Internazionale, da Osaka a Modesto (via Kingston)



La rassegna delle notizie dall'estero fa capo questa settimana agli eventi di Osaka, Kingston e Modesto. Esamineremo anche altre cose con un'appendice all'edizione di martedì scorso relativa a delle correzioni, e da queste iniziamo prima di addentrarci nell'attualità più recente. Santo Domingo - revised I risultati non sono ancora ufficiali, ma alcune delle note segnalate da questo meeting erano state trasmesse in modo sballato. Sono non reali ad esempio i risultati delle gare di ostacoli alti (Bramlett 13.27, Wilson 13.33, McKelvy 12.57). Il tempo realizzato da quest'ultima sembra essere un ben più normale 12.90. Non ci sono conferme circa il 20.10 di Asafa Powell sui 200 ma a questo punto è saggio considerarlo fortemente dubbio in attesa di riscontri più precisi. Infine un errore dell'autore, che ha appuntato il risultato dello "junior" Wes Felix (20.57), che junior non è (ha 23 anni). Osaka: Liu Xiang firma il record asiatico Davvero una gran bella edizione del GP IAAF made in Japan. Il boato più fragoroso è stato quello di Liu Xiang, che ha portato il primato di tutte le Asie a 13.06 lasciando nello sconcerto Allen Johnson, secondo in un eccellente 13.13. Xiang è salito sul podio nelle due ultime edizioni dei mondiali di atletica, all'aperto a Parigi (terzo) ed in sala a Budapest (secondo), che hanno visto l'americano sempre vincente. Gli altri due atleti a medaglia, Trammell in terra di Francia e Wignall in Ungheria, qui si sono spartiti rispettivamente la quarta e terza piazza separati da un centesimo, 13.30 per il giamaicano, 13.31 per lo statunitense. Xiang ha corso con 1.2 metri al secondo di vento contrario, che non è detto sia propriamente un male quando non è solo la velocità il mezzo d'espressione in gara ma anche e soprattutto la ritmica delle frequenze e la tecnica fra un ostacolo e l'altro. Il giapponese era reduce dal meeting di Mito che ha avuto luogo mercoledì scorso, dove aveva chiuso in 13.23. Osaka ha completato il poker internazionale dal Giappone che comprendeva appunto Mito, ed in precedenza Hiroshima e Shizuoka. Ancora da Osaka, il cartellone ha dato lustro al sempre più convincente ritorno di Maurice Greene, 10.04 con vento nullo, che ha respinto l'assalto dei vari J.J.Johnson, Grimes, Oba Thompson ed Asahara, che si rifarà nella staffetta (sfiorato il record giapponese con 38.35 e soprattutto battuti gli americani). Sui 400 impressionante il 44.47 con cui Alleyne Francique ha polverizzato il personale, dato oltre un secondo al campione mondiale all'aperto Young, e confermato la bontà del proprio oro indoor di Budapest. Tyree Washington non ha terminato il giro e si è fermato. Frizzanti ed ispirati dall'aria di casa, gli atleti giapponesi hanno vinto anche gli ostacoli bassi con Tamesue all'esordio stagionale (48.87) ed il martello con Murofushi subito vittorioso su Annus a suon di 80 metri (82.18 contro 80.93). In gara anche il campione olimpico Ziolkowski, corto a 74.31. Nel lussuoso parterre femminile era compresa anche Antonella Bevilacqua, che a parità di misura con Kaliturina e Cadienhead (1.86) è giunta seconda dietro la ventenne australiana Price (1.89). Da Yipsi Moreno la prestazione più significativa, 72.92 alla prima uscita fuori dalle gabbie di casa. La cubana ha battuto le due cinesi di cui abbiamo più volte parlato, Gu Yuan (70.38) e la presunta neoprimatista mondiale junior Wenxiu (68.77). Nello sprint 11.05 per Torri Edwards, e 54.95 per la 35enne Glover sui 400 ostacoli. Ultimo fiore giallo: il 43.77 da primato del Giappone della staffetta veloce femminile. ...ma a Kingston splende Marion Jones (o Gail Devers?) Messasi alle spalle il rientro un po' tribolato per i risultati non immediatamente convincenti e gli arricciamenti di naso per la vicenda-Balco, la signora della velocità ha esordito in Giamaica con una