Internazionale, lo show infinito



Stagione agli sgoccioli, ed attività internazionale incentrata sulla finale del circuito IAAF a Stoccarda, che ha preceduto l'epilogo di Atene, dove sabato e domenica prossimi ci si giocherà la Coppa del Mondo. Ultimo atto Il "World Athletics Final" di Stoccarda ha regalato alcune imprese eccezionali. In diversi casi, atleti di grande livello hanno sugellato la loro stagione col primato personale se non nazionale, e con robusta spallate inferte alle graduatorie stagionali e di tutti i tempi. Vediamo settore per settore come è andata. Velocità maschile La tentazione è di appaiare a pari merito Asafa Powell e Tyson Gay nella scala dei valori espressi in pista. il giamaicano non sarà un duecentista puro (fa testo solo il sorprendente 19.90 di Kingston),ma è imprendibile sulla distanza breve, che siano lo stesso Gay o Scott a tampinarlo da vicino. Quest'ultimo è sceso a 9.91, a soli due centesimi dal Powell di sabato scorso, metre Gay, terzo sui cento in 9.92, ha realizzato un nuovo capolavoro sui 200 eguagliando la terza prestazione di sempre (19.68), ora in coabitazione con Frankie Fredericks. Statisticamente è da segnalare il milgioramento (di un centesimo di secondo) di Wallace Spearmon in 19.88, mentre tra le curiosità annoveriamo un'autentica sorpresa: Francis Obikwewlu, contrariamente alle sue abitudini, non si è addormentato allo start dei cento metri ma gli è stata rilevata la partenza più fulminante, un mostruoso 0.105! Sempre di più col fiato degli avversari sul collo, Jeremy Wariner ha spremuto tutto quanto aveva in corpo per vincere i 400 metri, insidiato dal congolese Kikaya, al primato africano con 44.10, e da LaShawn Merritt, che ha incenerito il personale correndo in 44.14. Per Wariner ancora una gemma al limite della barriera dei 44 secondi (44.02). Mezzofondo maschile Due gare tattiche e due di pregevole fattura cronometrica: i Bekele si sono esibiti vincendo (Tariku ha colto anche il quarto posto sui 5000) in gare dalla storia contrapposta: una passeggiata per Kenenisa sui cinquemila (13:48.62), un tremila a passo svelto per il fratello minore (7:38.98). Al Kenya resta la soddisfazione della vittora di Alex Kipchirchir sui 1500 in 3:32.76, visto che gli 800 sono andati, come era prevedibile vista la straordinaria condizione, al sudafricano Mulaudzi. Le siepi sono un territorio a parte: il Kenya appare ovunque e bravo è stato il francese Tahri a no farsi stritolare nlella morsa africana ottenedo un bel terzo posto. Vince Paul Kipsiele Koech in 8:01.37. Ostacoli maschili La prestazione tecnica offerta da Liu Xiang è stata da stropicciarsi gli occhi: 12.93, ottavo tempo di sempre a soli cinque centesimi dal mondiale che il cinese ha ottenuto a Losanna. La sensazione aumenta se consideriamo che Liu non gareggiava praticamente dalla magica serata del record del mondo, fatta eccezione per i campionati nazionali di agosto. Lo stupore rientra un poco osservando però i tempi dei piazzati, da Trammell a Blaschek, tutti in linea con l'andamento della stagione ed in particolare delle ultime esibizioni. Menzione di merito particolare per Robles, che ha eguagliato il limite cubano di Anier Garcia in tredici netti, e per Allen Johnson, che ha trovato la forma dei tempi migliori ed ha chiuso in un favoloso 13.01. Sui 400 ostacoli si è espresso al limite delle proprie possibilità il greco Iakovakis, unico a scendere sotto i 48 secondi (47.92). Favoloso anche il 48.08 del sudafricano Van Zyl, un po' meno il 48.24 di Bershawn Jackson, relativamente al valore individuale dell'atleta, capace di ben altro. Salti maschili Con l'8.41 di Stoccarda, il panamense Saladino ha compiuto la memorabile impresa di vincere l'ottava gara della stagione con una