Internazionale, quattro passi in Central Park



Temi ed argomenti della settimana inevitabilmente incentrati sulla maratona di New York, evento del mese oltre che della settimana, sulle altre maratone del weekend e su altri paralleli del pianeta atletica, dal cross alla pista, alle semplici notizie. Iniziamo da New York, dove Albione ha tirato un sospiro di sollievo nel riconoscere in Paula Radcliffe quella sagoma meno ciondolante della Radcliffe stessa che ha corso lungo Brooklyn e Central Park con la sicurezza che era stata minata, dalla malasorte, nella celeberrima Paula: sorpresa per Albione: ciondola un po' meno, ma è sempre più Radcliffe. New York: risorgono i delusi dell'estate Entrambi ritiratosi nella maratona olimpica, Paula Radcliffe ed Hendrick Ramaala hanno riabilitato parte della propria stagione iscrivendo i loro nomi nell'albo d'oro della maratona più popolare del pianeta. Animati da obiettivi e rivalse di diverso spessore, i due vincitori hanno attraversato le strade della metropoli e la miniera verde di Central Park con strategie differenti: la britannica doveva solo vincere e dimostrare a sé stessa di essere in grado di farlo "cercando" la gara e non facendone storia separata da quella delle avversarie; per questo non cercava né una prestazione sensazionale né una non-gara come le migliori esibizioni su pista della sua carriera, stravinte senza rivali. Il merito della Radcliffe è stato quello di non evitare il confronto e di aver saputo aspettare, gestendo il comando della corsa assieme a Susan Chepkemei ed in precedenza anche a Lornah Kiplagat, e di aver lanciato l'allungo decisivo con intelligenza tattica, dote cui non era sempre ricorsa nel trascorrere della sua luminosissima carriera. La prestazione dell'europea (2h23'10") è la prima sopra le due ore e venti nella sua ancor breve ma eccezionale carriera di maratoneta. Cinque maratone disputate, quattro vittorie, due primati mondiali ed europei, un funesto ritiro. I risultati della maratona newyorchese sono fruibili nel link segnalato all'interno del notiziario edito sul sito federale dopo la prova americana di ieri. Segnaliamo aldilà della fredda classifica la sempre più convincente carriera sul suolo USA della russa Lyubov Denisova e la brillante prova di Rosanna Munerotto, diciannovesima in 2h47'. Per chi ha bisogno di operare confronti sui numeri, appena nove minuti in meno è stato il tempo impiegato dalla debuttante 25enne australiana Benita Johnson, iridata in carica nel cross. Hendrick Ramaala non aveva granché da dimostrare al mondo come la Radcliffe, ma qualcosa a se stesso. Lo ha fatto con sagacia tattica lasciando ancora una volta l'onore (ed il dispiacere) della piazza d'onore a Mebrahtom Keglezighi, che continua ad applicarsi con buoni risultati alla pista ma ad onor del vero è diventato in breve un fior di maratoneta. Il sudafricano ha vinto in 2h09'28", lasciandosi alle spalle l'amarcord del ritiro ateniese dopo una breve comparsata da protagonista nella prima metà della maratona olimpica. A Keflezighi la soddisfazione del primato personale in 2h09'53" davanti a Timothy Cherigat, 2h10'00", ed al sorprendente congolese Tambwe. L'azzurro Andriani, decimo in 2h14'51" dopo il sesto posto dello scorso anno, si è lasciato alle spalle gente come il tanzaniano John Yuda, sul quale in molti giuravano, il promettentissimo ucraino Matviychuk (al debutto), l'altro specialista americano Abdirahman (acquisito dagli USA come l'eritreo Keflezighi ed il marocchino Khannouchi) ed il marocchino vero Khattabi. Ancora soddisfazioni Master per l'Italia, ove la vittoria nella categoria over40 di Angelo Carosi (diciassettesimo nella classifica generale in 2h19'53") fa il paio con quella della Munerotto nella speciale sezione femminile. Atene