Internazionale: scrivi maratona, leggi Mutai



Il piatto forte della settimana è stato l'evento della maratona di New York, una festa di partecipazione sublimata nella grande prestazione di Geoffrey Kiprono Mutai. Nella rubrica di oggi riportiamo qualche dettaglio in più sulla prova del kenyano, e passeremo in rassegna le principali notizie dall'atletica internazionale.

Mutai, il primato nelle gambe

Se ci fosse stato bisogno di una ulteriore dimostrazione di forza, Geoffrey Mutai l'ha fornita nel difficile tracciato di New York, senza tentennamenti. Ha fatto il bello e il cattivo tempo, sfilacciando il gruppo di testa quando ha voluto, con una flebile resistenza da parte degli avversari. Del kenyano, trent'anni compiuti da un mese, ripercorriamo brevemente le tappe di una carriera che in questa stagione ha toccato l'apice con le vittorie in due delle tre più importanti maratone sul suolo statunitense, Boston e New York.

In quattro anni, Mutai ha disputato nove maratone, ne ha vinte cinque, ha collezionato due secondi posti, un ottavo, e un ritito. La base di velocità è enorme, confermata dalle prestazioni di assoluto valore ottenute in pista nell'altitudine di Nairobi, dove tutto è più difficile per i corridori di lunga lena (27'27", 27'38", 27'52"). Ha al suo attivo anche quattro mezze maratone, tutte concluse vittoriosamente. A Boston le caratteristiche del percorso gli hanno negato l'ufficialità del record del mondo, mentre a New York ha dimostrato chiaramente che su un tracciato più agevole, come quello di alcune delle più importanti maratone europee, sia l'unico specialista in grado di scendere sotto le due ore e tre minuti.

Mutai ha condotto una gara su ritmi elevati ma ha dato la sferzata nella seconda parte, percorsa in 1h01'48", dopo essere transitato a metà gara in 1h03'18". Nemmeno i passaggi al trentesimo e al trentacinquesimo chilometro sono stati così impressionanti (si è visto ben altro nel corso dell'anno, come a Berlino e a Francoforte), ma il cambio di ritmo imposto al ventesimo miglio è stato irresistibile e viene sancito dalle cifre, se confrontato con quanto fatto da Patrick Makau in occasione del record del mondo di Berlino. Mutai ha coperto gli ultimi 7,195 km (dal 35° km fino all'arrivo) in 20'48" (con gli ultimi 400 metri in poco più di un minuto), mentre a Berlino Makau impiegò 21'22", e non si può dire che passeggiasse.

Keitany, a tutto gas

Della folle gara di Mary Keitany, terza come un anno fa nel segno di una lezione tattica non appresa a distanza di dodici mesi, rileviamo il più veloce passaggio di sempre al decimo chilometro (31'54"), al quindicesimo (47'59"), al ventesimo (1h04'21"), e a metà gara (1h07'56"), per poi progressivamente imbastirsi nell'impossibilità di mantenere un ritmo dettato da una cattiva distribuzione delle energie. Basti pensare che nelle gare di quest'anno di mezza maratona, solo in sei occasioni (due delle quali con lei come protagonista) si è corso più velocemente di 1h07'56". Esemplare, invece, la condotta delle prime due classificate, che pur su ritmi notevoli non si sono suicidate all'inseguimento precoce della Keitany, transitando in 1h10'13" a metà gara.

