L'atletica sarda a lezione di marketing e comunicazione

17 Marzo 2019

Interessante e partecipato convegno nazionale ieri al Municipio di Bolotana

(robyspezzigu) L’atletica leggera sarda va a lezione per prepararsi alle sfide organizzative-dirigenziali del futuro cercando strategie e metodi efficaci per crescere e affermarsi e soprattutto per cercare di raccontare quanto di bello e di buono riesce a fare. Un pubblico numeroso e attento, con tecnici e dirigenti provenienti da ogni parte della Sardegna, ha preso parte sabato all’interessante convegno nazionale di Bolotana che aveva come punto centrale le nuove strategie per far crescere lo sport in generale e l’atletica leggera in particolare. Nell’Aula del Consiglio del Comune a discutere con grande competenza e animando un positivo dibattito sulle tematiche concrete, partendo dall’indagine sui bisogni dello sport e della società sono stati chiamati il prof. Dino Ponchio, dirigente e tecnico di caratura internazionale e ora dirigente nazionale Fidal, e Roberto Ghiretti, specialista nella conoscenza e divulgazione  delle problematiche dei bisogni dello sport nell’ambito dei cambiamenti della società e della conseguente costruzione di strategie di marketing e comunicazione per sviluppare la pratica sportiva di base e in generale.
Bisogna prendere atto che il mondo dello sport in generale sta vivendo un momento di grandi cambiamenti e si sta creando un nuovo sistema - ha affermato Sergio Lai, presidente della Fidal Sardegna organizzatrice di questo importate convegno nazionale. Lai ha voluto richiamare le società di atletica a un maggior impegno e una maggior attenzione alle necessità che richiedono le nuove disposizioni normative: “Dobbiamo prestare attenzione alla ricerca del reperimento di risorse e devo constatare, purtroppo, che sono ancora tante le società di atletica isolane che non hanno ancora fatto l’iscrizione al registro CONI. Questo - ha continuato il massimo dirigente dell’atletica sarda - comporterà che non potranno accedere ai previsti contributi e, dal prossimo anno, non potranno neanche più partecipare alle manifestazioni”.
Per quanto riguarda le relazioni tecniche Dino Ponchio, in veste di dirigente nazionale ha parlato di come la federatletica ha deciso di affrontare questi problemi a partire dal progetto di aggiornamento dei dirigenti “Progetti speciali: Fidal e la sua 3^ missione”.

Per Ponchio la ricetta è: “Generare e catturare attenzioni e disponibilità al fine di trasformare le nostre ASD Società di Atletica in realtà interattive con il mondo esterno, in grado di essere delle vere e proprie “società di servizi”, di consorziarsi, di fare economie di scala,  così da poter by-passare il difficilissimo momento attuale. Bisogna organizzarsi e per questo – ha concluso  Ponchio -  la terza missione della Fidal è quella di aprirsi alla Società ed al Sociale”.
Proprio questa impellente e inderogabile necessità del mondo dell’atletica di aprirsi alla società sono stati l’argomento portante delle relazioni centrali dell’intero convegno di Bolotana. Affrontate e discusse da Roberto Ghiretti che ha relazionato su “I bisogni dello sport e della società”, di “Una road map per crescere: modelli di gestione societaria” e poi in conclusione di “La costruzione di una strategia di marketing e comunicazione”. “Le società sportive moderne devono puntare sulle buone relazioni sociali. Se si parte da questo nulla è proibito e nulla e impossibile - ha affermato Ghiretti - per fare questo i dirigenti di società devono interagire con tutti a iniziare delle famiglie dei giovani con la quale bisogna costruire dei rapporti efficaci (che non possono essere la ricevuta di pagamento delle retta). I nemici principali di questa possibilità di sviluppo dello sport - ha continuato il marketer emiliano specialista di “Strategie, Organizzazione e marketing dello sport” - “sono la quotidianità con i suoi problemi costanti e l’indifferenza, intesa come solitudine nell’affrontare i problemi in ambito di un ristretto nucleo di persone. Per questo è strettamente necessario darsi un metodo, una strategia e una programmazione, altrimenti si rischia di essere dei criceti su una ruota. Essere volontari qualificati come lo sono i dirigenti sportivi ha un senso solo se questo crea consenso sociale. Noi dobbiamo far sapere che le società sportive aiutano i ragazzi a crescere fisicamente, moralmente e socialmente.

Per questo gli strumenti che come società sportive ci possono aiutare sono: 1) Piano Strategico; 2) Patto educativo-codice etico; 3) Bilancio di impatto sociale; 4) Piano di Marketing (chi siamo e dove andiamo)”.
Proprio  su quest’ultimo aspetto si è concentrata la parte finale della relazione di Ghiretti che ha ribadito il bisogno ripensare il marketing sportivo: “Ci sono 5 concetti da tenere presenti : 1) Migliorare lo sport valorizzandone i requisiti culturali, sociali ed economici per qualificarlo, promuoverlo e renderlo sempre più attrattivo per i propri stakeholders, la community e per le aziende che intendono partecipare al suo sviluppo; 2) Sviluppare il senso di sport community, integrando l’aspetto emotivo, sociale e culturale con il concetto di servizio e di relazione con stakeholder “veri”; 3) Posizionare lo sport sul mercato dei servizi, proprio in virtù della sua natura di servizio orientato a stakeholder che hanno esigenze precise, 4) Ricordarsi che, se poniamo l’interlocutore al centro del nostro messaggio, chiunque di essi può essere protagonista assoluto indipendentemente dal segmento/target di appartenenza; 5) Lo sport accompagna tutto il ciclo di vita di uno stakeholder e della società in cui vive. Soprattutto - ha concluso - bisogna riuscire a fare del benchmark, la tecnica di ispirarsi ai modelli vincenti o di copiare chi è più bravo e chi fa bene, per poter trovare la capacità di evolverci, di “stare al passo” con le nuove esigenze, con i nuovi modelli comunicativi e con le nuove modalità di fruizione dello sport”.
Tanti gli interventi appassionati di vari dirigenti, come quello del “padrone di casa” Gianni Diana dell’Olimpia Bolotana, che ha messo il dito nella piaga della scarsa o nulla collaborazione con le amministrazioni pubbliche con cui esiste una oggettiva difficoltà di farsi riconoscere, di Antonello Sotgia della Runner Oschiri, che ha evidenziato come ci siano notevoli difficoltà a creare rapporti di collaborazione con altre discipline sportive e con il calcio in particolar modo, di Antonello Murgia, della Sulcis Carbonia, di Fulvia Perra, in duplice veste di dirigente di atletica e assessore comunale, che ha voluto sottolineare come per le amministrazioni comunali in questo momento di crisi sia difficile prestare le giuste attenzioni, anche con i dovuti finanziamenti, all’attività sportiva di base.

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Sergio Lai e Gianni Diana (foto G.Lai/FIDALSardegna)


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