L'Italia terza in Coppa con sette secondi posti



Nessuna vittoria individuale, ma ben sette secondi posti (nell'ordine: Licciardello, Cusma, Sciandra, Weissteiner, Obrist, Caliandro, Legnante) nelle diciannove gare in programma hanno scaldato il pomeriggio azzurro di Mosca, nella Coppa Europa indoor. Alla fine, come ciliegina sulla torta, è arrivato il terzo posto della squadra maschile, difeso dall'attacco dei tedeschi - a parità di punti - in forza dei migliori piazzamenti (e a tre sole lunghezze dalla Spagna, seconda), mentre le ragazze hanno occupato la quinta piazza. Il quarto posto di Antonietta Di Martino nel salto in alto (a quota 1,92) è la notizia di copertina tra il dolce e l'amaro, perché la misura può risultare soddisfacente per un esordio, il piazzamento un pizzico - ma solo un pizzico - meno. La sorte però ha voluto che la salernitana incappasse, per il suo esordio stagionale, in una delle migliori gare di alto dell’anno, vinta dalla tedesca Friedrich con 2,00 (record della manifestazione). L'azzurra si è arresa a quota 1,95, dopo aver superato in scioltezza tutte le misure fino all’1,92, mentre le altre in pedana hanno invece dato sfoggio di una forma già eccellente. Dietro la Friedrich, progresso per la spagnola Ruth Beitia (1,98), e solido 1,95 per la russa Tayana Kivimyagi. “Non riesco a correre come vorrei – il commento di Antonietta Di Martino – e questo è normale considerato che sono carica di lavoro. Con il mio allenatore Davide Sessa sapevo che avrei potuto saltare tra l’1,92 e l’1,95; ed infatti, ho superato l’1,92, fallendo la misura successiva di pochissimo. Le sensazioni che si ottengono in pedana non sono riproducibili in allenamento, quindi sono felice di essere venuta a Mosca: ho individuato alcuni piccoli problemi sui quali potrò lavorare da subito. Giovedì 21 salterò a Stoccolma, e poi sarò ai Mondiali di Valencia”.

Delusa fino ai limiti Assunta legnante, seconda nel getto del peso malgrado il pronostico tutto a suo favore. La napoletana ha ottenuto 17,74 (serie: 17,58; 17,74; N; 17,24), in sintesi, la sua peggior misura del 2008, lontano dal 18,56 messo a segno ad inizio febbraio. Ad imporsi è stata la tedesca Hinrichs, con un 17,84 che la dice lunga sulla delusione dell’azzurra. L’ottocento di Elisa Cusma è stato invece un bel mix di coraggio ed efficacia: l'emiliana ha preso in mano le redini del gioco dal via, passando in testa ai 400 (1:00.50) e chiudendo al secondo posto, battuta dalla sola polacca Ewelina Setowska (2:01.50, per la Cusma un buon 2:01.73 che le vale anche l’ammissione ai Mondiali indoor). La Cusma è stata d’ispirazione per Livio Sciandra, che, seppure solito affidarsi soprattutto alle sue doti di finisseur, ha scelto andare a prendere la testa quando ha capito che il ritmo si stava facendo troppo lento. Primo all’attacco dell’ultimo rettilineo, è stato superato dal solo spagnolo Luis Alberto Marco (1:49.58 contro 1:49.73), regalando all’Italia la parziale soddisfazione della prima piazza – in condominio con la Svezia – nella classifica generale.

All’insegna della tattica anche i 3000 donne. Silvia Weissteiner si conferma tra le migliori interpreti continentali della specialità, venendo fuori nel convulso finale e chiudendo al secondo posto alle spalle della russa Yelena Sidorchenkova (in testa dal primo all’ultimo metro di gara). Tempi: 8:57.78 per la russa, 8:58.94 per l’altoatesina. Nulla di particolarmente significativo i passaggi intermedi (3:05.17, 6:06.94), ma proprio in ragione di questo, va sottolineato l’ottimo finale dell’azzurra, vicino ai 2:50, e tale da scardinare le difese di due avversarie pericolose come la tedesca Mockenhaupt e la spagnola Moratò. Dalla prova al maschile sui tre chilometri, corsa in avvio a ritmi giovanili (3:09), ancora una piccola punta d’amaro: Mimmo Caliandro si produce in una prodigiosa rimonta nei confronti del russo Ivanov (a sua volta partito per primo sulle tracce dello spagnolo Sanchez) piombando su di lui al traguardo. Il responso del photofinish è però impietoso, mettendo l’azzurro al secondo posto per un solo centesimo (8:16.02 contro 8:16.03), e punendolo forse in maniera eccessiva. Caliandro avrebbe forse potuto risolvere la faccenda prima, evitando il ricorso alle sempre pericolose volate finali, ma risalta comunque l'ottimo 5:06 corso nei 200 metri finali: "Sì, probabilmente avrei dovuto seguire un po' più da vicino il russo, ma sono comunque soddisfatto, ho imparatao qualcosa anche oggi. Ripeto, l'obiettivo è l'estate, tutto quello che verrà dalla stagione invernale sarà di guadagnato". Claudio Licciardello ha realizzato una delle cose più belle – in chiave italiana) del pomeriggio. Impegnato nella seconda delle due serie in programma (anche perché all’esordio stagionale), il catanese ha corso in maniera strepitosa, disegnando un elegante primo giro in 21.87, e chiudendo in un superbo 46.57, due soli centesimi più dello svedese Wissman, vincitore della prima serie dopo un bel duello con il longilineo 20enne russo Dyldin (46.60). Per Licciardello si tratta del nuovo personale, del minimo di ammissione ai Mondiali di Valencia (fissato in 47.00), della settima prestazione mondiale 2008, e dell’ottava italiana di sempre. In più, scartabellando la lista dei primati, viene fuori un dato sorprendente: si tratta infatti della miglior prestazione italiana Promesse, che scavalca il 46.59 di Stefano Malinverni, ottenuto a Vienna il 25 febbraio del 1979, poco meno di 29 anni fa. Un debutto al bacio. Nei 400 donne la giovane Marta Milani, pur difendendosi bene, non si è confermata sui suoi tempi, correndo in 55.04. Vittoria nella prima delle due serie alla russa Zykina, in un buon 51.91, per l’azzurra il sesto posto nella classifica combinata.