misura legale superiore agli 8.40. Una simile serie stagionale rimanda a quei grandissimi della specialità del lungo che abbinavano la qualità alla quantità delle apparizioni: Pedroso ad esempio, Myricks in un decennio ancora precedente, un po' meno King Carl che non gareggiava così frequentemente nel lungo. La pedana di Atene, cui si aggiungerà Andrew Howe, già scotta. Il giovane svedese Thornblad si è preso la rivincita di Gotebogr, quando con 2.34 restò fuori dal giro delle medaglie. Stavolta una serie impeccabile fino a 2.33 gli ha permesso di battere l'airone russo Silnov e tutti i migliori, da Holm a Janku a Rybakov. Pomeriggio da ricordare anche per l'australiano Burgess, che misure a parte non vinceva una gara di asta di altissimo livello dal Golden Gala. Delle quattro prove di salti, il triplo è stata quella meno brillante. Betanzos, sconfitto molte volte nel corso della stagione, ha trovato una serie discreta con una punta di 17.29. Il romeno Oprea, recentemente magnifico a Padova, è andato fuori giri ed ha portato a casa solo l'ottavo posto. Lanci maschili Detto di una gara di peso giocatasi attorno ai ventuno metri (successo di Hoffa con 21.05). c'era attesa per il nuovo scontro Alekna-Kanter, alla luce del sensazionale 73.38 ottenuto da quest'ultimo pochi giorni orsono. L'ottenimento di certe misure è dettato in gran percentuale dalle condizioni tecnico-ambientali. A Stoccarda i due giganti del disco si sono ripetuti sulle medie stagionali, ed ancora una volta sono stati separati da un pugno di centimetri. Il lituano ha vinto con 68.43, l'estone lo ha inutilmente braccato con 68.47. Nel martello il pluridecorato Tikhon ha ceduto solo al talento di Murofushi, recuperato da pochi mesi ad una condizione accettabile dopo la lunga sosta per infortunio e già in orbita con destinazione Osaka 2007. Il giapponese campione olimpico ha vinto con 81.32, trenta centimetri più del bielorusso. Ancora battaglia nel giavellotto, col binomio Thorklidsen-Pitkamaki a giocarsi di nuovo la supremazia nei pressi della fettuccia dei novanta metri. Come nella quasi totalità delle gare di quest'anno, la vittoria è andata al norvegese, grazie ad una spallata da 89.50. Velocità femminile Su tutte Sanya Richards, capace di correre col suo secondo tempo della stagione (49.25) dopo aver migliorato il personale sui 200 in 22.17, pur perdendo dalla Felix. La costernazione di Sherone Simpson, appena terza sabato sui 200, non è stata mitigata dallo scontato successo sui cento di domenica. Polveri bagnate per la Gevaert (22.93) e per la Stambolova (51.48), rispettivamente penultima ed ultima su 200 e 400 metri. Mezzofondo femminile Il tormentone estivo tutto nuovo Dibaba-Defar non ha sciolto le riserve su chi possa idealmente precedere l'altra in una scala di valore. La Defar ha un anno in più ma ha appena 23 anni: entrambe sono destinate a brillare ancora a lungo, perché hanno il fuoco sacro del mettersi in gioco nel proprio DNA. Piuttosto interessante la nuova vittoria della Jamal sulle russe sui 1500 metri, il sigillo di superiorità impresso dalla Turava nelle siepi (ha gareggiato e vinto quando occorreva, entrando in scena quando le altre erano già cotte da una infinità di gare) e l'afermazione della cubana Calatayud sugli 800, con tempi che denunciano una flessione naturale per stanchezza. Ostacoli femminili Torna alla vittoria Lashinda Demus, dopo aver visto i sorci verdi contro la rediviva Pechonkina a Mosca. Delle più forti mancava anche la Halkia, ma la Demus ha confermato il ruolo di numero uno della stagione, correndo per l'ottava volta in cinquantaquattro secondi o meno. Nessuna sorpresa anche dagli ostacoli alti, però l'egemonia del duo Perry-Cherry è stata messa in pericolo dal ritorno di