Internazionale: vinci Londra, sogna Berlino



Il ricco week-end internazionale ha offerto tre spunti di altissimo livello tecnico: la maratona di Londra, il classico happening delle staffette delle Penn Relays di Philadelphia e i grandi balzi dei triplisti cubani a L'Avana.  

Fumo (e sole) di Londra 

La maratona di Londra si è conclusa nel segno di quanto successo a Pechino: i primi tre classificati (Wanjiru, Kebede e Gharib) sono gli stessi che erano saliti sul podio della maratona olimpica in agosto. Parte dell’attesa per la corsa londinese è stata mozzata in extremis dalla mancata partecipazione di Martin Lel, già plurivincitore della Flora London Marathon (l'anno prossimo si chiamerà Virgin e non più Flora), e forse questo ha tolto il valore aggiunto dell'apporto di un campionissimo come il kenyano. Alla seconda rinuncia per infortunio (prima New York e ora Londra), Lel rischia di non essere selezionato per i Mondiali di Berlino. 

Greenwich Express 

Ritmi da capogiro dall’avvio fino a metà gara, poi il trionfo di Wanjiru (il favorito) al termine di un esito non così scontato grazie alla determinazione dell'etiope Kebede, uno che non molla l'osso fino alla fine come ben sa Deriba Merga, scippato proprio da Kebede del bronzo olimpico in vista del finish.  Il tentativo di record del mondo è sfumato ma Wanjiru, con 2:05:10, ha stabilito il primato della corsa migliorando di cinque secondi quanto fatto da Lel la scorsa stagione. Eccezionali anche Kebede (2:05:20) e Gharib (2:05:27). Ritirato a sette chilometri dall'arrivo l'eritro Tadese, all'esordio, stroncato dal ritmo della prima parte della gara.  

Le condizioni per il primato mondiale sono venute a mancare sia per il mancato duello Wanjiru-Lel che per i passaggi da 28:30 al decimo chilometro e di 1:01:35 (!) a metà gara. Magnifiche invece le condizioni atmosferiche, al limite della perfezione per i maratoneti, dopo che 48 ore prima un insolito caldo estivo aveva reso la città una specie di canicola, mentre il sabato era trascorso sul baratro della pioggia a lungo minacciata e mai manifestata. 

Mikitenko 2

 

L'ex-kazaka che scelse di trasferirsi in Germania per poter praticare l'atletica ad altissimo livello ha concesso il bis di successi nella capitale inglese in 2:22.11, dopo essere rimasta a metà gara in compagnia della mai doma inglesina Yamauchi (prima sconfitta della stagione, ma un secondo posto da incorniciare in 2:23:12) e dalla cinese Chunxiu (poi ceduta di schianto nelle fasi finali), mentre l'ungherese Kalovics cedeva dopo una metà di gara vissuta da protagonista. La tedesca ha preso il largo dopo venti miglia, accumulando un vantaggio finale di un minuto sulla Yamauchi.  

 

Fantastico il debutto di Liliya Shobukhova, terza in un grande 2:24:24. Per la Mikitenko (varie finali importanti sui 5000 in pista e poi esplosa come maratoneta) ora c'è il sogno del titolo mondiale nella sua nuova patria, da conquistare nel giorno del suo trentasettesimo compleanno. Se un destino dovrà essere scritto, la bella calligrafia è assicurata.  

 

Nelle altre principali maratone della domenica 2:29:01 della spagnola Aguilar che ha trionfato ad Amburgo, 2:09:02 di Jacob Yator a Enschede, 2:10:09 dell'etiope Abraham Tadesse a Zurigo e 2:11:26 di Julius Kiplimo Kipkorir a Cracovia. 

 

Testimoni di una rinascita 

 

Ecco il nuovo guanto di sfida lanciato dalla velocità statunitense a quella caraibica: a Pechino la Giamaica fece un sol boccone del resto del mondo (mancando l'en-plein solo per la dabbenaggine della 4x100 femminile). Sabato a Philadelphia gli USA hanno tirato il fiato grazie a quattro vittorie ed altrettanti primati mondiali stagionali. Su tutti la brillante prestazione fornita dal quartetto composto da Dix, Padgett, Crawford e Patton, che ha vinto la serie più importante della 4x100 in 37.92, precedendo di quasi mezzo secondo le riserve Trammell, Jelks, Williams e Rodgers, e la squadra di Trinidad. L'uomo che non c'era, Tyson Gay, è invece rientrato a Tempe dopo otto mesi, correndo un 400 in 46.34. 

 

Powell k.o. 

 

Per la Giamaica l'amarezza dell'infortunio di Asafa Powell, arrivato al traguardo per onor di firma. Senza infortuni la selezione giamaicana femminile (con la Stewart e l'olimpionica Fraser in ultima frazione), ma pur sempre battuta in 42.77 contro le scatenate americane che hanno chiuso in 42.40, forti dell'apporto della Williams, della Felix, della Lewis e della Jeter. 

 

Gli altri grandi numeri delle gare col testimone sono arrivati dalle 4x400, che Clement, Taylor, Neville e Merritt (la  miglior squadra possibile in assenza di Wariner) hanno corso in 2:59.78, laddove le ragazze (Hargrove, Hastings, ancora Felix e che Felix!, 49.64 lanciato, e Richards) hanno fatto registrare 3:23.08. Alle gare di Philadelphia hanno assistito in totale oltre centodiecimila spettatori, con la punta di quarantottomila nella giornata conclusiva. Stabiliti anche la migliore prestazione mondiale all-time nello Sprint Medley (Giamaica con 3:34.56) ed europea (Russia a 3:37.37). 

