Internazionale: risorge Lolo Jones, Watt 8.43



Il meeting di Rethymno, concluso da un paio d'ore, è l'apertura del report internazionale di questa settimana. A seguire qualche nota a margine dei Campionati Europei di Kaunas, altre notizie e risultati. 

Rethymno, il ritorno di Lolo Jones 

Dopo l'infortunio primaverile che la ha impedito di essere al top in occasione dei Trials, Lolo Jones ha intrapreso una tournée europea che fino a stasera aveva prodotto risultati non all'altezza del suo talento. A Rethymno la statunitense ha centrato invece la migliore prestazione mondiale sui 100 ostacoli fermando i cronometri a 12.47, cinque centesimi meglio della canadese Lopes-Schliep, stasera quarta con 12.60 (come la terza, la giamaicana Ennis). La miglior gara della stagione, con l'altra americana Cherry a 12.53. 

Fenomeno Watt 

Sulla pedana di Madrid gli australiani fecero faville con Lapierre (8.57 ventoso e 8.35 legale) e con il giovane Watt (8.38 ventoso e 8.34 regolare). Quest'ultimo ha allungato ancora stasera a Rethymno, planando ad un eccellente 8.43 (primato nazionale under 23) con vento, a quanto è dato sapere, al limite della legalità. L'Australia, come il resto del mondo, conosce un felice momento relativamente al salto in lungo. Pochi giorni fa Chris Noffke, già iridato under 20, ha saltato 8.10 in patria. 

Arriva Panama 

In diverse occasioni abbiamo parlato di Alonso Edward, velocista di Panama in ascesa verso i piani alti delle gerarchie internazionali. Anche per lui la vetrina greca è stata propizia per un risultato a sensazione, 20.00, al termine di un bellissimo testa a testa col giamaicano Mullings (20.01), e soprattutto lasciandosi alle spalle LaShawn Merritt (20.29). 

Tra gli altri risultati il mondiale stagionale dei 200 donne (22.32 della 33enne bahamense Ferguson), i 14.80 della Savigne nel salto triplo (sesta la due volte olimpionica Mbango), la nuova vittoria di Kanter su Alekna (69.10 contro 68.94), ed il 54.29 di Lashinda Demus nei 400 ostacoli.  Ancora, 13.17 di Dayron Robles sui 110 ostacoli, 9.93 di Ivory Williams sui 100 metri (10.03 pochi giorni fa a Lucerna) e 10.97 di Carmelita Jeter nella omologa gara di sprint breve femminile (seconda la rinata Felix in 11.08). 

Con un lieve ritardo giungono grazie all'amico Thomas Constas i risultati ufficiali del meeting di Patrasso, risalente a due settimane fa. Segnaliamo un giovane fenomeno, Hilary Kipkoech Tuwei, che ha vinto gli 800 metri in 1:47.42. Perché fenomeno? La risposta è nel dato anagrafico che lo riguarderebbe: il 1993! Il ragazzo si è già imposto nel meeting Arcobaleno di Celle Ligure, meno di un mese fa.  Per tutti i risultati della stagione, sono già disponibili nelle pagine delle statistiche le graduatorie mondiali 2009 (e quelle all-time) aggiornate a ieri sera.

Numeri lituani

E' il momento dei consuntivi per il movimento under 23 continentale, all'indomani della rassegna di Kaunas. Ventiquattro nazioni sono andate a medaglia, trentaquattro hanno piazzato almeno un rappresentante tra i primi otto. Staffette escluse, sono stati realizzati in pedana e in pista dodici primati nazionali under 23, non una gran cifra, ma l'Europa deve continuare a fare i conti, in molti casi, con numerose "megaprestazioni" del passato.

Quattro, invece, i record dei Campionati. I personal best, al contrario, ci sprecano: ben centosettanta, con una raccolta lievemente a favore dei ragazzi (89, rispetto agli 81 delle ragazze). Rispetto all'ultima edizione dei Campionati Europei under 23 cui far riferimento, quella di Debrecen, vediamo quali considerazioni posso essere fatte, individuali e di settore, partendo dal bacino maschile. 