in tono minore La ventiduesima edizione della maratona di Atene (percorso identico a quella dei Giochi) è stata dominata dal solito drappello di specialisti del Kenya, nella fattispecie Frederick Cherono (2h08'38" a Torino in questa stagione), Barnabas Rutto e Christopher Kosgei, che debuttava sulla distanza (lo ricordiamo straordinario siepista con scarpette e senza). La classifica vede dieci atleti del Kenya ai primi dieci posti! Cherono ha avuto la meglio sui connazionali in 2h15'28", ed ha compensato la malasorte che, per problemi di visto, gli ha impedito di gareggiare a New York. Il suo programma prevede ora la partecipazione alla maratona di Londra nel prossimo mese di aprile. Davvero non male l'elenco degli altri battuti, taluni illustri, come Patrick Chumba, Daniel Kirwa Too, John Ngeno, tutti ben conosciuti nell'ambiente stradaiolo di alto livello. Gli altri seimila euro di premio sono stati intascati dalla vincitrice della gara femminile, l'etiope Zinach Alemu, una manciata di secondi davanti alla connazionale Areba Hiruet. Seul raddoppia Già teatro di una velocissima maratona alla fine dell'inverno, la capitale sudcoreana ha ospitato i campionati asiatici open: la vittoria è andata all'estone Pavel Loskutov in 2h09'34", davanti al gradito ritorno del tanzaniano Andrew Sambu (2h09'52") ed al 39enne kenyano Mbarak Hussein (2h09'55"); Hussein fu già terzo nella maratona del 14 marzo scorso in 2h08'10", sconfitto dal sudafricano Thys e da William Kipsang. Ancora una buona prestazione per il quarto classificato, Luke Metto, in 2h10'57", e finalmente un atleta di casa in Kim Yi-Yong (2h11'32"). Non mancavano altri nomi conosciuti, come William Kiplagat, Girma tola, Samson Ramadhani (2h08'01" nel 2003 a Londra) e Samson Kandie, tutti distanziati nelle posizioni di rincalzo. A Zhang Shujing (2h29'53" quest'anno) l'affermazione nella classifica femminile in 2h36'22". Altrove, la sudafricana Soweto ha ospitato l'edizione 2004 della maratona locale: vittorie per Mabuthile Lepoto del Lesotho in 2h18'05" e per la sudafricana Radameyer in 2h48'32". Piste e pedane mandano ancora qualche labile segno di attività dall'Europa. A Szombathely, in Ungheria, sede del centro tecnico di lanci che ha ospitato anche le due recenti finali di martello del World Athletics Final (ex-finali del Grand Prix IAAF), ultime gare della stagione per Kristian Pars, quinto ad Atene, e Katalin Divos, migliore rappresentante magiara della specialità. Pars ha lanciato in tre differenti competizioni sempre oltre i 76 metri con una punta di 78,81, mentre la Divos, che si è cimentata anche nel disco con un miglior risultato di 53,30, ha raggiunto le misure di 68,49 e 68,47. News e previews da Cina e Giappone: a Kobe vince la Ndereba Dopo l'argento olimpico conquistato nella maratona ateniese, Catherine Ndereba, ex-primatista del mondo della specialità, è rientrata alle gare affermandosi nella mezza maratona di Kobe, vinta in 1h12'10", domenica scorsa. Naufragata nel corso della gara l'altra kenyana Esther Wanjiru, che aveva preso la testa fin dalle prime battute (la ricordiamo quarta nella maratona olimpica di Sydney), la Ndereba ha controllato le atlete giapponesi in gara ed ha vinto con facilità nonostante un mese e mezzo di sospensione dagli allenamenti dopo la conquista del podio olimpico. Sotto l'ora e tredici minuti si sono classificate nell'ordine le giapponesi Nishio, Okunaga e Yamazaki. Dal purgatorio Ritorno alle gare per Wei Yanan, la maratoneta cinese che ha preceduto Sun Yingjie nell'albo d'oro della maratona di Pechino. L'edizione 2002 le costò assai cara per via di una squalifica per uso di sostanze illecite. La prestazione di 2h20'23", che sarebbe ancor oggi la sesta di tutti i tempi, fu annullata ed il primato