corroborante doppietta: 11.04 e 6.74 nel lungo, dove non gareggiava dalla finale olimpica di quattro anni fa. C'è da dire che le avversarie non erano di livello galattico (le giamaicane Bailey, Lawrence al rientro dopo molti mesi e la Dowdie nei 100 e la connazionale Glenn nel lungo), però l'efficienza appare ritrovata. La perla della riunione di Kingston (assente annunciato il 17enne fenomemo Bolt per un leggero infortunio) è stata la gara dei 100 ostacoli, dove la Devers ha abbagliato in 12.50, facendo fare bellissima figura anche alle sconfitte, con pari tempo, cioè la resuscitata Delloreen London-Ennis e Lacena Golding, appaiate con 12.69. L'altra trentasettenne che corre, Jearl Miles-Clark, ha segnato 51.50 sui 400. C'era anche la Mutola, subito a ridosso dei due minuti (2:00.38) ed un bel numero di eventi maschili, dai quali traiamo l'esitante Montgomery che rientra nei ranghi con un quarto posto nei 100 (battuto dal generale Patton con 10.12, dall'esordiente Capel, 10.13, e dal nigeriano d'Italia Aliu, 10.18). Ancora un americano che va sotto i 49 nei 400hs: è Ken (o LaBronze) Garrett, che in 48.76 si lascia nella scia il duo di casa McFarlane e Thompson (entrambi di pochi centesimi a meno 49). Stavolta niente show per Stringfellow, che vince sì il lungo ma non va più lontano di 7.81 (ben altra cosa ha in programma il campione mondiale Phillips). Tutt'altro che Modesto Toby Stevenson, l'astista col casco, ha detto che aspettava un risultato come quello ottenuto a Modesto, California. Merito degli allenamenti filati lisci, della dieta giusta. Il 27enne texano, già indicato come temibile rivale di Gibilisco per la finale mondiale indoor di Budapest (uscì in qualificazione con 5.55), ha centrato il personale di 5.85 al secondo tentativo, poi dopo il cambio d'attrezzo ha superato indenne i 5.91 ed infine al terzo tentativo ha trovato anche la gloria dei sei metri, undicesimo specialista della storia (indoor comprese) a valicare la barriera. Stevenson è andato ad allargare la compagnia che già comprendeva Bubka, Gataullin, Tarasov, Brits, Trandenkov, Lobinger, Hartwig, Markov, Galfione ed Ecker. Le Modesto relays, in cui il vento come al solito ha guastato la festa ai centometristi (Phillips 10.12, Macrozonaris 10.15 ed altri dieci atleti nelle varie serie sotto i 10.29 ma tutti irregolari), hanno fatto gridare al miracolo non solo per i sei metri di Stevenson: nel lungo Dwight Phillips ha vinto un magnifico duello con il saudita Al-Sabee (8.43 contro 8.35, record per l'arabo). Nel triplo solito copione di Bell (17.46 sospinto, 17.39 legale), ma anche gran 13.13 di Wade sui 110 ed un sacco di altra gente che fa il tempone (Wallace 13.22, Anwar Moore 13.35, Harris 13.45). C'era pure Godina, 20.36, e Gerd Kanter, l'altro estone del disco (il numero uno è ancora Tammert) che perde da Malone di mezzo metro (64.16 per l'europeo). Ne parliamo perché dalle maglie della rete è sbucato un 68.05 di Kanter in California, ottenuto sabato primo maggio e di cui si è avuta notizia in ritardo. La sede riferita è La Jolla, dove a tutto il 2003 la pedana non era regolare. Ora chissà. Puntuale è arrivata la risposta di Perdita Felicien all'exploit di Gail Devers (per la canadese 12.60). Nell'alto 1.95 per le due-solite-due Waller e Acuff, nell'asta 4.55 per la Dragila e record canadese a 4.42 per Dana Buller-Ellis. Campionati in Etiopia Ad Addis Abeba passerella per alcuni dei più forti corridori etiopi: Sihine 28:16.23 sui 10km, Tirunesh Dibaba sconfitta della piccola Melkamu sui 5000, idem per la Dulecha battuta sui 1500 dalla giovanissima Legesse, l'altra Dibaba battuta dalla Tulu (finalmente!) e chiusura con sua Maestà Bekele che fa suoi i 5000 in 13:34.03. Tutt'altro, e molto di più, vedremo in Europa a partire da Hengelo (ultimo del mese) quando si darà l'assalto al record del mondo dei 5000, protagonista Kenenisa Bekele. USA