Internazionale, il week-end estero



La maratona di Londra e la favolosa esibizione di Usain Bolt a Philadelphia sono i temi principali dell'abituale report sull'atletica internazionale. Al sole della primavera statunitense ha fatto da contraltare il cielo grigio della capitale inglese, fatto che non ha minimamente influito sulla qualità delle prestazioni. In sommario anche l'attività in pista in Asia, Africa ed America e le altre notizie dalle corse su strada.

Londra, primi gli outsiders

Molti atleti hanno avuto difficoltà negli spostamenti via aereo a causa delle limitazioni ai voli imposte dal noto fenomeno naturale della nube islandese. La stessa vincitrice Shobukhova, e la seconda classificata Abitova, sono riuscite a decollare martedì scorso da Mosca per Madrid, dove si sono allenate, prima di essere certe di poter spostarsi in tempo per atterrare  a Londra.

Per la gioia degli scommettitori più fortunati (la vittoria della Shobukhova era quotata a cinque, quella di Kebede a 6,50), l'esito della corsa non ha rispettato i pronostici, che indicavano in Samuel Wanjiru e Irina Mikitenko i naturali favoriti, nonostante la Shobukhova avesse nel palmarès la vittoria a Chicago e il terzo posto proprio a Londra nella passata stagione. Per tornare ai favoriti, la Mikitenko si è ritirata per dolori ad un piede, Wanjiru per problemi al ginocchio. Per entrambi si trattava della sesta maratona della carriera, per entrambi si tratta anche del primo ritiro. Fuori gioco anche Duncan Kibet, altro favorito.

La vittoria maschile è andata a Tsegaye Kebede, bronzo olimpico e mondiale, secondo la scorsa stagione dietro Wanjiru, che ha preceduto Emmanuel Mutai (argento a Berlino, a lungo in scia di Kebede con Kirui, che ha poi ceduto) e Jaouad Gharib, 38 anni, argento olimpico e secondo nell'ultima Flora London Marathon prima dell'avvento del nuovo sponsor (Virgin). Per Kebede 2:05:19, ad un secondo dal personale ed a nove secondi dal  primato della corsa di Wanjiru ed oltre un minuto su Mutai (2:06:23), terzo Gharib con 2:06:55. Delusione per il nuovo "down" di Zersenay tadese, che dopo il ritiro dell'anno scorso è riuscito a finire la gara ma in un modesto 2:12:03 (settimo, arrivato al traguardo quasi camminando). Primo europeo Andrew Lemoncello, ottavo in 2:13:40.

Shobukhova, finale irresistibile

Per la prima vittoria di una russa a Londra, Liliya Shobukhova ha raddoppiato la festa precedendo la connazionale Abitova, che da anni tenta di ottenere in maratona quanto ottenuto in pista (è campionessa europea dei diecimila). La Shobukhova ha chiuso in un eccellente 2:22:00, mondiale stagionale, correndo le due parti di gara in un perfetto sincrono di 1:11. Come a Chicago nello scorso ottobre, la Shobukhova ha chiuso in spinta, percorrendo gli ultimi due chilometri e quasi duecento metri in 6:53. Come segnalano Ken Nakamura e Marty Post, il finale della Shobukhova è stato più veloce di quello della Radcliffe in occasione del record del mondo sette anni fa, ma non il suo più veloce. A Chicago, infatti, corse il tratto finale di 2.195 metri in 6:36.

Sul podio anche la Abitova, a diciannove secondi, e l'etiope Aselefech Mergia, a trentotto, con un ottimo riscontro cronometrico d'assieme di ben dieci specialiste sotto le due ore e ventisette minuti. Tra le favorite, assieme alla sfortunata Mikitenko, Bezunesh Bekele si è accontentata del quarto posto (in 2:23:17!), la campionessa mondiale Bai XUe è giunta settima in 2:25:18, la Yamauchi-Myers (distrutta da un viaggio-odissea di quasi una settimana per raggiungere Londra dagli Stati Uniti) solo decima in 2:26:16 (ma è il miglior decimo piazzamento di sempre in una maratona, tempi alla mano). Ancora amarezze londinesi per la campionessa olimpica Dita, venticinquesima e lontanissima dalle migliori in 2:41:12.

Le World Marathon Majors

Grazie alla vittoria a Londra sia Kebede che la Shobukhova sono passati al primo posto in classifica nelle World Marathon Majors Series 2009-2010. Kebede ha raggiunto in vetta Samuel Wanjiru con 50 punti, mentre la russa ora conta ben venti punti di vantaggio sulla tedesca Mikitenko.