Al di sotto delle attese il lombardo Fabrizio Schembri, quinto nel triplo con un 16,02 (serie: 15,90; 16,02; 15,92; 16,00) lontano dall’eccellente 16,92 saltato a Saronno ad inizio febbraio. Vittoria per il russo Plotnir, atterrato a 16,77, ma il podio era cosa fattibile, distante solo una trentina di centimetri (16,34 dell’ucraino Yastrebov). In linea con le attese, invece, la prova dell’astista Giorgio Piantella, senza macchia fino a 5,40 (5,10 e 5,25 in precedenza per lui), ma poi arenatosi alla quota successiva (5,50); quinto posto in condominio con altri due avversari (vittoria al russo Kucheryanu con 5,60, poi tre prove nulle a 5,80). A contribuire all'eccellente giornata del mezzofondo, nel finale, anche il secondo posto nei 1500 metri di un tonico Christian Obrist, superato alla fine solo dallo spagnolo Diego Ruiz (3:48.31 per il vincitore, 3:48.85 per Obrist, in una prova - naturalmente - di natura iper-tattica. Nello sprint poca Italia, ma (per ragioni diverse) come da copione: tra gli uomini Matteo Galvan, certamente non un velocista da 60 metri, sigla anche il pesonale in 6.90, ma non può far meglio del settimo posto; in campo femminile, Vincenza Calì non ripete la buona prova di Ancona di fine gennaio, fermandosi a 7.45. Vittorie per il polacco Chyla (6.61), e per la russa Nabokina (7.24). Conferma su livelli d’eccellenza, al contrario, per Micol Cattaneo, quarta nei 60 ostacoli con un 8.11 che certifica, in maniera definitiva, la crescita già evidenziata nell’incontro con la Finlandia del 2 febbraio (quando corse in 8.05). La spagnola d’origine nigeriana Josephine Onya non ha avuto vere rivali (per lei la vittoria è stata arricchita dal 7.93 del record della Coppa) ma dietro, nella battaglia, la comasca si è mossa bene, mostrando una grinta tra le barriere che sembra ormai la sua nota caratteristica. Nella prova maschile, contraddistinta da uno dei migliori risultati della manifestazione (il 7.44 del russo Borisov, record nazionale e miglior crono europeo del 2008) Emiliano Pizzoli ha fatto il massimo correndo sui suoi tempi (7.91), non riuscendo però a ottenere meglio di un sesto posto. Chiusura con il salto in lungo prima delle staffette. La prova di Valeria Canella è onesta: 6,34 la sua miglior misura (serie: 6,02; N; 6,33; 6,34), per un sesto posto che è nella norma. Vittoria alla russa Kolchanova con 6,60. La staffetta donne chiude al sesto posto, con Elisa Cusma a doppiare l’impegno negli 800 metri (poi Riva, Sirtoli e Arcioni). La Polonia, giungendo terza, colma il gap nei confronti delle azzurre (-1 punto prima della staffetta), superando l’Italia nella classifica conclusiva. Nei maschi il quartetto resiste dall’attacco svedese per il terzo posto, e impedisce così alla Germania di completare la rimonta: è podio, con il giovane Galvan a resistere all'assalto dello svedese Wismann. m.s. Nelle foto di Giancarlo Colombo (Omega/FIDAL), dall'alto verso il basso: il podio azzurro, Antonietta Di Martino, Livio Sciandra, Claudio Licciardello, e Cosimo Caliandro, tutti in azione nella Coppa Europa di Mosca File allegati:
- RISULTATI / Full results
- Www.european-athletics.org
- Le foto da Mosca / Photos from Moscow



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