e getta Getto ancora importante per Erin Gilreath, la paffuta e bionda martellista, che a Clemson, nell'Orange & Purple Classic, spedisce l'attrezzo a 70.12. Progressi per gli ostacolisti Moore e Hughes, divisi da un centesimo in 13.49 e 13.50. Novità dello sprint Korey Cook, del quale si sa poco, sceso a 10.15 in batteria (ma si sono migliorati tutti i primi tre, beneficiando di 1.9 di vento a favore). In finale si ripeterà con 10.20 e vento stavolta contrario. Ad Akron, in Ohio, Briana Shook si impossessa del primato americano delle siepi femminili in 9:38.36, risultato che la pone nella top ten di sempre (si fa per dire) della specialità come fanalino di coda. Dal meeting di Akron anche 20.35 per Daniel Taylor nel peso. L'uomo mascherato Reese Hoffa, argento a Budapest e noto anche per aver gareggiato in qualche occasione mascherato da supereroe con l'alias de "il lanciatore di peso sconosciuto" ha sfiorato i 21 metri ottenendo il personale a Santiago del Cile (20.99). Buontempone. Impegnato nell'asta il 18enne Chiaraviglio (5.51 per il mondiale under 18 la scorsa settimana), vincente sì ma con 5.30. Al tempo. Junior Passerella americana in Florida, a Gainesville: Xavier Carter, gigante diciottenne, è sceso sui 400 a 45.44 (20.69 e 45.88 nel 2003). Per l'altro cucciolo dello sprint Walter Dix, 20.62 sui 200. Da Catoosa (Oklahoma), in un meeting regionale high school, atterra l'alieno della settimana. Ogni 6-7 giorni c'è un risultato (stavolta anche di più) che lascia interdetti e, al solito cautelando, si riferisce per dovere di cronaca ma si riserva ogni commento nel momento in cui se ne saprà di più. Stavolta è tale Marcus Pugh, che corre i 100 in 9.98 ed i 200 in 20.40. Il compagno di team Jay Cooper è dato secondo sui 100 in dieci netti. Del 9.91 di Trell Kimmons di cui demmo notizia giorni addietro, la conferma è per il cronometraggio, si dice elettrico (il 20.90 è invece stato trasformato in un 20.9). Ciò che si trova spulciando è anche questo. Italiani in trasferta Thaimi O'Reilly presente anche questa settimana: a L'Hospitalet, per il gruppo C della Division de Honor spagnola, ha vinto lungo e triplo con le misure di 5.90 (vento -1.0) e 13.16 (vento nullo). Restiamo in Spagna per un attimo: ci sono i nomi dei maratoneti per Atene e dei cinquantisti della marcia. Correranno Jose Rios, Julio Rey ed Antoni Pena per gli uomini, Abel, Ros e Pulido per le donne. Marceranno Jesus Angel Garcia, Santiago Perez e Jose Antonio Gonzalez. Europa ai primi vagiti A parte i campionati invernali di lanci svoltisi qua e là e i due eurochallenge, l'atletica sul serio in pista deve ancora iniziare. Prologo di questo weekend un meeting a Olomouc (con Haborak a 20.25), le 100 yards (finalmente un po' di emozioni dimenticate) corse a Viseu in Portogallo (9.70 per Emedolu), e un nuovo record croato della Brkljacic nel martello (69.39 a Varazdin sabato scorso). A Nivelles, in Belgio, Kim Gevaert assaggia i 400 metri (52.16, non male). Ad Oxford bel miglio per Sonia O'Sullivan (4:27.79) e per l'australiano Mottram (3:56.64). La 25km di Berlino Paul Kosgei ha migliorato il limite mondiale di Rodgers Rop nella stessa città dove il secondo aveva corso in 1:13:44, tre anni fa. Kosgei, iridato di mezza maratona nel 2002, ha onorato il proprio debutto sulla distanza correndo in 1:12:45. Allenato da Renato Canova, l'atleta ha come prossimi obiettivi i mondiali di mezza maratona ed il debutto in autunno sulla maratona, con data e sede da definire. Sotto il limite di Rop sono scesi altri quattro kenyani, Luke Kibet, Benson Cherono, Titus Munji e Joseph Riri, il meno noto del gruppo. Vittoria femminile ala kenyana Chepkonga in 1:25:34 (laddove il primato su pista, lo ricordiamo, è di Tegla Loroupe). Fine della rassegna per questa settimana, a martedì prossimo. Marco Buccellato


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