Promesse britanniche 

Nella velocità breve, il monopolio britannico è stato ancor più evidente a Kaunas, con una tripletta sui cento metri e la rapida e clamorosa ascesa sui 200 di Toby Sandeman, sbucato letteralmente dal nulla (personali di 21.28 e 10.78 fino all'anno scorso). Sandeman, dopo uno stage primaverile in California (21.07 e 10.46 alla prima uscita) è rientrato in Europa migliorando il personale sui 200 per quattro volte in rapida successione fino alla impronosticabile conquista del titolo nazionale con 20.69, appena un week-end fa.  E' meno muscolato dei suoi compagni di staffetta, come il mastodontico Aikines-Aryeetey, vincitore in 10.15 sui cento metri.

Due anni fa gli inglesi non festeggiarono con una tripletta per l'eliminazione in semifinale del terzo atleta, Scott, andato però all'oro con la 4x100 sia a Debrecen che a Kaunas (classe 1987 e perciò in età per due edizioni). Altra novità non attesa, ancora inglese, quella del piccolo Gumbs, che ha vinto i 400 ostacoli a sorpresa. Fino a due mesi fa, veniva cronometrato con due secondi in più sulle spalle. 

Per gli 800 sprechiamo qualche parola sull'ennesimo talento polacco. Adam Kszczot era il vincitore annunciato, più quotato anche del connazionale Lewandowski, già a medaglia a Debrecen con l'oro, e qui d'argento. Fuori dal podio ai mondiali di Bydgoszcz l'anno scorso, dopo il bronzo continentale di Hengelo, Kszczot dispone di mezzi fisici eccellenti ed ha cambiato marcia n giugno con alcune ottime prestazioni cronometriche. Uscito senza far bella figura dall'Europeo per nazioni di Leiria (nono), agli Europei di Torino aveva però impressionato finendo quarto sugli 800, a due decimi dal bronzo, a soli 19 anni e mezzo. Sesto di quella gara, guarda un po', il compagno Lewandowski. 

I delusi 

Fuori dal podio, nonostante le carte in regola per una medaglia visto il pedigree di sicuro affidamento, nomi come il miler francese Kowal, il saltatore in alto russo Shishakov (acciaccato) e il giavellottista tedesco De Zordo, peraltro ultimamente in calo di rendimento. 

Corazzata russa, gioie lettoni 

Donne: facile dire le russe, per il risultato d'assieme. Noi preferiamo andare a pescare la storia del lancio della domenica, quello della lettone Palameika, già bronzo a Debrecen, e rimasta per due stagioni sulle orbite dei 57 metri.  Nella finale ouverture a sessanta, gioia strozzata per il sorpasso e l’allungo dell'ucraina Rebryk, poi il 64.51 dell'ultimo giro che porta la fantascienza tra noi. Otto metri di miglioramento sui suoi standards abituali, la Palameika forma con Daniele Greco il duo più mirabolante dei campionati.  

Non le è così distante un'altra lettone, la bella eptatleta Grabuste, già oro junior a Hengelo e mandata a fare esperienza a Osaka e Pechino. Tra le migliori al mondo nella stagione indoor (ritirata per infortunio a Torino), ha polverizzato il personale fino al primato nazionale assoluto di 6.396 punti, battendo la favorita Kurban, che a Torino aveva raggiunto il quarto posto europeo. 

Riprendiamo il filo russo delle corse: oro sui 200, 400 (tripletta), 800 (in 1:58.94!), 5000 e 10000 (con la stessa atleta), mentre sui 100 ha vinto una lituana e sui 1500 non è riuscito il colpo (ma si sono prese argento e bronzo) per lo spuntare della solita etiope in maglia turca (Haydar, nata Chaltu Girma Meshesha, un passato anche da marciatrice), praticamente la stessa cosa capitata ad Andrea Lalli, il migliore dei natìvi, preceduto da una mezzaluna di sapore africano.  