Le altre maratone

Tutte di stampo kenyano: ad Amburgo affermazione di Wilfred Kigen in 2:09:22 (alla sesta partecipazione), cinque secondi sull'etiope Buta (2:09:27, ma potrebbe competere agli Europei di Barcellona per la Norvegia). Sul podio anche l'eritreo Beraki in 2:10:06. Tre diverse nazionalità africane hanno composto il podio della maratona femminile: prima la kenyana Sharon Cherop in 2:28:38, seconda l'etiope Degefa in 2:29:48, terza la namibiana Naigambo in 2:33:00. A Madrid vittoria di Thompson Cherogony nel crono-record di 2:11:27. Alla dieci chilometri ha partecipato, vincendo, Haile Gebrselassie, primo in 28:36. Nella maratona di Enschede (Olanda) vittoria di John Kelai in 2:12:17, ad Anversa (Belgio) Nahashon Kimaiyo primo in 2:12:00.

Penn Relays a Philadelphia: Bolt fulmina gli americani

Il protagonista assoluto della ultracentenaria manifestazione della Pennsylvania è stato lui, Usain Bolt, campione olimpico e mondiale di 100, 200 e 4x100 e primatista mondiale in tutte e tre le gare, che tornava sulla pista del Franklin Field dopo la bellezza di cinque anni. Bolt ha condotto il quartetto composto, oltre che da lui, da Mario Forsythe, Yohan Blake e Marvin Anderson, al 37.90 del mondiale stagionale e primato del meeting, forte di una frazione lanciata da 8.79, che è straordinaria pur se è doveroso ricordare che la frazione di Asafa Powell nella finale olimpica di Pechino, vinta dai giamaicani con il record mondiale di 37.10, fu coperta in un ancor più veloce 8.73 (per Bolt 8.94 in curva!). Giunti all'ultimo cambio in leggero vantaggio, i giamaicani, grazie a Bolt, hanno scavato un abisso in rettilineo.

Sul podio di Philadelphia due diversi quartetti statunitensi, uno con Walter Dix, Mike Rodgers, Shawn Crawford e Ivory Williams, secondi in 38.33, l'altro con Ryan Bailey, Travis Padgett, Darvis Patton e Monzavous Edwards, terzo in 38.50. Sotto i 39 secondi anche il secondo quartetto giamaicano (38.72 per Nesta Carter, Michael Frater, Xavier Brown e Dwight Thomas) e i trinidegni (38.91 con Keston Bledman, Aaron Armstrong, Emmanuel Callander ed il vice-campione olimpico Richard Thompson).

Pur se "bastonati" nella 4x100 maschile, gli statunitensi hanno vinto la metà delle prove col testimone: nella 4x100 femminile il quartetto composto da Lisa Barber, Allyson Felix, Mikele Barber e Carmelita Jeter ha chiuso in 42.74, lasciando a due decimi le giamaicane (Simone Facey, Kerron Stewart, Sherone Simpson e Shelly-Ann Fraser, campionessa olimpica e mondiale dei 100 metri). Nella 4x400 donne mondiale stagionale delle statunitensi in 3:26.12 (senza Sanya Richards, infortunata) col quartetto formato da Dunn, Demus, Trotter e Felix.

Nelle staffette con distanze miste spettacolare ultima frazione da 800 metri della giamaicana Sinclair, che ha coperto i due giri in 1:57.48. Tra le star della manifestazione, relativamente alle gare individuali, l'ostacolista Queen Harrison, in formissima da un mese, che ha portato il mondiale stagionale a 12.61 dopo aver corso in 12.46 ventoso in batteria.

Drake Relays a Des Moines: sconfitto Lagat

Le staffette di grido erano in Pennsylvania, ma anche nello stato dell'Iowa i risultati sono stati pregevoli e per lo più nelle gare individuali. La sorpresa si è avuta nella gara del miglio maschile, dove un Lagat ancora carico di allenamenti è stato preceduto al traguardo dal kenyano Lanang, che si è imposto in 3:56.14 contro il 3:56.38 dello statunitense campione del mondo indoor. Nei 400 ostacoli il portoricano Culson (bronzo a Berlino) ha esordito con 48.67. Nella prova breve femminile Damu Cherry ha evitato la terza sconfitta consecutiva imponendosi in 12.65 su Lolo Jones (12.68).

Nello sprint 11.06 di LaShauntea Moore, mondiale stagionale femminile, stesso risultato ottenuto da Wallace Spearmon sui 200 metri, corsi e vinti in 20.20. La gara di peso femminile è stata vinta da Nadine Kleinert (riuscita a volare dalla Germania). Ancora dalle pedane il 21.69 di Christian Cantwell su Hoffa (20.56 dopo il debutto di Athens con 21.12), il 64.38 della discobola Breisch, l'1.96 di Chaunte Howard nell'alto e, nelle prime giornate, il 61.80 della giavellottista Patterson.