dell'atleta è da far risalire all'edizione 2001 della Beijing Marathon (2h24'02"). Wei Yanan non ha ancora compiuto i 24 anni, ed è rientrata a Dalian, l'ultimo dello scorso mese di ottobre, vincendo la maratona locale in 2h29'04". In Giappone molte gare giovanili: estrapoliamo dai reports il primato nazionale junior dei 110 ostacoli ad opera del 19enne Tomoki Nakamura, che è sceso a 13"88. Il mezzofondo sarà di nuovo protagonista nelle prossime settimane, come il calendario locale ci ha abituato da diverse stagioni. A Tokyo nomi eccellenti La maratona di Tokyo, in programma il 21 novembre prossimo e riservata alle sole donne, vanta già un parco iscritte di prima grandezza: oltre alle giapponesi Masako Chiba (2h21'45" di personale, tredicesima nelle liste all-time), Obata (2h25'14"), Fujikawa (2h27'06") e Shimahara (2h28'17"), saranno in gara Sun Yingjie (2h19'39" e recente iridata di mezza maratona), le etiopi Elfenesh Alemu (2h24'29", quarta ad Atene) e Gete Wami (2h22'19", cinque volte sul podio olimpico e mondiale nelle lunghe distanze su pista, nonché autrice di una recente denuncia su abusi sessuali perpetrati ai danni di atlete etiopi da parte di tecnici e dirigenti della federazione etiope), e la nostra Bruna Genovese, che nel 2001 giunse terza nella stessa maratona col personale di 2h25'35", tuttora terza prestazione italiana di tutti i tempi. Ancora nell’elenco delle partecipanti Alice Chelangat, la polacca Elzbieta Jaros e la lituana Zivile Balciunaite. Pacemakers d'eccezione: Alina Ivanova (2h25'34" a Londra nel 2001, ex-marciatrice, e la tanzaniana Restituta Joseph, una delle sedici atlete della storia ad essere scesa a tutt'oggi al di sotto dei sessantotto minuti nella mezza maratona. Il cross inaugura la stagione invernale Un inatteso e deludente ritorno alle competizioni: quello di Ismael Kirui, due volte campione mondiale sui 5000 metri ed ora 29enne. Il kenyano ha preso parte al primo cross della stagione kenyana alla periferia di Nairobi sabato scorso. La vittoria è andata a Mbarak Hussein, che le cronache riportano qataregno (un omonimo dell'atleta in gara a Seul di cui sopra) e che da kenyano era conosciuto come Richard Yatich (da kenyano si era classificato nono nella mezza maratona di Lisbona,nel mese in marzo, in 1h00'31"). Maggior spessore tecnico nel Lotto Cross-Cup di Gand (Belgio), dove gli iscritti erano più noti agli appassionati: Sabrina Mockenhaupt si è imposta sui 5750 metri del tracciato campestre in 17'07", unica del folto plotone tedesco in gara a destare eccellente impressione. Di seguito sono sfilate ad una decina di secondi Catherine Chikwaka del Malawi e l'irlandese Maria McCambridge. Tris kenyano fra gli uomini (percorso di 8750 metri), nell'ordine Wilson Chemweno, Nicholas Kemboi (26'30"03 sui 10000 metri in pista) e Joel Kiplimo Kemboi. La lunghissima stagione spagnola del cross si è aperta a Quintanar, con i successi dell'eritreo Yonas Kifle (davanti a de la Ossa) e della kenyana Kiprop. Indoor al via La stagione indoor è partita prestissimo in Argentina, con l’inaugurazione dell’impianto di Santa Fe, che ha prodotto il primato sudamericano del salto con l'asta femminile ad opera di Alejandra Garcia (4,25), ed il record argentino di German Chiaraviglio, classe 1987, già segnalatosi a livello internazionale col titolo iridato under 18 ed il "world best" di 5,51. Il giovane talento è salito in sala a 5,41. Violeta al bivio La notissima Violeta Szekely, ex-signorina Beclea ed argento sui 1500 metri alle Olimpiadi di Sydney ed ai mondiali di Edmonton, reduce da oltre due anni di assenza dalle piste a causa della contrazione di una forma di epatite e vari successivi infortuni, deciderà nei prossimi giorni se sedere sullo scranno di vice-presidente del Comitato Olimpico