Internazionale, maratone in primo piano



La prima grande maratona autunnale ha mantenuto le aspettative, con risultati eccezionali nonostante il maltempo. Il fine settimana ha regalato anche un record del mondo ufficiale e molte corse su strada di grande livello con ottimi risultati. In sommario anche l'attività dal Giappone ed alcune notizie di contorno.

Berlino, Makau-Mutai come a Rotterdam

Orfana di Haile Gebrselassie, la trentasettesima edizione della maratona di Berlino ha confermato lo status di numero uno mondiale stagionale di Patrick Makau Musyoki, un atleta rilevatosi quasi dal nulla alcune stagioni fa con una serie di grandi prestazioni nella mezza maratona, culminate in seguito con la conquista di due medaglie d'argento mondiali. Makau ha condotto una gara sempre di testa, alternandosi al comando con il connazionale Geoffrey Mutai e con l'appena ventenne etiope Worku, un ragazzo che lo scorso anno, da junior, stabilì la miglior prestazione mondiale di categoria sui 42 km in 2:06:15.

Le condizioni atmosferiche (pioggia e freddo dopo una coltre di nebbia che ha avvolto la città all'alba) hanno negato ai protagonisti delle performances vicine al record del mondo: Makau si è imposto in 2:05:08, terza prestazione della stagione. Mutai ha ceduto solo nel tratto conclusivo, opponendo una miglior resistenza a Makau rispetto alla corsa di Rotterdam (quando cedette negli ultimi mille metri), fermando i cronometri a 2:05:10. Entrambi hanno già fatto meglio nella battaglia di Rotterdam, in aprile, quando si classificarono, sempre nello stesso ordine d'arrivo, in 2:04:48 e 2:04:55. A circa mille metri dal traguardo il duo kenyota ha staccato Worku, nel terzetto di testa per tutta la gara, che ha chiuso in 2:05:25, che fa di lui, a soli venti anni, il quattordicesimo performer di sempre.

Fino a metà gara il trio ha conservato la compagnia degli altri due kenyani Yegon e Kiptanui e di due etiopi, Tsegay e Wendimu. I passaggi: 1:02:36 a metà gara, 1:14:20 al venticinquesimo chilometro, 1:29:02 al trentesimo, 1:43:49 al trentacinquesimo. I piazzati: quarto Tsegay in 2:07:52, quinto Kiptanui in 2:08:05, sesto Kipyego, che ha recuperato alcune posizioni nell'ultimo quarto di gara, in 2:08:50.

Doppietta delle atlete dell'Etiopia nella gara femminile, che ha visto prevalere la favorita Aberu Kebede in 2:23:58 (1:12:20 a metà gara e una seconda parte più veloce), su Bezunesh Bekele (2:24:58). Terza la giapponese Morimoto in 2:26:10, quarta la specialista di casa Mockenhaupt, al primato personale in 2:26:21. Undicesima Ivana Iozzia (2:39:29).

Komon mondiale sui dieci chilometri

Leonard Patrick Komon è il primo atleta a coprire la distanza dei dieci chilometri su strada in meno di ventisette minuti. Micah Kogo, detentore del primato mondiale fino a 48 ore fa, aveva sfiorato l'impresa un anno e mezzo fa correndo in 27:01. Per Komon un importante miglioramento del limite precedente, fino a 26:44. La corsa la "Singelloop" di utrecht, in Olanda. Secondo classificato un atleta dalle potenzialità eccezionali, non ancora espresse completamente: Sammy Kirop Kitwara, staccatissimo in un pur ottimo 27:11.

C'è anche il doppio decathlon
    
Per giunta con un "world best" nuovo di zecca. Lo ha stabilito il decatleta statunitense Joe Detmer a Lynchburg, nel corso del campionati mondiali di "ultra prove multiple", edizione numero ventuno, totalizzando per venti eventi un punteggio di 14.571 punti, quasi 400 in più del limite stabilito dal veterano Kip Janvrin otto anni fa. Per Detmer anche un altro record, quello relativo al singolo decathlon inserito in un doppio programma, con 7741 punti.

Toronto da primato

Doppio primato della corsa e, allo stesso tempo, sul suolo canadese. Una maratona velocissima, in modo sorprendente ancor più per i risultati femminili. Ben quattro atlete hanno chiuso in meno di due ore e venticinque minuti: la vincitrice Sharon Cherop (Kenya, 2:22:43, quinta prestazione mondiale stagionale), e le tre etiopi Tirfi Tsegaye Adanech Beyene (2:22:44), Merima Mohammed (2:23:06, strabiliante diciottenne, ora seconda junior di sempre) e Korene Yal (2:24:33, seconda a Venezia un anno fa). Firehiwot Dado Tufa, prima a Roma in marzo, è giunta quinta in 2:26:40.

