come giudichi la tua esperienza olimpica? - Io dico che è andata bene, arrivare nelle prime 10 in una maratona olimpica non è un risultato da tutti i giorni, ho seguito il programma di gara che avevamo stabilito alla vigilia rispettandolo in pieno. Basti pensare che dopo 5 chilometri ero quarantesima, ho superato trenta concorrenti, non mi pare poco. E’ altro che mi ha lasciato l’amaro in bocca. - Cioè? - Pensavo che il mio risultato avesse un riscontro maggiore, invece è stato quasi dimenticato dai mass media. Mi è dispiaciuto, intanto mi aspettavo che la Rai fosse più presente, invece io e la Console siamo state le uniche a non essere intervistate, ed anche dopo siamo state poco considerate, eppure pensavo aver ottenuto un buonissimo risultato. - Come ti aspetti la gara giapponese? - Io spero che si svolga come nel 2001, quando si era formato un bel gruppo che è andato avanti regolare fino al 30. km. Lo scorso anno invece, col fatto che la Takahashi è partita a razzo, ho corso senza riferimenti. Io spero che con tante atlete di valore, dalle giapponesi Chiba, Obata e Fujikawa alle etiopi Wami e Alemu, dalla cinese Su Yingyie iridata di mezza maratona e prima a Pechino alla kenyana Chelangat, spero che sia una gara di gruppo. Sarebbe una buona occasione per ritoccare il mio primato personale, ma serve un ritmo regolare e condizioni climatiche favorevoli. - E’ un percorso difficile? - I tempi direbbero di no, invece le difficoltà di sono, i cavalcavia della prima parte e la salita che ci si trova di fronte dal 35. km in poi. Bisogna tenere una scorta di energie per la fase finale. - A Tokyo gareggerete con due lepri di alto livello, la russa Ivanova e la tanzaniana Joseph. Come ti trovi a correre con le lepri ma solo fra donne, invece che in mezzo agli uomini? - E’ decisamente meglio, tanto è vero che le classiche “miste” stanno sfalsando la partenza delle donne rispetto a quella degli uomini per farci gareggiare da sole. Di solito non sono i maschi che ti dettano il ritmo, ma il contrario… - Per quale risultato metteresti la firma? - Per il podio, ma solo per quello. Gabriele Gentili Nella foto: Bruna Genovese all’arrivo alle ultime Olimpiadi (foto Omega/Fidal)

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