 

Cento volte Drake 

 

Per la centesima edizione delle Drake Relays (tempo guastafeste, come troppo spesso in quest'ultimo mese statunitense) si sono mossi diversi atleti di vertice del panorama locale e internazionale: tra i nomi più grossi ha esordito sui 400 Jeremy Wariner (45.06), mentre nel getto del peso il trio delle catapulte Cantwell-Nelson-Hoffa è stato battuto da Dan Taylor, che ha indovinato il lancio di giornata con 21.38 con tanti nulli di contorno. Nel resto del programma maschile da segnalare ancora una vittoria per Webb nel miglio (4:00.61) ed il 13.21 di Ryan Wilson sui 110 ostacoli (con Faulk al personale in 13.30).  

 

In campo femminile, la notizia più rilevante è rappresentata dall'infortunio di Lolo Jones, che ha scelto di correre nonostante le avvisaglie del malanno patìte nella fase di riscaldamento. Pur di essere in pista in una delle manifestazioni più classiche e storiche del calendario americano, l'ostacolista ha rischiato di mandare in malore una intera stagione. Tra i pochi risultati da rilevare, il mondiale stagionale di Jackie Johnson nell'eptathlon (6.020 punti) ed il primato junior nell'asta di Natalie Willer, salita a 4.36. 

 

Cuba, triplo eccezionale 

 

Sabato a L'Avana straordinaria gara di salto triplo maschile, con tre atleti oltre i 17.60! L'avvio è stato grandioso: al primo turno di salti Alexis Copello ha fatto registrare 17.69 ventoso, Giralt 17.62 controvento. Per i due, a parte un successivo nullo di Copello, sono stati gli unici approcci alla pedana. Il terzo incomodo, Betanzos, si è dannato l'anima ed ha messo a registro un magistrale quarto salto da 17.65 (miglior salto all’aperto in questa stagione). Solo quinto Tosca, pscurato dalla giornata di grazia dei compagni, mentre quarto è il ventenne Duranona, 17.28 ma con troppo vento. 

 

Pedana magica anche per le ragazze: la Savigne ha migliorato il mondiale stagionale a 14.70, la Gay si è portata a 14.52 (non omologabile per il vento), la Martinez a 14.33 (idem). Tra gli altri risultati, 8.15 irregolare di Camejo, 20.27 del sempre più sorprendente Skyers (anche qui Eolo docet), 1:45 netti di Lopes sugli 800 metri e robusto 12.98 con tre metri e passa di vento in faccia per la Tejeda. Nei lanci 63.86 della discobola Collado, 24 anni tra due giorni. 

 

Mezzofondo in pista 

 

Non solo distanze brevi e pedane: nell'Hamilton Invitational di Berkeley si è corso un gran diecimila con nove uomini sotto i ventotto minuti e gran fiorire di primati personali, con la ciliegina del primato d'Oceania di Collis Birmingham, un australiano di cui parliamo praticamente ogni settimana, che ha corso in 27:29.73. L'impresa non è bastata per assicurarsi la vittoria, andata al kenyano Sammy Chelanga, che con 27:28.48 ha stabilito il nuovo primato universitario USA.  

 

A completare il cartellone della riunione californiana la bella gara di lungo femminile (6.80 per la bianca Upshaw, mondiale stagionale, e 6.79 per Hyleas Fountain, argento olimpico nelle prove multiple), ed il debutto sui 100 metri di Derrick Atkins, argento iridato targato Bahamas, che ha corso in 10.17. Nuovo impegno, nel fine settimana USA, per Eugenio Mannucci: il pesista italiano ha gareggiato sulla pedana di Eugene (nelle Oregon Relays), lanciando a 16.92, misura che gli è valsa la terza posizione nella classifica finale. 

 

Martellata magiara

 

Sabato scorso Krisztian Pars ha stabilito a Veszprem la miglior prestazione mondiale stagionale di lancio del martello scagliando l'attrezzo a 81.43 metri. Non è nota la serie completa del magiaro quarto classificato a Pechino (potrebbe diventare d'argento dopo l'eventuale ufficializzazione delle squalifiche dei bielorussi Devyatovsky e Tsikhan), ma risultano al suo attivo altri due lanci da 81.02 e 79.20. Pars il mese scorso aveva vinto la gara di Coppa Europa invernale in Spagna con la misura di 80.38. Tutti i numeri della stagione sono leggibili nelle graduatorie mondiali 2009, in attesa di un completo aggiornamento relativo ad alcune distanze su strada.

 

Donna atletica 

Nascite: Tatyana Kotova, dodici podi tra Mondiali outdoor, indoor e Giochi Olimpici, ha dato alla luce il primo figlio a trentadue anni. La scorsa settimana è nata anche la figlia di Krisztina Molnar, due volte finalista nel salto con l'asta ai Campionati d'Europa, e sposata con l'ex-decatleta Szabo, argento continentale a Spalato. E' invece in attesa del lieto evento l'eptatleta canadese Jessica Zelinka, quinta a Pechino, previsto tra poco più di un mese. 

Marco Buccellato




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