Per il terzo anno consecutivo la maratona maschile è stata vinta da Kenneth Mburu Mungara, 37 anni, che ha migliorato se stesso in 2:07:58. Altri quattro atleti sotto le due ore e nove minuti: Jafred Chirchir Kipchumba (2:08:10, primo a Milano in aprile), Daniel Rono (2:08.15), Nixon Kipkoech Machichim (2:08:22, terzo a Roma), e Melese Asfaw Gashaw (vecchia conoscenza etiope, 2:08:55).       

La mezza di Lisbona, sesta la Console

Mary Jepkosgei Keitany, star mondiale della mezza maratona, prepara l'assalto ai 42 chilometri (New York) vincendo la mezza maratona di Lisbona (nuovo tracciato). in 1:08.46. In una classifica con quattro kenyane nei primi quattro posti, e una cinese al quinto, l'azzurra Console è stata la migliore delle europee chiudendo in 1:13:42, lasciandosi alle spalle un poker di portoghesi conosciute come ottime specialiste delle lunghe distanze (Felix, Rosa, Dias, Silva). Nella corsa maschile successo di Tadesse Tola in 1:01:05 su Josphat Kiprono Menjo, il kenyano che in Finlandia ha corso 5000 e 10000 metri velocissimi nel corso dell'estate, secondo in 1:01:42. Tredicesimo il campione d'Europa di maratona Röthlin in 1:08:53.

Altre corse su strada

Maratone: a Varsavia vittoria di Tola Bene, etiope di ventidue anni, in 2:14.25. Il favorito Philip Tarus è giunto quinto in 2:17:05. Uno-due ucraino nella corsa femminile, con l'esordiente Holovchenko prima al traguardo in 2:31:37 su Olga Kalendarova-Ochal (2:33:47). Un'altro nome noto, Leonard Mucheru Maina, ha vinto la Quad Cities Marathon di Moline, in Illinois, nel tempo di 2:16:29. Pianeta mezza maratona: ottimi risultati in quella lussemburghese di Remich-Grevenmacher, dove Leonard Lagat ha vinto in 59:56, undici secondi più veloce di John Kiprotich.

Niigata e Yokohama, ottimi diecimila

Dai "Corporate Team Championships" giapponesi qualche interessante spunto dalle gare di lunga lena in pista, e la vittoria di Murofushi nel martello con 76.04. I migliori riscontri dai diecimila metri maschili, con nove atleti sotto i ventotto minuti, e i kenyani pigliatutto nelle prime quattro posizioni: ha vinto il più giovane, Paul Tanui, in 27:22.32, seguito da Josphat Muchiri (27:22.78), John Thuo (27:25.09) e Gideon Ngatuny (27:26.02). Poi, giapponesi e ancora kenyani. Bene gli specialisti del tacco e punta: Koichiro Morioka si è imposto sui 10000 maschili in 39:07.84 (record asiatico) e Mayumi Kawasaki in quelli femminili in 43:01.60 (primato giapponese).

Curiosità relativa alle gare dei 5000 metri. Le batterie e la finale si sono disputate nella stessa giornata (sia per gli uomini che per le donne) con un intervallo di sette ore. Da un meeting universitario a Yokohama, invece, riemerge dopo una stagione di inattività il 21enne etiope Ibrahim Jeylan, ex-campione mondiale junior in pista e sui prati. Trasferitosi recentemente in Giappone, ha vinto i 10000 metri in 27:12.43.

Fuga dai Giochi del Commonwealth

A una decina di giorni dal via del programma di atletica, la lista degli atleti che hanno detto no alla manifestazione di Nuova Delhi si è dilatata a dismisura. I nomi più importanti, in primis i kenyani e gli inglesi, si sono defilati uno ad uno con motivazioni che vanno dall'infortunio alla forma precaria, dalla presunta mancanza di sicurezza alle condizioni ambientali. A peggiorare le cose, il ritrovamento di un serpente in uno degli alloggi assegnati agli atleti sudafricani, nel villaggio.

L'elenco delle defezioni ha costretto alla revisione del programma, con la cancellazione, in alcune specialità, di turni di qualificazione. Mancheranno, e già si sapeva, Rudisha, Kiprop, la Meadows, la Okoro. A questi, ed a un buon numero di australiani di primo piano, si sono aggiunti nelle ultime ore Janeth Jepkosgei, Luke Kibet (oro mondiale di maratona a Osaka), Edwin Soi, Phillips Idowu, Lisa Dobriskey, Kenya Sinclair, Godfrey Mokoena e Mbulaeni Mulaudzi. Non ancora confermato, ma probabile, il forfait di Caster Semenya.

Machura sospeso

Il pesista ceko Remigius Machura è stato sospeso per due anni a causa di un controllo antidoping effettuato in luglio. Identica sorte toccò a suo padre, omonimo anche nel nome, che patì una sospensione di due stagioni negli anni ottanta.

Niente Blanka

Rivedremo la croata Vlasic in pedana ad inizio estate. La numero uno del salto in alto mondiale femminile reclama più tempo per la vita privata ed inquadra come obiettivi principali per il prossimo biennio i Mondiali di Daegu ed i Giochi Olimpici di Londra.

 




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