Il giorno dei Mutai

Con il secondo posto di New York, per Emmanuel Kipchirchir Mutai (solo omonimo del vicitore) arriva anche la robusta soddisfazione di aver vinto la quinta edizione delle World Marathon Majors per il biennio 2010-2011, dall'alto dei suoi 70 punti. A fare classifica, la vittoria in aprile a Londra e i tre secondi posti di Londra 2010 e delle due ultime maratone newyorchesi. Dietro di lui Geoffrey Mutai (65), il primatista del mondo Makau (60), l'etiope Kebede (51), e infine (appaiati nel punteggio) il vincitore uscente Gebremariam e lo straordinario Moses Mosop, secondo a Boston e primo a Chicago. Tra le donne, già assegnata la vittoria (la seconda consecutiva) alla russa Shobukhova (che con E.Mutai si spartirà un milione di dollari di montepremi), si susseguono nelle posizioni d'onore la campionessa del mondo Edna Kiplagat, la Keitany e l'etiope Bezunesh Bekele. Curiosità: la classifica delle World Marathon Majors è stata sempre vinta da un maratoneta kenyano. Nella classifica femminile, invece, la firma africana è stata apposta solo da Gete Wami, nella prima edizione, poi poker europeo con doppio bis della tedesca Mikitenko prima, e della russa Shobukhova poi.

Rebus-Olimpiadi

Contrariamente a quanto annunciato in precedenza da organi di informazione locali, la squadra kenyana dei maratoneti per Londra 2012 dovrebbe essere annunciata nel giro di poche ore, e non in primavera (dopo la Virgin Marathon di aprile, sempre a Londra). La fonte è quella del presidente della federazione Kiplagat. Nel ventaglio delle possibilità, appaiono favoriti per la composizione del terzetto i due Mutai, il recordman mondiale Makau, il due volte iridato Abel Kirui e il vincitore della maratona di Francoforte Wilson Kipsang. Giochi pressoché fatti, invece, per le tre donne da selezionare, con Kiplagat, Keitany e Kilel in pole position. L'abbondanza maschile è un fenomeno mai così dominante come in questa stagione. Nei primi trenta maratoneti delle graduatorie stagionali, ventisette sono kenyani, compresi tutti i primi venti!

Seul, piccola impresa di Kwambai

A dispetto della bassissima temperatura e della pioggia, il kenyano 28enne James Kipsang Kwambai ha vinto la maratona autunnale di Seul in 2h08'50", precedendo David Kemboi Kiyeng (2h09'21") e l'etiope Yemane Tsegay (2h10'47"). Kwambai è piuttosto popolare nel nostro paese, avendo vinto più volte la mezza maratona di Udine, la Roma-Ostia, e la maratona di Brescia.

Le altre corse su strada del week-end

I kenyani Philemon Gitia Baaru e Kennedy Kwemoi (il nome corretto è da verificare) sono gli ultimi atleti, in ordine di tempo, a scendere sotto le due ore e dieci nella maratona (solo quest'anno sono, per ora, 127, escluse le corse con eccessivo declivio). E' successo domenica nella 42 km di Porto, dove Baaru ha vinto in 2h09'51" (ritoccando di un secondo il record della corsa), e Kwemoi è giunto secondo in 2h09'54". Recuperiamo dalla scorsa settimana (grazie a Carles Baronet) l'esito della maratona di Algeri, vinta a tempo di record nazionale da Slimane Moulai in 2h09'11" su El Houari Smara (2h10'45"), ma sull'omologazione pende il dubbio di un percorso più breve di quello regolamentare.

Indoor: salta anche Gand

Nuovo colpo per il circuito indoor: dopo Stoccarda, Lipsia e Parigi, il calendario invernale al coperto perde anche lo storico meeting di Gand, nelle Fiandre, che nel 2012 non sarà disputato dopo ventidue anni per problemi legati alla sponsorizzazione, venuta meno, e per l'impossibilità di trovare una'altra compagnia commerciale disposta a investire sul meeting belga.

Giappone

Si corre, si marcia e si lancia: a Yokohama, 27'55"62 del kenyano Alex Mwangi e 27'58"26 di Duncan Muthee, anche lui kenyano, e ventenne. A Takahata, 3h44'03" di Yuki Yamazaki in una gara di marcia sui 50 chilometri. Nel Giappone meridionale (Kita-Kyushu) 83,24 del giavellottista Yukifumi Murakami.

 




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