Un bel campionato 

Gran Bretagna in evidenza tra i maschi, Russia tra le donne in sostanza. Ottime le prove di corsa con le solite carenze nel mmezzofondo prolungato, buoni e in qualche caso buonissimi i concorsi. Sorprese negative femminili: la norvegese nera Okparaebo, con vista l'eclissi russa sui cento non avrebbe dovuto mancare una medaglia, l'inglesina dei 1500 Pallant (si rifarà tra due anni), la bellissima triplista estone Leibak, la bielorussa Krechyk, zero metri nel martello. 

Dati assortiti: su centoventi medaglie individuali assegnate, diciannove sono andate ad atleti (undici) ed atlete (otto) della classe 1989, primo anno di categoria promesse, quindi nomi che potrebbero essere di nuovo in gara nell'edizione 2001, a Ostrava. A Debrecen andarono a medaglia in ventisei della classe 1987, cioè le matricole. 

Tecnicamente la finale del triplo maschile è stata quella che ha registrato il maggior incremento rispetto all'edizione di due anni fa. Con 16.22 si arrivò alla medaglia di bronzo. A Kaunas, facendo un centimetro meglio, si è rimasti fuori dai salti di finale! Ancor più onore al merito va all'ottima generazione di saltatori europei visti all'opera, e in particolare al nostro Daniele Greco, che ha vinto con una misura superiore di ben 87 centimetri a quella che bastò per la medaglia d'oro a Debrecen. 

Heusden-Zolder 

Nel meeting belga la consueta profondità nelle serie dei cinquemila metri maschili: in due distinte corse ben trenta atleti hanno corso la distanza in meno di 13:40. Nella serie dei migliori 13:07.47 del kenyano Cheruiyot, con Khaddour Slimani (Mapei) a 13:34.32, primato personale. Il meeting, più che per i risultati d'assieme, ha fatto notizia per il ritorno alla vittoria di Pamela Jelimo, un 1:59.59 confortante dopo le negative prestazioni di alcune settimane fa. Non prende ancora il largo come l'anno scorso (seconda la giamaicana Sinclair in 2:00.77), ma qualcosa si muove. 

Diecimila spagnoli 

Ad Aviles si sono disputati i campionati nazionali spagnoli dei diecimila metri. Buone prestazioni in campo maschile, con Castillejo primo in 27:48.80, l'ex-marocchino Lamdassem secondo in 27:52.04, Penas terzo in 27:58.76. 

Borsino mondiale 

Si chiamano fuori per infortunio diversi nomi di un certo interesse: iniziamo con la mazzata che riduce le quotazioni della 4x400 belga. Uno dei gemelli Borlée, Jonathan (44.78 e vincitore del titolo universitario negli USA) è out per frattura da stress al piede. Identico infortunio per il decatleta tedesco Schrader (8.522 punti). Fuori anche l'eptatleta inglese Sotherton, competitiva per un buon piazzamento ma non (a suo dire) per una medaglia.  

Grossi nomi che vedranno i Mondiali in TV: i russi Andrey Silnov (campione olimpico di salto in alto) e Lukyanenko (iridato indoor di salto con l'asta). Per l'Australia, niente mondiali per Mottram, ai box da molti mesi. In forse anche Jennifer Stuczynski, le cui possibilità di essere in pedana a Berlino come anti-Isinbayeva sono al momento al cinquanta per cento.

Sempre per il mondo dell'asta, lascia l'attività il duplice campione europeo Averbukh, israeliano ex-russo siberiano ed ex-decatleta. La svedese Green, invece, per curarsi i tendini malandati ha scelto di non partecipare alle previste gare di salto in alto di Karlstad e Stoccolma. Restando in Svezia, non sono tramontate le speranze di vedere Christian Olsson in gara a Berlino.

Marco Buccellato


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