Perdita Felicien (12,58) e dalla sempre coriacea Kallur (12.59). Salti femminili Dopo un agosto alla dinamite le saltatrici tornano a livelli terrestri con una gara decisa sulla quota di 1.98. Vittoria alla Bergqvist, che veniva da una serie di secondi posti. In smobilitazione la Vlasic, ancora dieci centimetri sotto lo standard abituale. Tutte le gare di salto al femminile hanno patito l'assenza di una super-prestazione, pur avendo mantenuto un profilo tecnico molto elevato. La perla è stata rappresentata dalla duplice affermazione delle Lebedeva (6.92 e 14.82). Della Kotova accreditata di 7.12 a fine mese ancora nessuna traccia. Per lei un modesto 6.64. La Isinbayeva si è accontentata di vincere con 4.75. L'ascia di guerra verso il nuovo record del mondo sarà disseppellita in periodi più favorevoli. Lanci femminili Molto bella la gara di giavellotto, con la terza sconfitta in pochi giorni di Steffi Nerius ed il doppio primato nazionale della ceka Spotakova (66.21) e della danese Scherwin (64.83). Zahra Bani ha superato nuovamente i sessanta metri chiudendo sesta con 60.54. Buono il quinto posto della Claretti nel martello (66,87), che per soli tre centimetri ha lasciato il quarto alla croata Brkljacic. Sesta Ester Balassini con 66.66. Vittoria, in assenza della Lysenko, alla solita Heidler con 75.44. Ultime citazioni per la vittoria casalinga di Franka Dietzsch, che migliora nonostante l'età, e per la Khoroneko: la bielorussa ha forse fatto il colpo migliore, infierendo già al primo turno di lanci con 19.81 sulle velleità della gigante di Nuova Zelanda Vili-Adams, che veniva dal 20.20 di Bad Kostritz. Tadesse protagonista a Rotterdam L'eritreo Zersenay Tadesse ha vinto la terza edizione della mezza maratona di Rotterdam eguagliando il primato della corsa, quel 59:16 che Sameul Wanjiru ottenne nella scorsa stagione, e che allora suscitò clamore per il fatto di essere anche il nuovo record mondiale sulla distanza, prima dell'avvento (l'ennesimo) di Haile Gebrselassie. Tadesse ha preceduto unos tuolo di ben tredici atleti kenyani, guidati da Robert Kipchumba (59:28) e Solomon Bushendich (1:00:13). Martin Lel, vincitore nella maratona di Londra dello scorso anno e secondo quest'anno, è giunto solo ottavo in 1:01:25. La prestazione di Tadesse si pone al terzo posto nella graduatoria di tutti i tempi della specialità. L'eritreo in verità ha ottenuto un tempo inferiore a Newcastle nel 2005, ma il declivio del percorso inglese ha impedito l'omologazione della performance. Nella gara femminile la vittoria è andata alla britannica Mara Yamauchi-Myers in 1:10:38. L'atleta, che ha conosciuto quest'anno la sua migliore stagione da maratoneta, agli Europei di Goteborg ha invece optato per disputare idiecimila metri in pista, terminando tredicesima. La morte di Emilie Mondor Nelle ultime ore si è diffusa la notizia della tragica morte di Emilie Mondor, mezzofondista canadese venticinquenne che rappresentò il suo paese ai Giochi Olimpici di Atene sulla distanza dei cinquemila metri. La Mondor è deceduta in seguito ad un incidente stradale occorsole sabato scorso nella provincia dell'Ontario. Il rapporto della polizia riferisce che la giovane atleta avrebbe perso il controllo della sua auto. A parte qualche meeting di fine stagione in territorio asiatico (come Shanghai), la stagione vera su pista chiuderà i battenti ad Atene nel prossimo week-end. L'edizione di Coppa del Mondo si annuncia particolarmente favorevole a qualche risultato a sensazione. Molti degli atleti in gara mantengono ancora la condizione elevata, ed i fuochi d'artificio sarebbero la degna conclusione di un anno spettacolare sotto tutti i punti di vista. Marco Buccellato


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