California

Jason Young continua la sua stagione d'oro. Il poco noto discobolo americano, capace di sfiorare i 70 metri poche settimane fa, ha vinto anche una riunione di lanci a Chula Vista con la misura di 67.20, precedendo il colosso Rome (65.89) e l'olandese Cadée (62.47). Sabato si è ripetuto a San Diego con 66.84, mentre è letteralmente esploso Cadée, secondo con un lancio di 66.20. Nella pedana del peso 21.26 di Ryan Whiting. In pista, 45.99 di Felix Sanchez sui 400 metri.

Dakar

Buoni risultati dal meeting IAAF africano, nonostante la decimazione di un buon numero di atleti di spicco per i soliti problemi di volo. Come anticipato nelle news di sabato, il miglior risultato tecnico è venuto dalla primatista del mondo di lancio del martello Wlodarczyk 75.13, che ha stabilito il primato sul suolo africano. Sui 3000 maschili mondiale stagionale dle kenyano Simotwo in 7:45.15. Bene le due gare di lungo: l'atleta di casa Badji ha vinto la competizione maschile con 8.27, mentre l'americana Jimoh si è imposta in quella femminile con 6.87 ventoso e 6.64 legale. Per finire, Amantle Montsho (Botswana) ha fatto suoi i 400 metri in 50.94. Curiosità: mentre Marina Marhieva sfiorava a Dakar il primato moldavo del lancio del martello, la sorella Zalina Marghieva lo migliorava a Chisinau portandolo a 73.58.

In Oriente e in Europa

Dalla scorsa settimana recuperiamo il 2:30:09 della ventunenne Chen Rong nella maratona di Dalian. Sempre in Cina il Grand Prix nazionale a Suzhou, con le consuete buone cose dal settore lanci: 19.40 per Gong Lijiao nel peso, 65.20 di Li Yanfeng nel disco. Ancora lanci, ma ad Adler, Russia: il martellista Aleksey Zagorniy ha vinto con 78.22, ed il discobolo Pishchalnikov con 65.84.

Nelle Hyogo Relays di Kobe (Giappone) mondiale stagionale sui diecimila maschili per John Thuo Kimondo in 27:15.73 (a quattro secondi dal primato personale), in una gara con un brillante finale in cui Thuo ha avuto la meglio su Josphat Muchiri Ndambiri (secondo in 27:16.51) e Paul Tanui (27:17.61), un atleta che per soli 10 giorni non appartiene ancora alla categoria juniores. Nei diecimila femminili seconda prestazione mondiale dell'anno per Kayoko Fukushi in 31:29.03, anche in questo caso con un "close finish" con due ventenni: sia l'altra giapponese Hikari Yoshimoto (31:30.92, primato universitario) che la kenyana Obare (31:37.07) hanno stracciato il primato personale.

Coppa del mondo di marcia

In Messico non ci saranno i migliori specialisti russi (i tre campioni del mondo Kaniskina, Borchin e Kidyapkin), già selezionati in prospettiva Barcellona. I principali selezionati sono Bakulin, Strelkov, Ruzavin, Krivov e Trofimov nella venti km maschile, Sibileva, Sokolova, Arkhipova e Mineyeva in quella femminile. Tra i cinquantisti il veterano Andronov, Melentyev, Zhbanov e Sergachev. A Zaniesmyl (Polonia), tradizionale appuntamento per le venti chilometri maschili, con vittorie di Rafal Augustyn in 1:22:02 (con quattro primati personali tra i primi otto classificati) e di Agnieszka Dygacz in 1:32:17 (personale per le prime tre classificate).

Foster-Hylton, carriera a rischio

L'infortunio patìto dalla campionessa del mondo dei 100 ostacoli la scorsa settimana a Kingston si è rivelato più grave del previsto dopo gli esami specialistici sostenuti dall'atleta. Si prospetta uno stop agonistico di circa un anno, aspetto da non ritenere secondario, relativamente alla ripresa dell'attività, vista l'età della giamaicana (35 anni).

Primo maggio a Kingston

Buona parte degli uomini più veloci del pianeta sono attesi sabato prossimo al Jamaica Invitational di Kingston. Bolt esordirà come è noto sui 200 metri, mentre l'ultima prestigiosa "entry" nelle start list è quella di Tyson Gay, che dopo il sorprendente 44.89 di Gainesville correrà ancora i 400 metri. Per il riassunto statistico dei primi quattro mesi di attività all'aperto, sono già disponibili le graduatorie mondiali 2010 nella sezione attività/statistiche, aggiornate a ieri.

Nella foto, il trionfo dell'etiope Kebede a Londra (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)




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