romeno, incarico per il quale si è candidata e in attesa di tornata elettorale, o dedicarsi ancora all'attività su pista alla soglia dei quarant'anni. Ivan il terribile.. Gravemente lesionato lo stadio di St.George's, in Grenada, a causa del passaggio dell'uragano Ivan, la sede dei Carifta Games 2005, originariamente assegnati alla città grenadina, sarà Trinidad & Tobago. L'edizione 2004 della manifestazione giovanile ha accentrato l'attenzione dei media per il primato mondiale junior dei 200 metri siglato da Usain Bolt, la stella giamaicana le cui gesta non hanno trovato conferma a causa di infortuni ricorrenti. ..ma anche Victor non scherza L'altro uragano Victor, alias Conte, personaggio-chiave dell'inchiesta sull'azienda farmaceutica Balco, si è già abbattuto su alcuni noti protagonisti del panorama mondiale, dai gemelli Harrison a Kelli White, dai lanciatori Toth e McEwen a Regina Jacobs, ed a ritroso fino al primo atleta sospeso per uso di THG, il britannico Dwain Chambers. Le attuali rivelazioni di Conte tirano in ballo ancora una volta Tim Montgomery e Marion Jones, Chryste Gaines, Eric Thomas e le europee Zhanna Block, ex-signora Pintusevich e Olga Vasdeki, triplista greca undicesima ad Atene. In settimana anche la voce del ritrovamento, da parte degli inquirenti che si stanno occupando dell'inchiesta, delle tracce elettroniche di un messaggio in cui sarebbe provato l'uso di sostanze illegali di provenienza Balco da parte degli sprinters greci Thanou e Kenteris. Lo sgradevole feuilletton, tra voci sussurri enunciazioni e annunciazioni, continua: ai prossimi sviluppi. Melanie emigra in Francia La 22enne (da ieri) saltatrice in alto tedesca Melanie Skotnik, un primato di 1.97 ed in auge nelle categorie giovanili, ha deciso di vivere in Francia, paese natìo di sua madre, e di cambiare nazionalità. Da tempo seguita in Normandia, dove studia, dal tecnico federale francese di salto in alto Jean-Patrick Thirion, la Skotnik ha vestito per l'ultima volta la maglia della nazionale tedesca di atletica in occasione degli ultimi campionati mondiali indoor di Budapest, dove fu eliminata in qualificazione. Schumann si affida a Beck.. Ricordate Volker Beck? Il quattrocentista ad ostacoli tedesco, tra i migliori specialisti europei negli anni '70, allenerà Nils Schumann, il campione olimpico degli 800 metri di Sydney 2000, che è reduce da una duplice operazione al tendine d'Achille e che intende ripresentarsi all'avvio della stagione indoor 2005. Schumann ha risolto la collaborazione con Thomas Springstein, suo vecchio coach, che all'inizio degli anni '90 allenava Katrin Krabbe e Grit Breuer, le due stelle tedesche che subirono una sospensione per uso di sostanze proibite in seguito ad un controllo positivo al clenbuterolo durante uno stage in Sud Africa. ..e Marion va da Steve Riddick Marion Jones si allenerà sotto le cure di Steve Riddick, un grande dello sprint americano negli anni '70, olimpionico a Montreal con la staffetta veloce ed autore nel '75 a Zurigo di un incandescente 10"05, quando 10"05 significava ancora qualcosa di straordinario. A 29 anni, dopo l'anno più nero della sua favolosa carriera, la Jones cerca un nuovo volo dopo le delusioni patite nell'anno olimpico. Ringraziamenti per aver collaborato durante la settimana trascorsa per l'inoltro delle notizie e dei risultati vanno tra gli altri a Gyorgy Csiki, Ken Nakamura, Akihiro Onishi, Heinrich Hubbeling, Peter Matthews, Mel Watman, Mirko Jalava, Carles Baronet, Jose Luis Hernandez ed Oleg Cherkasenko. Nella prossima settimana, scrutando il calendario internazionale, avremo in programma la maratona del Principato di Monaco ed alcune manifestazioni di cross in Europa. Marco Buccellato


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