Internazionale, samba a Central Park



L'edizione odierna della news internazionali parte con una breve cornice sulla maratona di New York di domenica scorsa. A seguire le altre maratone del fine settimana, su tutte quella di Seul, e la partenza della stagione campestre in Europa. New York, un sogno lungo un giorno Dopo ben nove vittorie africane, successive al trionfo del 1996 di Giacomo Leone, un brasiliano poco conosciuto ha pescato il jolly della carriera vincendo l’edizione 2006 della maratona più popolare del mondo. Marilson Gomes dos Santos (2:09:58), un atleta capace alla prima maratona della vita di 2:08:48, ha lasciato la compagnia africana dopo due primi scossoni inferti dallo sconosciuto marocchino Galmin e da Hendrik Ramaala, uno dei favoritissimi. Stefano Baldini era già indietro, ma ha saputo raccogliere lungo il percorso un bel po' di nomi di gagliarda fattura ed ha chiuso al sesto posto in 2:11:33. Sorpresa anche dal secondo posto, andato a Steve Kiogora che ha mollato la compagnia di Paul Tergat dopo che il primatista del mondo non ha più voluto saperne di andare all'inseguimento di Gomes. Alla fine, per il brasiliano, appena otto secondi di vantaggio al traguardo, ma si era portato avanti, in precedenza, di oltre mezzo minuto. Graziata dalla bella giornata di sole, la maratona della Grande Mela non ha offerto prestazioni cronometriche straordinarie, come capita in altre corse statunitensi quali Boston e Chicago. La scrematura vera si è avuta, come in altre occasioni, sulla First Avenue, dove in molti abdicano. Quarto si è classificato Daniel Yego, coetaneo di Baldini, atleta da 2:08:16 (ottenuto a Roma nel 2005). Ritorno a Central Park Dopo il momentaneo interludio in pista (è stata sesta a Goteborg sui diecimila metri) la lettone Jelena Prokopcuka-Celnova ha confermato il ruolo di primattrice sulle strade newyorchesi, bissando il successo del 2005, in una gara che non ha mai messo in discussione la sua leadership. L'unica a reggerne il passo per buona parte della corsa è stata la sorprendente ucraina Tetyana Hladyr, vincitrice a Roma in marzo in 2:25:54. La Prokopcuka ha vinto quando ha deciso di aumentare le frequenze e si è presa anche una bella rivincita sulla keniana Rita Jeptoo, che l’aveva battuta in primavera a Boston. La trentunenne Hladyr, seconda in 2:26:05, si conferma come una delle novità della stagione relativamente alla specialità della maratona. Solo quarta la Jeptoo, battuta anche dall’ex-primatista del mondo Catherine Ndereba, che in carriera ha vinto per quattro volte la maratona di Boston ma a New York non ha ancora fatto un patto con la buona sorte. La leader mondiale stagionale, la statunitense Deena Kastor-Drossin, è giunta sesta in 2:27:54. Dolceamaro E Ramaala? Crollato poco dopo il colpo inferto da Gomes, ha salvato un posto tra i primi dieci, chiudendo nono in 2:13:04. Dathan Ritzenheim, il giovane americano lanciato nella mischia della maratona a 24 anni, ha debuttato con un onorevole undicesimo posto in 2:14:01. Nyariki, tornato all'attività dopo gravi disavventure personali, ha debuttato a 35 anni in 2:15:58, tredicesimo. Nell'altra metà della Mela (maratona femminile), ha un po' deluso Lornah Kiplagat, da cui ci si aspettava di più dopo il titolo mondiale di corsa su strada. Spenta ed ottava in 2:32:31. Peggio Susan Chepkemei, appena decima in 2:32:45. C'era anche Sonia O'Sullivan, irlandese di ferro, che non è andata bene come al debutto londinese dell'anno scorso, ed è giunta al traguardo in quattordicesima posizione in un inguardabile 2:42:05. A Seul decolla Mbote A poche ore dall’avvenimento globale di New York, si è disputata nella capitale coreana la Joongang Seul Marathon, in cui gli atleti del Kenya hanno messo su uno show non da poco. Vittoria per Jason Mbote (quest’anno primo anche nella mezza maratona di Glasgow e curiosamente secondoin un'altra maratona di Seul, quella di marzo) in un pirotecnico 2:08:13, record della corsa. Sul podio gli hanno fatto compagnia Paul Kirui (2:09:05) e l’ex-siepista Philip Manyim (2:09:35). Presenti alcuni nomi dal grande passato: il coreano Lee Bong-Ju (già vincitore a Boston ed addirittura d'argento ai Giochi di Atlanta), si è piazzato quinto, mentre il marocchino Abdelkader El Mouaziz (due volte in trionfo nella Flora Marathon di Londra), ha chiuso sesto. Le altre maratone La maratona di Chunchon, per rimanere nell'orbita coreana, ha iscritto nell'albo d'oro i nomi di Elijah Mutai, vincitore in 2:13:46 davanti al guatemalteco Jose Amado Garcia (2:13:53), e l'atleta di casa Yun Sun-Sook (2;36;04), che ha battuto la connazionale Lee Sun-Young, seconda in 2:36:27. Ad Atene prestazioni appesantite dal freddo, nonostante il cielo terso: l'occasione era la Athens Classic Marathon, giunta alla ventiquattresima edizione. Vincitori rispettivamente Henry Tarus in 2:17:45 e la giapponese Chikako Ogushi in 2:40:45. Due mondi, una corsa La spettacolare Eurasia Marathon di Istanbul, l'unica maratona al mondo che tocca due continenti attraverso il Bosforo in direzione Istanbul, è stata vinta dal lituano Mindaugas Pukstas in 2:12:52 e dalla quarantaduenne immarcescibile Madina Biktagirova in 2:28:21. La russa ed ex-bielorussa ha un passato di tutto rispetto, con un palmares in cui troviamo una medaglia d'argento agli Europei di Budapest '98 ed un ottimo quinto posto nella maratona olimpica di Sydney 2000. La si trova quasi sempre a Boston (sempre tra le prime dieci) a Chicago e a Londra. Anche qui, nelle retrovie, nomi di un certo richiamo: il tanzaniano Phaustin Baha Sulle (24 anni) ha chiuso quarto in 2:13:25, mentre tra le donne Alina Tecuta, ora signora Gherasim, non ha fatto meglio del quinto posto in 2:32:13 e Malgorzata Sobanska, polacca finita sul podio per ben due volte a Londra, una delle quali da vincitrice, ha chiuso sesta in 2:32:40. In Spagna via al cross Il primo appuntamento stagionale con l'interminabile calendario spagnolo delle campestri si è consumato a Quintanar. Hanno vinto Simon Koros Arusei (27:22.11 ad Hengelo) e la diciottenne etiope Wude Ayalew Yimer, capace di infliggere quindici secondi ad una vecchia volpe delle lunghe distanze quale Alice Chelangat (vincitrice nella maratona di Firenze della scorsa stagione e seconda a Milano nel 2002). Arusei era reduce da un cross nella patria natìa, intitolato a John Ngugi, il leggendario pluri-iridato di corsa campestre, concluso vittoriosamente. Programma della settimana A Buenos Aires sono in programma i Giochi del Sud America. A Monaco la classica maratona del Principato. Si tira un po' il fiato grazie ad un calendario meno ricco di appuntamenti, prima del gran finale con Fukuoka, i Giochi Asiatici e le campestri europee. Nella sezione statistiche, sono fruibili le graduatorie mondiali complete aggiornate a ieri sera. Marco Buccellato


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